L’unico risultato di anni di lotta tra buonisti e cattivisti? Una guerra tra poveri

Le ultime 36 ore sono il risultato di anni di lotta, inutile e grottesca, tra buonismo e cattivismo. L'incapacità (e la mancata volontà) di gestire i flussi ha portato all'indifferenza verso le 629 anime dell'Aquarius. E ha generato una guerra tra poveri in cui abbiamo perso la nostra identità

LOUISA GOULIAMAKI / AFP

Uno spettacolo immondo. Le ultime 36 ore hanno abbassato il livello del dibattito politico italiano a profondità oceaniche. La citazione marina è voluta, per ricordare a tutti noi l’immensità e l’ignoto, che si sono dischiusi davanti ai 629 dell’Aquarius. A questi, si è aggiunta l’indecenza del balletto fra Roma e La Valletta, in punta di diritto (ignorato) e politica comunitaria violentata.
Del resto, nulla di diverso potevamo aspettarci, dopo anni di beceri ‘ismi’, sparsi a piene mani dai politici di una parte e dell’altra.
Perché questo è un derby, inutile e grottesco, fra cattivismo e buonismo
. Due facce della stessa medaglia, della stessa Italia, ripiegata, vagamente gretta, certamente incattivita e immemore. Nessuno può ergersi a censore dell’altro, davanti a questo spettacolo: l’indifferenza di queste ore per le 629 anime dell’Aquarius (se non vero e proprio ributtante odio) è il frutto di politiche totalmente errate, ma anche di ipocrite narrazioni dell’’Italia che salva vite’. Ci siamo solo dimenticati di aggiungere che molte di queste vite salvate le abbiamo poi abbandonate a esistenze miserrime, negli angoli dimenticati delle nostre città, se non direttamente alla schiavitù degli agri pontini o calabresi. Non aver saputo e voluto gestire un fenomeno di questa portata ha generato l’ondata di questi giorni, una guerra fra poveri, in cui chiunque conosca qualcosa della storia d’Italia stenterà a riconoscere il nostro povero Paese. Stretti fra una narrazione terroristica – l’invasione, il lavoro rubato, i mitici alberghi a 5 stelle per i migranti – e un’altra avulsa dalla realtà – i buonisti non credo neppure sappiano dove si trovino via Padova a Milano o Piazza Nazionale a Napoli – molti, troppi italiani hanno reagito così, dimenticando le fondamenta dell’umanità. Giriamo la faccia dall’altra parte, anche davanti a bambini lasciati partire da soli – da soli! – dai loro genitori, pur di tentare la sorte di un avvenire diverso. Dimentichiamo tutto, anche il nostro passato di emigranti straccioni. Sì, straccioni, così oggi definiremmo i nostri bisnonni ritratti nelle fotografie di Ellis Island. Se va bene, mitizziamo la nostra di emigrazione: tutti bravi figlioli, tutti onesti lavoratori. Manco un singolo mafiosetto di Little Italy, per carità.
A questo ci hanno ridotto gli ‘ismi’, a una folle guerra civile nei nostri cervelli, fra due posizioni inutili, prima ancora che stupide. Il risultato è il non saper cosa fare, oltre la rumorosa propaganda.
Rischiamo di trovarci soli, ma ancora di più corriamo il rischio di alzarci una mattina e non avere il coraggio di guardaci allo specchio. Perché gli ‘ismi’ passeranno, fragorosi e inutili come i loro interpreti, ma le macerie morali rischiano di sommergerci.

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