“Chi va piano, va sano e va lontano”. Ecco il primo proverbio che sembra di colpo sgretolarsi. Riuscite a immaginare una cosa meno vera oggi? Quando la velocità e il dinamismo prodotte dalla globalizzazione, dai voli low coast, dai social media o da strumenti più recenti come il growth hacking marketing, i big data, le intelligenze artificiali portano ognuno di noi, non solo ad andare veloci, ma addirittura ad accelerare continuamente. Chi va piano non va né sano, né lontano, ma muore, non è più adatto. Possiamo lamentarci e malinconicamente guardare indietro, rimpiangendo quando quel proverbio aveva una qualche relazione con il reale, ma il paradigma del XXI Secolo non è la lentezza ma la velocità, anzi, l’accelerazione.
Ma andiamo avanti: “Il pesce grosso mangia il pesce piccolo”. Questo proverbio veniva spesso usato nel mondo del business per indicare che chi era più strutturato poteva facilmente infastidire i player più giovani e piccoli. Oggi, nell’epoca del “lean and agile approach”, delle start up, della veloce scalabilità del digitale, questa regola sembra ribaltata: tanto più un’azienda è mastodontica e appesantita dalla sua struttura, tanto più rischia di non saper leggere e reagire ai bruschi cambiamenti dei mercati, alla rivoluzione appunto. Oggi potremmo dire “Pesce veloce mangia pesce lento”. Ecco che torna ancora la velocità e nuovamente un proverbio “storico” crolla sotto i colpi di una profonda rivoluzione culturale fatta di tecnologie e nuove prassi sociali e antropologiche.
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