Cronache dall’impeachmentUcrainagate: il capo dello staff della Casa Bianca accusa Trump, poi ci ripensa

Mick Mulvaney dice ai giornalisti che Trump voleva trattenere gli aiuti all’Ucraina in cambio dell’indagine sulle elezioni del 2016. Poi ci ripensa e divulga un comunicato in cui dice di essere stato frainteso

La “confessione” di Mick Mulvaney
Il capo dello staff della Casa Bianca, Mick Mulvaney, giovedì durante una conferenza stampa ha dichiarato ai giornalisti che gli aiuti all’Ucraina erano legati al desiderio del presidente Trump di indagare sulle elezioni del 2016. Alla domanda specifica di un giornalista circa la decisione di trattenere gli aiuti dall’Ucraina, Mulvaney ha affermato che il presidente Trump all’epoca gli disse: «Questo è un posto corrotto. Tutti sanno che questo è un posto corrotto … Inoltre, non sono sicuro che gli altri Paesi europei li stiano aiutando». Pressato con altre domande sul fatto che la Casa Bianca voleva trattenere gli aiuti all’Ucraina fino a quando il presidente non avesse ricevuto ottenuto assicurazioni, Mulvaney ha detto ai giornalisti di «farsene una ragione» e che «ci sono conseguenze politiche in politica estera». Un giornalista ha quindi detto a Mulvaney che la sua risposta suonava come un quid-pro-quo. La risposta di Mulvaney è stata: «Lo facciamo sempre con la politica estera».

Le reazioni dei democratici alle parole di Mulvaney
Il primo a reagire alle parole di Muvaney è stato Adam Schiff, presidente della commissione intelligence alla Camera. Alla Cnn ha detto: «Le parole di Mulvaney significano che le cose sono andate da molto, molto male a molto, molto peggio». Eric Swalwell, democratico all’interno delle commissioni di intelligence e giudiziaria, ha commentato così le parole di Mick Mulvaney: «Ha co-firmato la confessione del Presidente».

La reazione della Casa Bianca alle parole di Mulvaney
La Cnn riporta le dichiarazioni di una fonte anonima vicina al team di avvocati del presidente. Secondo questa fonte, gli avvocati di Trump sarebbero sconcertati da quanto detto da Mick Mulvaney ai giornalisti. «Non è stato di certo utile», sono state le parole della fonte. Più tardi Jay Sekulow, avvocato di Trump, ha dichiarato: «Il team legale del Presidente non è stato coinvolto nella preparazione della conferenza stampa di Mulvaney». Come a dire che ciò che ha detto è solo una sua iniziativa.

Cinque ore dopo aver dichiarato davanti ai giornalisti che sì, Trump aveva congelato aiuti per 400 milioni di dollari all’Ucraina per creare pressioni affinché indagasse i democratici e le elezioni del 2016, Mick Mulvaney ha detto di essere stato frainteso

Mick Mulvaney: «Sono stato frainteso»
Cinque ore dopo aver dichiarato davanti ai giornalisti che sì, Trump aveva congelato aiuti per 400 milioni di dollari all’Ucraina per creare pressioni affinché indagasse i democratici e le elezioni del 2016, Mick Mulvaney ha rilasciato la seguente dichiarazione scritta: «Consentitemi di chiarire che non vi è stato assolutamente alcun quid pro quo tra l’aiuto militare ucraino e qualsiasi indagine sulle elezioni del 2016. Il presidente non mi ha mai detto di trattenere denaro fino a quando gli ucraini non avessero fatto qualcosa relativamente al server (si riferisce al server della Democratic National Commitee, hackerato dai Russi nel 2016, ndr). Le uniche ragioni per cui volevamo trattenere il denaro erano legate a preoccupazione per la mancanza di sostegno da parte di altre nazioni e a preoccupazioni sulla corruzione».

La testimonianza di Gordon Sondland
Gordon Sondland, l’ambasciatore degli Stati Uniti presso l’Unione europea, è apparso giovedì a porte chiuse davanti alla Camera. Secondo quando riportato da Cnn, che ha ottenuto una copia della sua dichiarazione iniziale, Sondland ha detto che il presidente Trump lo aveva esortato a lavorare con il suo avvocato personale Rudy Giuliani su questioni relative all’Ucraina. «Era evidente a tutti noi che la chiave per cambiare idea del presidente sull’Ucraina era passare attraverso Giuliani». Sondland ha anche detto di non essersi accorto fino a «molto più tardi» che l’agenda di Giuliani era di «spingere gli ucraini a indagare sull’ex vicepresidente Joe Biden e suo figlio Hunter».

Per Mitch McConnell l’impeachment è ormai inevitabile
Il New York Times riporta che durante una riunione con i senatori repubblicani, Mitch McConnell avrebbe detto loro di tenersi pronti per affrontare il processo in Senato intorno a Thanksgiving, e quindi alla fine di novembre. Il New York Times riporta anche che al Congresso vige un’aria di “inevitabilità” sulla sorte di Trump sul fatto che diventerà il terzo presidente della storia a essere messo e votato sotto impeachment. Durante un pranzo a porte chiuse, pare che McConnell abbia spiegato il processo avvalendosi di una presentazione in PowerPoint.

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