Per adesso è una bottiglia sola, non è in vendita ma, almeno secondo gli esperti, è di altissima qualità. La vodka prodotta con acqua e cereali della zona intorno alla famigerata centrale nucleare di Chernobyl, può rivoluzionare l’economia e la produzione agricola della zona, abbandonata da decenni per motivi di sicurezza.
È uno dei risultati della collaborazione di alcuni scienziati di università inglesi e ucraine: la vodka è buona, non presenta alcuna radioattività e si chiama (e come se no?) Atomik. Il progetto dimostra che anche alcuni terreni della cosiddetta “zona di alienazione”, cioè l’area che si estende nel raggio di 30 chilometri dal sito del disastro nucleare e su cui il governo ucraino ha imposto restrizioni molto severe (ma anche molto logiche), possono essere sfruttati e impiegati per la coltivazione. Alcuni, non tutti: all’interno della Zona il rischio di contaminazione non è uniforme. Alcune aree, come ad esempio la Zona I (compresa nel raggio di 10 chilometri), è fuori portata: qui è proibita ogni attività. La Zona II funziona da cuscinetto, mentre la Zona III, considerata semi-funzionale, presenta perfino delle aree cui accedono i turisti. Qui ci sono abitanti, alberghi, edifici amministrativi, ristoranti, ospedali e centri culturali. Eppure, anche qui l’agricoltura è proibita dal governo.
“L’area della Zona I”, spiega Jim Smith, professore di scienze ambientali che ha guidato il piano, “non dovrebbe essere usata per la coltivazione perché ormai è diventata una riserva per animali selvatici”. Le altre, invece, sono sottoposte a restrizioni “ma potrebbero essere impiegate senza problemi”, ma non per tutti gli scopi. I cereali, come hanno dimostrato i test condotti dal suo team, presentano comunque un tasso di radioattività di poco superiore al limite di sicurezza fissato dal governo. Non ci si può fare il pane, come si sottolinea qui, ma si può invece utilizzare per la produzione di alcolici. Il processo di distillazione cui andrebbero incontro rimuove tutte le impurità rimaste, rendendo il prodotto finale del tutto sicuro (almeno, sicuro dal rischio di radioattività). L’acqua, poi, proviene invece da una falda sotto la città di Chernobyl, e secondo le analisi sarebbe del tutto sicura. Anzi, dal punto di vista della composizione chimica sarebbe molto simile a quella della regione dello Champagne, in Francia.
“L’idea è di cominciare a coltivare per utilizzare i cereali nella distillazione. Se si inizia ora, ttra trent’anni il rischio di contaminazione sarà stato eliminato”, spiegano i professori. Ma non solo: ci saranno anche importanti ricadute economiche, che permetteranno di riavviare le attività in una zona depressa da anni. “Sarà un ritorno alla normalità”. E per chi la normalità non l’ha mai conosciuta, sarà una nuova, entusiasmante, esistenza.