Troppo stressBurnout sul lavoro, ecco le 4 cause più banali (e come evitarle)

Dedizione assoluta, competizione con i colleghi e anche non sapersi far rispettare sono atteggiamenti che possono mettere molto sotto pressione sul lavoro. Tanto da portare al burnout. Per evitare di rovinarvi la salute e le relazioni, ecco qualche consiglio prezioso

Photo by Tim Gouw on Unsplash

Il lavoro oggigiorno è sempre più non solo una necessità, ma anche una forma di espressione di sé, soddisfazione, autorealizzazione. I nuovi strumenti tecnologici ci stanno offrendo l’inestimabile possibilità di poter gestire sempre meglio modi, tempi, attività, a seconda dei nostri ritmi, dei luoghi e delle modalità personali. Questo, però, a volte può comportare il rischio di avere dei confini sempre più sfumati tra la sfera della vita privata e quella professionale con una concomitante invasione della propria privacy, una diminuzione dei tempi di completo rilassamento e riposo, una crescente sensazione di controllo, pressione, stress e, alla lunga, burnout.

A volte il passaggio dal coinvolgimento, dalla passione per il proprio lavoro all’eccesso di stress e burnout è molto sottile, subdolo e progressivo per cui quando si giunge a tali estremi il nostro disagio può essere già molto avanzato e recuperare un equilibrio tra tempi di vita privata e professionale può diventare più difficile.

Per preservare i momenti e gli spazi fisiologici per la propria vita privata, le amicizie, la famiglia, gli hobby extra lavorativi, il benessere e la salute psicofisica potrebbero essere utili alcuni accorgimenti per prevenire lo stress e il burnout.

A seguire 4 insospettabili cause di burnout lavorativo su cui può valere la pena porre attenzione per evitare che prendano il sopravvento:

  1. Si è molto coinvolti, appassionati, motivati nel proprio lavoro: se è vero che coinvolgimento, passione, motivazione sono molto importanti per ogni attività, specie quella professionale, è altrettanto vero che un eccesso di queste inclinazioni può rischiare di portare ad un sovraccarico del nostro impegno fino a rendere il lavoro una dimensione totalizzante nella nostra vita. Il lavoro, a quel punto, diventa un’ossessione, che conduce a trascurare tutto quello che non attiene strettamente ad esso. Si finisce così, nel breve, medio e lungo termine col trascurare le relazioni amicali e affettive, la propria salute, il dedicarsi a qualcosa che ci soddisfi e ci realizzi che non sia il lavoro stesso. Spesso quando si è molto dediti al lavoro si è anche molto precisi, puntuali e ben organizzati. In tali casi può rivelarsi inaspettatamente difficile mettere in agenda veri e propri momenti da dedicare, ad esempio, ad una telefonata o ad un caffè con un amico, ad un po’ di jogging, ad un massaggio o altra attività non lavorativa che sentiamo che può essere benefica per la nostra salute psicofisica. Anche se all’inizio potrebbe sembrare una forzatura o una perdita di tempo, alla lunga anche i benefici sul lavoro si fanno sentire in termini di maggiore attenzione, concentrazione, creatività, produttività, leadership e lavoro sereno di squadra. Inoltre, ciò che all’inizio poteva sembrare una imposizione, con la pratica diventa un’abitudine piacevole, utile e benefica e come tale intrinsecamente motivante.

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