Ragazzi, nel bene e nel male, la vita va a finire proprio lì dove la immaginiamo. Prendete l’hoverboard, quel diabolico marchingegno che come per magia trasporta i nostri figli e nipoti per parchi e marciapiedi d’Italia. Si tratta del “self balancing scooter”, veicolo a due ruote parallele che attraverso sensori giroscopici si mantiene in equilibrio orizzontale trasportando quei “luloni” pre-adolescenziali che così non devono nemmeno sforzarsi di camminare. E che per noi italiani dovrebbe diventare “scooter autobilanciante” mentre i produttori-distributori hanno tradotto la questione con “pedana elettrica autobilanciante” per il timore – probabilmente legittimo – che se lasciavano il termine “scooter” poi a qualche geniale ministro della Repubblica veniva in mente di metterci sopra una targa e il bollo.
Bene, per esperienza, possiamo dire che trent’anni fa immaginarsi una roba così era fantascienza pura, come il teletrasporto e le orecchie di Spock. E difatti è proprio la fantascienza a inventarselo l’hoverboard, per l’esattezza nel 1989, con il secondo episodio del film “Ritorno al futuro”, dove compare il famoso “volopattino” a mo’ di skateboard senza ruote che fluttua grazie alla fantomatica “energia magnetica”. Quindi qualcuno lo ha immaginato, un altro lo ha realizzato e commercializzato (nel 2016) e magari, fra altri trent’anni, un terzo lo produrrà davvero a energia magnetica.
Come si arriva a questo meraviglioso meccanismo che fa compiere di volta in volta un passo in avanti all’umanità? Semplice. Perché, come abbiamo introdotto all’inizio, la vita va dove la immaginiamo. E il senso della nostra rubrica è proprio questo: raccontare “quello che non ti dicono e devi sapere sul mondo di domani” che qualcuno ha immaginato ieri o l’altro ieri, per un orizzonte temporale che si spinge fino ai prossimi venti o trent’anni o anche più.
Inaugurando queste note diamo uno sguardo all’anno appena trascorso commentando l’analisi compiuta dalla californiana Singularity University, fondata da Peter Diamandis, che la rivista Fortune ha inserito nella lista dei “World’s 50 Greatest Leaders”. E con Singularity che rappresenta una delle più interessanti comunità al mondo orientate completamente all’innovazione – e che tornerà molto spesso nei nostri approfondimenti.
Ecco l’analisi sulle “pietre miliari del progresso umano nel 2018” che potete trovare sul web nel relativo articolo “The Milestones of Human Progress We Reached in 2018” a firma di Raya Bidshahri. Il sunto è che l’anno passato, secondo Singularity, è stato straordinariamente positivo. Per noi, in Italia, concentrati come siamo ad assistere allo svilente teatrino della discesa agli inferi della politica nostrana e alle periodiche tragedie scaturite per la mancanza atavica di infrastrutture al passo coi tempi in tutta la penisola e l’indifferente – e criminale – mancanza dei relativi controlli, fatichiamo a crederlo. Però, va detto, hanno ragione loro, quelli della Singularity University.
Per esempio, dal punto di vista spaziale, è andata alla grande, con gli oltre venti lanci compiuti dall’azienda SpaceX di Elon Musk e con il volo di prova dello SpaceShipTwo della Virgin Galactic di Richard Branson, che prevede di rendere realtà il turismo spaziale entro la metà del 2020. E con la stessa Nasa in gran forma, grazie alla sonda New Horizon che a tredici anni dal lancio – avvenuto il 19 gennaio 2006 – ha raggiunto il primo gennaio 2019 Ultima Thule, che con i suoi 30 chilometri di diametro nella fascia di Kuiper risulta essere l’oggetto spaziale più lontano mai studiato dall’uomo, a 6,4 miliardi di chilometri dalla Terra; e pure grazie alla missione su Marte che procede con ottimi risultati: capiamoci, per dei vecchi arnesi come noi, l’idea che stiamo realmente studiando la struttura interna di Marte, è fantascientifica come vedere il Capitano Kirk – William Shatner, l’originale – che fa a cazzotti con un mostro alieno e poi gli tromba la moglie, perdutamente innamorata di lui.
Detto ciò, oltre allo spazio, il podio è così composto.
Contrasto alla malattia. Oggettivamente l’umanità non è mai stata così sana e longeva nella sua lunga storia come oggi. E questo, è inevitabile, lo si deve ai progressi di scienza e medicina. Se infatti per la maggior parte della storia umana l’aspettativa di vita ha toccato i trent’anni, nel mondo odierno siamo intorno ai settant’anni e nell’Occidente sforiamo gli ottanta. E nello specifico dell’ultimo anno abbiamo fatto passi in avanti per combattere flagelli come Alzheimer, artrite reumatoide, sclerosi multipla e cancro – l’American Association of Cancer Research ha contato negli ultimi dodici mesi 22 trattamenti che definisce rivoluzionari per contrastare il cancro nelle sue varie forme. A cosa si deve tutto ciò? Allo sviluppo delle conoscenze in immunoterapia, ingegneria genetica, cellule staminali e nanotecnologie.
L’anno passato, secondo Singularity, è stato straordinariamente positivo. Per noi, in Italia, concentrati come siamo ad assistere allo svilente teatrino della discesa agli inferi della politica nostrana, fatichiamo a crederlo. Però, va detto, hanno ragione loro, quelli della Singularity University
Terapie per la salute mentale. Oggi una persona su quattro, valuta il World Economic Forum, ha disturbi mentali (di sicuro il nostro parlamento insieme alle curve di alcuni stadi italiani non fanno parte della statistica perché la percentuale schizzerebbe alle stelle…), per una problematica sempre più trasversale. E anche in questo senso i progressi rivoluzionari della genetica sono fondamentali per comprendere sempre di più i geni che favoriscono disturbi come depressione, schizofrenia e ansia; e trattamenti sempre più personalizzati aiutano l’efficacia delle terapie. Addirittura nell’estate 2018 la terapia psichedelica è stata avvallata dalla FDA (Food and Drug Administration), l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici. Con l’MDMA – sì, proprio lei, e tu che frequentavi le discoteche romagnole negli anni Novanta e ne abusavi, adesso puoi ben dire di aver aiutato la medicina! (Scherziamo, ovvio, prima che qualche ente poco ironico ci faccia causa o ci indichi come cattivi maestri augurandoci la morte più atroce – è già successo in passato!). Con l’MDMA, dicevamo, usata per il trattamento del DPTS (disturbo da stress post-traumatico), dopo diversi esempi di successo. E la stessa psilocibina – una triptammina presente in alcuni funghi psichedelici del genere Psilocybe e Stropharia – combinata con la giusta terapia si è rivelata molto più efficace delle tradizionali forme di trattamento per depressione e ansia.
Progresso morale e sociale. La terza pietra miliare che rileva Singularity è forse la più importante perché riguarda tutti noi: sani e malati, giovani e vecchi, insomma, l’umanità. Se benessere e innovazione sono associate al progresso economico e tecnologico, la componente etico-morale di un popolo – o dell’intera specie umana – vale altrettanto – e forse ancora di più – perché rappresenta le fondamenta della stessa civiltà. E a livello internazionale, l’anno appena trascorso, nel suo complesso e anche contando i non pochi moti sovranisti se non addirittura xenofobi, ha comunque segnato enormi progressi nei diritti per donne e bambini, diritti civili, diritti LGBT e diritti per gli animali. Esempi concreti? L’Islanda ha introdotto la legge sulla parità salariale tra uomini e donne; in India (nonostante le ancora fortissime contraddizioni legate al fanatismo culturale e religioso), la Corte Suprema ha depenalizzato l’omosessualità; e per quello che conta nel Vecchio (e per tanti aspetti obsoleto) Continente la Commissione Europea ha pubblicato una bozza di linee guida etiche per l’affidabilità dell’intelligenza artificiale.
A prescindere dai singoli esempi, a livello globale e multidisciplinare, stiamo assistendo a una imprenditoria socialmente sempre più consapevole. Da un lato per la sensibilità sempre crescente degli imprenditori. Dall’altro lato perché è così che tutta la filiera – dagli stakeholder ai clienti finali – vuole che funzioni la questione. E anche le startup non sono più valutate semplicemente in base a profitti e ricavi, ma anche per il loro impatto – positivo – sul mondo che verrà.
In conclusione, quelli di Singularity dicono che oggi i principali innovatori del mondo non si stanno più chiedendo “Come posso diventare ricco?” ma “Come posso risolvere questa sfida globale?”. Domanda che noi, più prosaicamente, da maliziosi arnesi quali siamo, riformuliamo così: “Come posso diventare ricco risolvendo questa sfida globale?”. E il risultato, diciamolo, va bene uguale perché la vita va a finire proprio lì dove la immaginiamo.