27mila incidenti sul lavoro in Lombardia, un altro tema dimenticato dalla campagna elettorale

Quelli mortali sono 59, la metà sul totale nazionale. Una piccola e mai ricordata emergenza che è stata affrontata dal contratto dei metalmeccanici. E che ora i sindacati vogliono far diventare realtà

Nell’industria lombarda, nel 2017, abbiamo contato 27.395 infortuni, su un totale di 95.207, di cui 58 mortali, su un totale 139. Dietro i numeri, in aumento rispetto al 2016, persone, storie, famiglie e sogni spezzati. Abbiamo appena finito di piangere Marco, Giuseppe, Giancarlo e Arrigo, morti sul lavoro a Milano e Luca, il diciannovenne, schiacciato dal tornio sotto gli occhi del padre a Rovato, in provincia di Brescia. Il lavoro è dignità, libertà, piena realizzazione della persona e passaporto di cittadinanza attiva. Non può, mai, essere fonte di dolore e disperazione. Di fronte a questi numeri, Fim Fiom e Uilm della Lombardia hanno deciso di dire basta e di di riannodare i fili della cultura sul tema, fondamentale, della salute e sicurezza, rimettendolo al centro del proprio impegno quotidiano. I numeri, da bollettino di guerra, ci impongono una riflessione profonda e richiedono uno sforzo di rielaborazione che, dalla denuncia e dalla condanna, produca richieste e sollecitazioni alle istituzioni deputate alla materia e rivendicazioni contrattuali per sfidare le imprese in una partita dove tutti possano essere vincitori. Per questo motivo Fim, Fiom e Uilm della Lombardia il prossimo 5 marzo avvieranno una campagna straordinaria di assemblee nei luoghi di lavoro per discutere con i lavoratori delle problematiche attorno a questa importante materia e costruire, con loro, un documento programmatico per proporre soluzioni e migliorie, da presentare il prossimo 19 marzo nel corso dell’attivo regionale presso l’Aula Magna dell’Università Milano Bicocca alla presenza di circa mille delegati metalmeccanici, dei tre Segretari Generali nazionali di Fim, Fiom e Uilm, Marco Bentivogli, Francesca Re David e Rocco Palombella e dei rappresentanti istituzionali. L’innovativo contratto nazionale dei metalmeccanici, firmato il 26 novembre 2016, ha prodotto importanti avanzamenti sui temi della salute e della sicurezza che devono trovare cittadinanza in tutti i luoghi di lavoro per rendere più forti i lavoratori nella difesa dei propri diritti, rafforzando una condivisa e diffusa cultura della sicurezza.

Grande attenzione deve essere posta sui “quasi infortuni”, ovvero quelle situazioni che avrebbero potuto causare un incidente che, solo per casualità favorevoli, non si è verificato; contesto valido per poter ricostruire le dinamiche e agire sulle cause eliminandole e producendo il doppio beneficio di creare un ambiente più sicuro e promuovere cultura

L’impegno che, quotidianamente, le Organizzazioni Sindacali mettono in campo su questo versante ha bisogno di essere consolidato e diffuso partendo, ad esempio, dal rafforzamento del ruolo degli rls, i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, sia nell’esercizio delle loro funzioni che dal punto di vista numerico. Grande attenzione deve essere posta sui “quasi infortuni”, ovvero quelle situazioni che avrebbero potuto causare un incidente che, solo per casualità favorevoli, non si è verificato; contesto valido per poter ricostruire le dinamiche e agire sulle cause eliminandole e producendo il doppio beneficio di creare un ambiente più sicuro e promuovere cultura. A livello territoriale siamo impegnati ad attivare gli osservatori provinciali sugli infortuni nel settore metalmeccanico assieme alle associazioni datoriali, come già avvenuto in Brianza e a Milano, e a sostenere le Confederazioni nella realizzazione di task force, sotto la regia delle Prefetture, per vigilare sui rischi nei vari settori. Parallelamente, ci aspettiamo che le Istituzioni rafforzino le attività ispettive preventive agendo con fermezza nel sanzionare le imprese inadempienti. Pensiamo, infine, sia opportuno avviare un confronto per destinare parte dei risparmi e degli avanzi di bilancio prodotti ogni anno dall’Inail ad attività formative, azioni di prevenzione e sensibilizzazione e riduzione dei premi pagati da imprese che si attivino in percorsi virtuosi a tutela della salute e sicurezza, evitando dunque di dirottare quei fondi verso altri impieghi.

La tutela di salute e sicurezza non è mai un costo ma è, invece, sempre, un investimento sulle persone e sul futuro, tanto è vero che aziende sicure hanno anche benefici in termini di incremento di produttività ed efficenza. Gli incidenti sul lavoro non sono mai conseguenza di fatalità o di cattiva sorte ma sono, sempre, il risultato negativo del mancato rispetto di procedure e norme di sicurezza. È perdente la pessima abitudine di trasformare le abitudini e i “si è sempre fatto così” in procedure consolidate che finiscono, sempre, per nascondere rischi e potenziali incidenti. L’impegno per un lavoro sicuro è una battaglia di civiltà che deve entrare nella cultura quotidiana di tutti, imprese, lavoratori, istituzioni, e non solo un argomento da sbandierare quando c’è da piangere una tragedia. Questo è l’impegno dei metalmeccanici e questa è la sfida che vale la pena affrontare con l’obiettivo di vincere tutti insieme.