«Selezioniamo i consulenti con un hackaton»: la strategia di Intesa San Paolo per trovare i talenti migliori

L'istituto bancario ha aperto la selezione a 80 giovani laureati con l'obiettivo di farne consulenti finanziari. Dopo due giorni di selezione, i migliori verranno selezionati per uno stage retribuito di 6 mesi. Previste 500 assunzioni

MARCO BERTORELLO / AFP

«Abbiamo fatto dell’hackaton uno strumento di selezione del personale». Così il responsabile Recruitment di Intesa San Paolo Giacomo Castri racconta Make it Real, il contest aziendale della banca milanese, il secondo dopo quello di Torino, che l’azienda ha aperto a 80 giovani laureati per farne dei consulenti finanziari, che lavoreranno nelle filiali del gruppo. La prossima trappa si svolgerà a Napoli a settembre, altre ne sono previste nel corso dell’anno in tutto il territorio nazionale.

I migliori potranno accedere ad uno stage formativo di sei mesi a seguito del quale, chi avrà conseguito il patentino di promotore finanziario, potrà essere assunto. Sono 500 le assunzioni previste con un innovativo contratto di tipo “misto” che coniuga in capo alla stessa persona, da parte dello stesso datore di lavoro, un rapporto di lavoro subordinato part time a tempo indeterminato con un parallelo contratto di lavoro autonomo di consulente finanziario, in una situazione ottimale in cui convivono lo spirito imprenditoriale e la stabilità data da una grande Banca. Intesa Sanpaolo è stata la prima ad applicare questo contratto in Italia, nell’ambito della Banca dei Territori, la rete retail del Gruppo.

Un mix di selezione e formazione, quindi, che non è scontato in un Paese come l’Italia, che ha un solco molto profondo tra il mondo della scuola e quello del lavoro: «Il nostro obiettivo è quello di formare consulenti in casa, creandogli attorno una cultura aziendale come fosse un vestito di sartoria. Li scegli, li formi, gli fai fare l’esame, li assumi

«È un format di selezione innovativo che abbiamo introdotto da poco – spiega ancora Castri – apriamo le selezioni a un gruppo di candidati, gli facciamo fare una serie di prove, individuali o di gruppo. Li facciamo osservare per entrambi i giovani da colleghi del gruppo che ne valutano le soft skill, come la capacità di parlare in pubblico o quella di lavorare in gruppo e da alcuni tecnici specializzati per valutarne le competenze più pratiche».

Alla fine della due giorni Intesa San Paolo sarà in grado di selezionare le ragazze e i ragazzi cui offrirà sei mesi di stage retribuito: «Saranno pagati per studiare, perché in questa fase gli daremo tutte le competenze necessarie per superare l’esame da consulenti – spiega Castri – chi passa sarà assunto e andrà a lavorare in filiale, assunto, con uno stipendio con una parte fissa e una variabile». Un mix di selezione e formazione, quindi, che non è scontato in un Paese come l’Italia, che ha un solco molto profondo tra il mondo della scuola e quello del lavoro: «Il nostro obiettivo è quello di formare consulenti in casa, creandogli attorno una cultura aziendale come fosse un vestito di sartoria. Li scegli, li formi, gli fai fare l’esame, li assumi. E quando entrano hanno già il Dna di Intesa San Paolo», chiosa Castri.

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