Politica e informazione si incontrano quotidianamente anche in virtù di due fattori: la presenza di attori politici che sembrano aver capito alla perfezione le dinamiche della comunicazione da un lato, e il nuovo ruolo dei destinatari tradizionali dell’informazione dall’altro.
Partiamo dal primo aspetto e pensiamo al Presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Qualche giorno fa il linguista George Lakoff ha pubblicato su Twitter un articolo di Andy Kroll da Rolling Stone, in cui si evidenzia proprio questo aspetto. Trump ha ottenuto dai media pubblicità gratuita e a testimoniarlo ci sono i primi anni della sua presidenza. La sua candidatura tra i Repubblicani prima, e la campagna elettorale presidenziale poi, non potevano essere ignorate dai giornalisti ed è inevitabile garantirgli copertura mediatica ora che è l’inquilino della Casa Bianca. Tuttavia la sua abilità nel catturare l’attenzione, dettando i propri temi e i propri argomenti, è innegabile e avviene con dichiarazioni provocatorie e polemiche, il tutto veicolato dai suoi celebri tweet. All’inizio chi si occupa di informazione veniva spiazzato da questo atteggiamento e si limitava a inseguire i suoi aggiornamenti, assicurandogli di fatto il centro della scena in maniera tanto inconsapevole quanto costante. Successivamente, è stato fatto un tipo di lavoro differente, che non si limita a riportare dichiarazioni, ma anche a verificare e talvolta a indagare, con una vera e propria attività giornalistica d’inchiesta. Eppure il quarantacinquesimo presidente Usa resta perennemente sotto i riflettori.
Kroll sottolinea che in realtà i giornali hanno bisogno di lui, tanto quanto lui necessita dei media, e riporta le parole dell’ex dirigente della Cbs Les Moonves, che ha riconosciuto nel 2016 un aumento del traffico web delle testate giornalistiche grazie alla continua presenza di notizie che lo riguardano. Eppure per Kroll esiste un modo per raccontare la presidenza Trump senza inseguire i suoi argomenti.
La politica non arriva alle persone solo attraverso i canali tradizionali e conferisce quindi loro un ruolo che non si limita a quello di semplici destinatari
Anche in Italia l’informazione copre quotidianamente la politica. Quest’ultima non arriva alle persone solo attraverso i canali tradizionali e conferisce quindi loro un ruolo che non si limita a quello di semplici destinatari. Secondo il decimo sondaggio Demos-Coop, condotto tra il 18 e il 23 novembre di quest’anno sul rapporto tra Italiani e informazione e commentato da Ilvo Diamanti su La Repubblica, quest’anno il 35% degli intervistati ha ricevuto infatti messaggi con contenuto politico su Whatsapp. Il 33% ne ha discusso e il 27% li ha inviati usando la medesima app di messaggistica istantanea, tutti dati in aumento rispetto al 2017. Oltre la metà, il 52%, ha trovato spesso contenuti di carattere politico navigando su Internet e quasi la metà, il 47%, sui social network con la stessa frequenza. Il valore corrispondente nel 2017 era il 26%.
Ma come si informano gli Italiani? In testa c’è ancora la tv, seguita tutti i giorni dall’83%, un punto in meno rispetto allo scorso anno, il valore più basso si registra tra gli elettori del M5s. Seguono Internet con il 66% e i social network con il 47%, in entrambi i casi la percentuale più bassa si riscontra tra i sostenitori del Pd. Vi sono poi la radio al 40% e i quotidiani cartacei al 20%. Eppure questi ultimi sono ritenuti affidabili e sono superati solo dalla radio e dalla televisione e soprattutto, vengono prima di Internet, riviste settimanali e social network.
Bisogna però evidenziare che il 72% degli intervistati ha affermato di consultare i quotidiani tutti i giorni da cellulare e il 58% da altri dispositivi.
Nel 2007 la televisione era considerata il primo mezzo di informazione dall’87% degli Italiani. Però lo scenario sta mutando velocemente, lo stesso anno Internet registrava addirittura solo il 25%, mentre il primo dato rilevato relativo ai social network risale a tre anni fa. Diamanti ha evidenziato infatti che l’informazione avviene attraverso canali diversi rendendo i cittadini non solo lettori o spettatori ma interlocutori, con tutte le conseguenze che questa dinamica comporta. Attori politici abili nel comunicare e cittadini che hanno nuovi strumenti per interagire stanno modificando il panorama, informazione e comunicazione hanno confini sempre più permeabili e spesso a fare da sfondo c’è un tema che offre argomenti di continuo: la politica.