Coming Soon è una rubrica mensile. Raccoglie una selezione delle uscite in libreria del mese che sta per iniziare.
Omar di Monopoli, Uomini e cani, Adelphi.
Riscoperte/1 Torna in una nuova edizone grazie ad Adelphi il romanzo corale di Omar di Monopoli Uomini e cani, primo di una ideale trilogia composta da Ferro e fuoco e La legge di Fonzi. La cittadina Languore, nel cuore del Salento, è teatro di storie nere e crude dalle quali nessuno esce vincitore; la decisione del sindaco di trasformare la salina locale in un parco naturale e gli abitanti che di conseguenza devono abbandonare le loro dimore abusive, mettono in moto una serie di eventi in quello che è a tutti gli effetti, come recitava la prima edizione del libro, un western salentino, debitore di Faulkner e Tarantino.
Giorgio Scerbanenco, L’isola degli idealisti, La nave di Teseo. Prefazione di Cecilia Scerbanenco.
Riscoperte/2 Scomparso insieme ad altri manoscritti, mai ritrovati, nel 1943, quando Mondadori trasloca da Milano, L’isola degli idealisti è stato recentemente ritrovato negli archivi di famiglia. Sull’isola della Ginestra vive la famiglia Reffi la cui forzata quotidianità viene sconvolta dall’arrivo di una coppia di latitanti ricercato dalla polizia. Come se non bastasse questo inedito inaugura la ristampa completa delle opere dell’autore, il padre ormai riconosciuto del noir italiano. Nato in Ucraina con il nome di Volodymyr-Džordžo Ščerbanenko, Scerbanenco approda a 16 anni a Milano, città che eleggerà a sipario per le sue indimenticabili storie.
P. T. Barnum, Battaglie e trionfi, Sellerio. Con due scritti di Mark Twain, traduzione e cura di Andrea Asioli.
Battaglie trionfi alla fine del’Ottocento era nientepopodimeno che il libro più venduto dopo la Bibbia e il perchè è presto detto. P.T. Barnum, figlio di un sarto, nato povero, incarna la più classica parabola del self made man americano che diventa milionario grazie al suo fiuto per gli affari e all’intuizione dell’enorme potenziale dell’intrattenimento di massa. Prima con il Museo Americano, dove esponeva animali e umani particolari, alcuni con il trucco altri no, e poi con il circo omonimo, l’esagerata vita di Barnum è una chiave di lettura del divertimento su larga scala che ancora oggi regna indisturbato.
Giorgio Bassani, Il giardino dei Finzi-Contini, Feltrinelli.
Riscoperte/3 Ci voleva la traccia di un tema della maturità per riportare sotto gli occhi di tutti la bellezza e l’importanza del romanzo dell’autore di origini ferraresi, rimasto nell’ombra negli ultimi anni. Il giardino dei Finzi-Contini, uscito originariamente nel 1962 per Einaudi, parte del ciclo Il romanzo di Ferrara e trasposto per il grande schermo da Vittorio De Sica nel 1970, narra le vicende amorose e sentimentali di alcuni ragazzi ebrei di Ferrara, sullo sfondo della Seconda Guerra Mondiale, delle Leggi razziali e dello sterminio. L’indimenticabile atmosfera del romanzo ne avvolge le vicende fino al tragico epilogo perchè, come dice Micòl Finzi-Contini, ‘L’amore è roba per gente decisa a sopraffarsi a vicenda’.
Fredrik Sjöberg, Perché ci ostiniamo, Iperborea. Traduzione di Fulvio Ferrari.
Fredrik Sjöberg, per nostra fortuna, è prima di tutto una persona curiosa. In seconda battuta è uno scrittore, un entomologo, e molte altre cose, capace di riversare il suo sapere in libri di nonfiction che hanno spostato l’asticella del nature writing un po’ più in alto. Nel suo L’arte di collezionare mosche, l’autore parte dall’osservazione della famiglia dei sirfidi, per portarci a passeggio e fare una riflessione a tutto tondo attraverso storie e aneddoti apparentemente senza un filo logico. In Perchè ci ostiniamo Sjöberg racconta dieci storie sempre cercando risposte alle grandi domande divagando e prendendo strade solo apparentemente secondarie.
Giovanni Mariotti, Storia di Matilde, Adelphi.
Di Storia di Matilde Pietro Citati ha detto: ‘il più bel romanzo italiano che sia stato scritto negli ultimi vent’anni’. E d’altro canto: un secolo concentrato in 200 pagine prive di punteggiatura cos’altro potrebbe essere se non capolavoro? Aggiungeteci pure che questo esperimento ha un’anima ottocentesca, secolo del quale sono presenti tutti gli elementi che Dickens avrebbe apprezzato, dalla protagonista, orfana, alle macchinazioni per sottrarla a chi l’ha accolta in casa propria, alla suddivisione in classi sociali, i contadini, la borghesia. Essere rapiti da questo romanzo e precipitarci dentro significa immergersi nella natura umana, esercizio quanto mai utile di questi tempi.
James Baldwin, Questo mondo non è più bianco, Bompiani. Traduzione di Vincenzo Mantovani, introduzione di Edward P. Jones.
Negli ultimi anni l’attenzione su James Baldwin si è riaccesa anche in Italia e Bompiani ci restituisce questa raccolta di saggi del 1955, rivista dallo stesso nel 1984, che ha consacrato l’autore americano come uno dei più importanti intellettuali del secolo scorso. La visione di Baldwin è senza tempo, indagatrice del rapporto neri/bianchi nel contesto americano dove affonda la sua scrittura che, a volte quasi in punta di piedi pur se con una fortissima empatia, fa emergere tutto il razzismo mascherato e non.
Laurie Colwin, Come si dice addio, Sur. Traduzione di Francesca Pe’.
Scomparsa prematuramente nel 1992, Laurie Colwin è considerata negli Stati Uniti un’autrice di culto; di più, è stata ripetutamente accostata a Jane Austen. In Come si dice addioGeraldine, ragazza della buona borghesia ebrea, dapprima lascia l’università per fare la corista, bianca, in un gruppo rhythm and blues, Vernon e Ruby Shakely e le Shakettes, e, dopo un paio d’anni, lascia anche la vita da musicista, sposando un ricco avvocato suo fan. Nel corso del romanzo Geraldine scoprirà se stessa anche attraverso le diverse culture che via via incontrerà, in un percorso di accettazione lungo e complesso.