Jamming (dall’inglese disturbare per mezzo di interferenze) è un termine utilizzato anche in ambito militare con questa particolare accezione: di solito si parla di effetto jamming nell’ambito delle contromisure elettroniche attive, ossia quelle che interferiscono attivamente con gli apparati radar altrui. Il jamming in particolare è, in soldoni, un effetto che fa apparire nei radar una miriade di falsi contatti, oscurandoli di fatto ed impedendo quindi di riconoscere i veri bersagli.
Ovviamente il jamming non ha solo applicazioni militari, ed anzi banalmente è una delle cose più diffuse nella quotidianità, volontario o meno che sia: quando non si trovano le chiavi della macchina sulla tavola di cucina cosparsa di oggetti vari appoggiati sopra, si tratta di fatto di jamming: tu, le chiavi, le hai proprio davanti agli occhi ma non le vedi. Semplicemente la tua mente è disturbata nella elaborazione di ciò che hai di fronte dalla presenta di numerosi altri oggetti presenti nel campo visivo.
Analogamente il jamming può essere utilizzato in termini mediatici per dissimulare la reale priorità delle informazioni. In epoca di internet e open sources il concetto di censura intesa come divieto di pubblicare informazioni è del tutto superato: le informazioni non vengono omesse perché la cosa sarebbe praticamente impossibile. Ci si limita a circondarle di “falsi positivi” in modo che diventi molto difficile riconoscere quelle vere da quelle false, quelle rilevanti da quelle assolutamente superflue.
Guardando in maniera analitica questi primi mesi di Governo giallo-verde quello che emerge è un ottimo uso proprio dell’effetto jamming che, specialmente il lato leghista della coalizione, sta sapientemente utilizzando per spostare il dibattito politico quotidianamente sulla “sparata” del giorno, impedendo una concentrazione eccessiva di attenzioni sulle questioni reali di governo.
Quando quotidianamente viene buttato in pasto all’opinione pubblica l’ennesimo argomento divisivo, che sia il vincitore di SanRemo, il satanismo e gli esorcismi, le radio che dovrebbero trasmettere almeno una canzone italiana ogni 3, o qualsiasi altra proposta più o meno strampalata e improbabile che venga fuori nel dibattito politico, ecco quello è jamming: ci si concentra sul commentare la notizia del giorno, mentre le cose accadono passando sopra le teste di tutti.
In effetti, le priorità che Lega e 5 Stelle portavano avanti in campagna elettorale sono ormai talmente lontane dal dibattito politico che quasi non sembra passato “solamente” poco meno di un anno da quando ci si confrontava su reddito di cittadinanza, flat tax e abolizione della Fornero come basi irrinunciabili per le due forze politiche.
I dati iniziano ad essere sconfortanti: il reddito di cittadinanza che ci si appresta ad approvare è solo un pallido e lontano surrogato di quello promesso dal Movimento e che tante speranze aveva alimentato in buona fetta dell’elettorato.
Di contro anche i provvedimenti fin qui approvati non hanno dato gli esiti sperati: il decreto dignità in particolare si sta rivelando, numeri alla mano, un enorme boomerang per i lavoratori che, se da un lato non vedono aumentare il numero dei contratti a tempo indeterminato, dall’altro trovano sempre maggiori difficoltà a farsi rinnovare anche quelli a tempo determinato, e questo proprio per le limitazioni imposte dalla riforma grillina.
Nonostante i consensi ancora in crescita, anche il lato leghista del Governo non è molto migliore quanto ad effetti concreti dei provvedimenti: i numeri dei rimpatri sono in costante calo, a dispetto delle promesse fantasmagoriche dei 500.000 rimpatri promessi; di accordi bilaterali stretti con nuovi stati per permettere i rimpatri coatti non c’è traccia e il numero di quelli volontari è sensibilmente diminuito, così come sono diminuito i fondi per questi stanziati.
Il decreto sicurezza, con l’abolizione dei permessi di soggiorno concessi per protezione umanitaria, ha istantaneamente portato dalla legalità alla illegalità migliaia di persone che, visto quanto abbiamo appena scritto sui rimpatri, sono rimasti nelle nostre città, in condizione di totale anonimato a formare un bacino utilissimo da cui le organizzazioni criminali possono attingere a piene mani. Il tutto mentre il Ministro dell’Interno (ossia il primo responsabile dell’ordine pubblico) posta video di disordini con commenti allarmati e invitando i suoi supporter a diffondere quelle immagini – salvo poi farsi smentire dai Carabinieri – come fosse un qualunque membro dell’opposizione senza alcuna responsabilità in ciò che accade. Ormai il vicepremier in felpa verde ricorda da vicino Lesley Nilsson che, interpretando il presidente degli Stati Uniti, di fronte all’arrivo degli alieni esclama “bisogna avvisare il presidente!”. “Ma è lei il Presidente”, gli risponde il suo assistente. “Allora so già tutto.”
Per ottenere questi risultati “esaltanti” è stata varata una delle finanziarie più contestate degli ultimi anni, di fatto costituita da un enorme pagherò per il quale, solo per andare a pari, finanziando le misure approvate e annullando le clausole di salvaguardia sull’aumento dell’IVA, la prossima manovra dovrà recuperare qualcosa come 100 miliardi. Non male.
È così che l’elettore medio del meridione che ha votato sperando nel reddito di cittadinanza (quello vero), si ritroverà l’autonomia fiscale di Veneto e Lombardia, che, che banalmente significa fondi in meno che lo Stato centrale potrà trasferire alle regioni del meridione, quindi meno servizi.
La cosa però, ad eccezione che per alcuni addetti ai lavori, non desta grande preoccupazione e, a dire il vero, nemmeno grande interesse. Attenzione, non perché il corpo elettorale in massa si fidi del Governo, infatti questi argomenti sono per lopiù out of topic anche per gran parte dei contestatori dell’esecutivo. Merito del jamming, appunto.
Quando quotidianamente viene buttato in pasto all’opinione pubblica l’ennesimo argomento divisivo, che sia il vincitore di SanRemo, il satanismo e gli esorcismi, le radio che dovrebbero trasmettere almeno una canzone italiana ogni 3, o qualsiasi altra proposta più o meno strampalata e improbabile che venga fuori nel dibattito politico, ecco quello è jamming: ci si concentra sul commentare la notizia del giorno, con ilarità a volte e incredulità da parte degli oppositori, con approvazione per quanto riguarda i fan (perché non importa quanto può essere grossa la cavolata, ci sarà sempre qualcuno disposto a sposarla).
Così passa un’altra giornata a discutere del niente, mentre le cose accadono passando sopra le teste di tutti. Perché mentre si discute del corso di esorcismo, il diritto di famiglia viene realmente cambiato e i danni sono concreti; mentre si discute se Mahmood meritasse di vincere o meno Sanremo o se il televoto popolare valga più o meno della giuria degli esperti, Di Maio (Ministro e vicepremier) in Francia ad incontrare un leader sovversivo, creando la crisi diplomatica più grave che abbiamo avuto con i transalpini dal ’40 ad oggi ci va veramente. Ok, è facile fare ironia sulla rivalità-odio con i francesi, lo sfottò è sempre dietro l’angolo e abbiamo tutti goduto nel 2006 quando gli abbiamo soffiato i mondiali in casa loro – tutti tranne Radio Padania che tifava contro l’Italia, altra cosa che, chissà come ci si scorda sempre a proposito di chi oggi avanza al motto “prima gli italiani”. Non scordiamoci tuttavia che la Francia rimane uno dei nostri principali partner commerciali, con scambi di miliardi ogni anno (secondo la Farnesina nel 2017 ha raggiunto il livello record di 76,6 miliardi di euro, in aumento dell’8,3% rispetto al 2016), con una fitta rete di compartecipazioni societarie e una bilancia commerciale in attivo di più di 11 miliardi nel 2017.
Allo stesso modo, occultate dietro alle polemiche quotidiane di zero importanza, sono passate inosservate questioni fondamentali per il futuro del Paese: basti pensare alla lotta che si sta consumando dietro alle nomine ed alla riforma di Banca d’Italia, molto collegata alla titolarità dell’utilizzo delle riserve auree che questa possiede, o ancora questione alle autonomie differenziate regionali, che solo ultimamente inizia ad avere un minimo di risalto mediatico.
Ed è così che l’elettore medio del meridione che ha votato sperando nel reddito di cittadinanza (quello vero), si ritroverà l’autonomia fiscale di Veneto e Lombardia, che, che banalmente significa fondi in meno che lo Stato centrale potrà trasferire alle regioni del meridione, quindi meno servizi.
Che dire, almeno sul Jamming nulla da contestare nella maggioranza, funziona benissimo, per ora.