Se dovessimo scegliere un solo vocabolo per riassumere i dodici mesi che ci stiamo lasciando alle spalle, di certo non sarebbe il verbo ascoltare. Il 2018 ha visto posizioni distanti, talvolta antitetiche, dividere l’opinione pubblica eppure, proprio per questo, Nancy Gibbs, docente della Harvard Kennedy School ed ex caporedattore del TIME, sceglierebbe “listen” come parola dell’anno. In un post su Medium spiega che Dave Isay, vincitore del TED Prize 2015, ha lanciato un progetto chiamato One Small Step, per raccogliere le opinioni di sconosciuti con convinzioni politiche opposte.
Lo scopo è ricordare che ciò che ci unisce supera di gran lunga quello che ci divide e che trattare chi la pensa diversamente da noi in maniera rispettosa è essenziale per la democrazia. Secondo alcuni ricercatori noi smettiamo di ascoltare l’istante esatto in cui l’altro mette in discussione le nostre idee e dunque, il nostro punto di vista. Tuttavia, prestare attenzione a chi è lontano dalle nostre opinioni abituali non equivale a rinnegare ciò in cui crediamo, ma è utile a rafforzare le nostre stesse argomentazioni. Le considerazioni di Nancy Gibbs suonano quasi come un monito, un vero e proprio auspicio per il prossimo anno, quello di ascoltare di più. Ma a chi va prestato ascolto? Agli ultimi, a coloro che spesso finiscono sui giornali solo per fatti di cronaca, come gli immigrati bloccati al confine americano, perché alla ricerca di un futuro migliore.
Talvolta sono i politici ad occuparsi dei meno fortunati, o almeno alcuni politici, come Beto O’Rourke, la senatrice delle Hawaii Mazie Hirono, il senatore dell’Oregon Jeff Merkley, la senatrice del Minnesota Tina Smith e Judy Chu, della Camera dei Rappresentanti per la California. I cinque infatti lo scorso sabato sono andati dai richiedenti asilo. O’Rourke ha ascoltato una madre in fuga dal Guatemala con la figlia di dieci anni, la cui unica speranza dopo un estenuante viaggio di tre settimane, è data da due numeri 2142 e 2143, scritti sul braccio ad indicare le richieste da esaminare prima della loro. A Tornillo ha ascoltato le storie di chi vede troppi minori ammassati in un campo adatto al massimo a poche centinaia di persone in attesa dei tempi della burocrazia. In breve, il politico di El Paso tenta di non far spegnere i riflettori sul dramma immigrazione.
Secondo alcuni ricercatori noi smettiamo di ascoltare l’istante esatto in cui l’altro mette in discussione le nostre idee. Tuttavia, prestare attenzione a chi è lontano dalle nostre opinioni abituali è utile a rafforzare le nostre stesse argomentazioni.
Come riporta il Guardian, secondo lliana Holguin, che guida il partito democratico nella sua città natale, O’Rourke comprende i problemi di quelle persone perché è nato e cresciuto in una comunità che vive al confine e sa immedesimarsi. Gli viene dunque spontaneo ascoltare quelle vicende per essere ascoltato a sua volta. E in effetti sentiremo ancora parlare di lui, innanzitutto perché l’opinione pubblica americana e non solo, era curiosa di scoprire l’esito dello scontro con il candidato repubblicano Ted Cruz, risultato alla fine vincitore per la corsa al Senato. Poi, perché molti si aspettano che possa correre per le prossime primarie democratiche in vista delle presidenziali del 2020. In base a un sondaggio condotto da Move On, O’Rourke sarebbe addirittura in testa con il 15,60%, davanti a Joe Biden al 14,95% e a Bernie Sanders, fermo al 13,15%. Il 17,89 % degli intervistati ha dichiarato di non saper ancora esprimere una preferenza, ma oltre sei americani su dieci vorrebbero un candidato progressista e il 54% desidera qualcuno che lotti contro le disuguaglianze economiche e sociali. In attesa di scoprire cosa deciderà il diretto interessato, addetti ai lavori e non solo, provano a capire se gli americani sono disposti a seguire O’ Rourke.
Intanto lui ascolta, scorrendo i suoi tweet, è frequente trovare verbi some ascoltare, apprendere, discutere, condividere. L’11 agosto scriveva che imparare e ascoltare in ogni comunità non è solo un modo per correre ma è l’unico modo per vincere. Sarà con questo stesso spirito che affronterà la corsa per le primarie democratiche?