L’intervistaSilenzio, parla Farage: “Europeisti, tremate. Il prossimo parlamento europeo sarà il vostro incubo”

Intervista esclusiva al leader del neonato Brexit Party che secondo i sondaggi prenderà il 34% alle elezioni europee: “Vinceremo perché laburisti e conservatori hanno tradito la buona volontà del popolo inglese. Salvini? Ha usato l’Europa per prendersi l’Italia”

AFP

Nigel Farage è l’uomo del momento in Europa. Per vent’anni ha guidato lo Ukip sgolandosi davanti a microfoni e telecamere dell’Europarlamento di Strasburgo, con l’unico scopo di ottenere un referendum per far uscire il Regno Unito dall’Unione europea. David Cameron l’ha prima ignorato, poi l’ha preso in giro e infine ha concesso ciò che voleva dopo che lo Ukip nel 2014 ha vinto le elezioni europee con il 26,8% dei voti. E quando il 23 giugno del 2016 gli inglesi hanno votato per uscire dall’Unione europea, Farage ha abbandonato il partito, pensando di aver realizzato la sua utopia. Ma dopo tre anni di negoziati, retromarce, indecisioni e bocciature, la premier Theresa May non è riuscita a completare la Brexit entro il 29 marzo, come aveva promesso. Per questo Farage poche settimane fa ha fondato il Brexit Party, solo contro tutti, ancora una volta. E ora i sondaggi lo danno al 34%, più di laburisti e conservatori messi insieme. Da giorni gira in lungo e in largo l’Inghilterra, sfruttando l’enorme prateria politica lasciata dall’indecisione dei due grandi partiti che hanno poche idee, ma confuse, come diceva Flaiano. Giusta o sbagliata, ammantata di bugie e mezze verità o meno, l’unica posizione chiara nello scenario politico è la sua. Quando lo chiamiamo al telefono si trova a Pontefract, città nella contea del West Yorkshire, il cui motto è “Post mortem patris pro filio”, ovvero «Dopo la morte del padre, supporta il figlio», non a caso quello che la maggioranza dei leavers pensa del defunto Ukip e il nuovo Brexit Party. «Se l’Italia deve uscire dall’Unione europea? No, noi dobbiamo uscire, voi potete anche restare. A dire il vero voglio un buon rapporto che porti a un sacco di scambi commerciali con l’Unione europea. Ma deve essere una relazione tra due Stati sovrani, non possiamo rimanere imprigionati nell’Ue ancora per molto».

I sondaggi danno il Brexit Party al 34%, niente male per un partito nato poche settimane fa. Come si spiega questo successo?
Ormai non si tratta più di entrare o uscire dall’Unione europea, ma di rispettare la democrazia e il risultato di un referendum che è stato il più grande esercizio democratico nella storia della nostra nazione. I laburisti e i conservatori hanno promesso che non avrebbero alterato il risultato del voto e che saremmo usciti il 29 marzo dall’Unione europea. Ma non l’hanno fatto. Hanno tradito la buona volontà del popolo britannico.

Cosa farete al Parlamento europeo subito dopo aver vinto le elezioni?
Faremo quello che avrebbe dovuto fare il governo il 29 marzo. Fin dal primo giorno in cui entreremo di nuovo al Parlamento europeo insisteremo costantemente per abbandonare l’Unione europea, l’unione doganale e lasciare il mercato unico europeo il prima possibile.

Quindi farete di tutto per uscire il 31 ottobre senza alcun accordo con l’Unione europea.
Sì, assolutamente. Il nuovo “trattato europeo” che Theresa May ha siglato con Michel Barnier non è assolutamente accettabile. Tanto vale allora uscire e commerciare con le regole base del Wto (Organizzazione mondiale del commercio, ndr). Ma questa sarebbe una brutta notizia per voi, visto che compriamo molti prodotti dall’Italia.

Allora forse sarebbe meglio uscire con un accordo.
Certo, ma non con quello che la May ha negoziato con la Commissione e ha presentato alla Camera dei Comuni. Vogliamo un semplice accordo tariffario con l’Unione europea, ma senza alcun vincolo politico con Bruxelles.

Facile a dirsi, ma Theresa May non è riuscita a ottenerlo dopo due anni di negoziati. Si metta nei panni della premier, cosa farebbe al suo posto se fosse al numero 10 di Downing Street?
Direi a Monsieur Barnier che ho fatto un terribile errore. Non lasceremo l’Unione europea con un accordo che ci farebbe buttare ancora 39 miliardi di sterline nel budget comunitario con il rischio di rimanere potenzialmente bloccati per sempre all’interno dell’Unione doganale. Vogliamo essere un paese indipendente che fa la propria politica commerciale in tutto il mondo.

Non ha paura di cosa succederà all’economia inglese se il Regno Unito uscirà dall’Unione europea senza un accordo?
Per niente. Non ho paura della libertà, non ho paura della democrazia, non ho paura che il Regno Unito ritorni a essere un vero stato nazionale. Non ho più paura di essere vittima di bullismo da parte di Jean-Claude Juncker, Michel Barnier o Donald Tusk. Voglio essere un Paese normale. E i Paesi normali sono indipendenti, si fanno le proprie leggi e controllano i propri confini. Mentre se sei nell’Unione Europea, prendi ordini da un’altra parte.

Se rimarrete nell’Unione europea dovrete continuare a “prendere ordini” da Michel Barnier, che secondo molti osservatori sarà il prossimo presidente della Commissione europea. Cosa pensa di lui?
È un fanatico europeista, un credente assoluto del progetto europeo e questo non depone a suo favore. Ma francamente è un negoziatore di gran lunga migliore di Theresa May. Sarebbe meglio averlo avuto dalla nostra parte durante il negoziato.

Secondo i sondaggi eleggerete molti eurodeputati. Con quali partiti vi alleerete nel nuovo Parlamento europeo? Ritornete con il Movimento Cinque Stelle o formerete un gruppo indipendente?
Ci occuperemo di tutto questo dopo la prossima domenica.

In Italia il grande favorito è la Lega di Matteo Salvini. Siete stati per anni colleghi al Parlamento europeo. Che ricordi ha di lui?
Ricordo che arrivò nel 2004 al Parlamento europeo perché ero co-presidente del primo eurogruppo a cui si unì come deputato della Lega. Francamente lo ricordo più per quello che faceva in Italia che per come lavorava a Bruxelles. Sì, è venuto a Strasburgo e ha votato, ma ha usato la posizione da eurodeputato per costruirsi la sua immagine politica usando sia i media tradizionali che i social network. È stato davvero molto efficace, mi tolgo il cappello.

Crede che i movimenti sovranisti riusciranno a cambiare l’Unione europea?
Dipende da quanti euroscettici verranno eletti al Parlamento europeo. Se ce ne saranno abbastanza potrebbe crearsi una minoranza ostruente che bloccherà molte leggi europee. Potenzialmente per la Commissione europea, questo potrebbe essere il Parlamento più problematico che abbiano mai dovuto affrontare.

Guardando i sondaggi è lecito per lei sognare di diventare il prossimo premier del Regno Unito. Ci ha fatto un pensierino?
No, non particolarmente. Ho sempre desiderato fare politica per cambiare l’agenda del mio Paese e le politiche del governo piuttosto che cercare di ottenere un titolo personale. Se chi è al governo non realizzerà la Brexit allora dovremo fare qualcosa. Vogliamo decisamente fare tutto quanto in nostro potere per cambiare la politica britannica. Tutto quello che posso dirvi è che il Brexit Party farà uscire il Regno Unito dall’Unione europea in modo appropriato e parteciperà alle prossime elezioni nazionali. Questo è sicuro.

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