In nome dell’onestà La senatrice Fattori lascia i Cinquestelle e accusa Di Maio e Casaleggio

La lettera ai probiviri del Movimento e la richiesta di chiarimenti sui conti intestati al leader politico e sulle spese, e il regime fiscale della piattaforma Rousseau

Una lettera per un lungo addio. Il Movimento cinque stelle vede assottigliarsi il suo gruppo parlamentare. Oggi la senatrice Elena Fattori esce dal partito di Luigi Di Maio e Davide Casaleggio. Lo fa esattamente un anno dopo essere finita “sotto inchiesta” per non aver votato il primo decreto sicurezza, quella carta di “identità politica” che è passata indenne dal Conte/1 al Conte/2.

Un lungo addio che Linkiesta racconta oggi, pubblicando la missiva firmata dalla Fattori e indirizzata al capogruppo M5S al Senato Gianluca Perilli e ai Probiviri del partito.
Missiva che racconta non solo l’esilio e le pratiche di mobbing cui è stata costretta dopo il no al decreto Salvini, ma anche il deficit di democrazia interna e di trasparenza amministrativa all’interno del Movimento. Ai probiviri infatti la parlamentare chiede di conoscere gli aspetti gestionali della piattaforma Rousseau, dal regime fiscale all’utilizzo che Davide Casaleggio fa dei fondi che i parlamentari sono tenuti a versare alla sua associazione, pena l’espulsione. La richiesta, inoltrata all’inizio dello scorso mese, non ha mai ricevuto risposta. Da qui la decisione di passare al gruppo misto. «Me ne vado io, senza aver mai saputo perché mi avete messo sotto processo». Funziona così ai tempi della democrazia diretta.

Ecco la lettera

Al Collegio dei Probiviri del Movimento 5 stelle

Gentili Probiviri (e colleghi)

sono trascorsi ormai nove mesi da quando ho appreso, “grazie” ad un comunicato sul sito ilblogdellestelle.it, che penderebbe un procedimento disciplinare nei miei confronti, avviato peraltro senza farmi pervenire alcuna contestazione scritta. Ad oggi pertanto non mi è dato sapere cosa mi venga contestato, né se effettivamente penda un procedimento da cui potrebbe eventualmente dipendere la cessazione dei rapporti associativi tra la sottoscritta, il MoVimento 5 stelle e il relativo gruppo parlamentare.

Rilevo peraltro che a far data dal giorno successivo al voto di fiducia del primo dl Sicurezza avvenuto il 7 novembre del 2018, quando a seguito della mancata partecipazione al voto il capogruppo Patuanelli annunciò la segnalazione della vicenda ai probiviri, sono stata circondata da una sorta di cordone sanitario. Ricordo a tal proposito inopportuni tentativi di dissuadermi dal rendere dichiarazioni pubbliche, pressioni alle trasmissioni televisive per impedire la presentazione del mio libro sulla scienza in Parlamento e, soprattutto, l’effettiva emarginazione dall’attività nel territorio che ha espresso la mia candidatura e in cui sono stata eletta, ivi compresa l’esclusione dalla campagna elettorale per le elezioni europee.

Il rifiuto di qualsiasi attività emendativa a me afferente, conventicole interne che mi escludevano da riunioni importanti che riguardavano il mio territorio, inopportuni tentativi di dissuadermi dal rendere dichiarazioni pubbliche, pressioni alle trasmissioni televisive per impedire la presentazione del mio libro sulla scienza in Parlamento

Orbene: l’impossibilità di poter lavorare in maniera costruttiva, il rifiuto di qualsiasi attività emendativa a me afferente, conventicole interne che mi escludevano da riunioni importanti che riguardavano il mio territorio (ultima della serie una riunione del 30 settembre in Campidoglio alla presenza del Sindaco di Roma Virginia Raggi, su un tema per me cruciale e oggetto di intensa attività ovvero la gestione dei rifiuti nella Città Metropolitana), il sostanziale boicottaggio nei confronti dei disegni di legge da me presentati nonostante potessero avere grande rilevanza come il testo sui reati agroalimentari – cosiddetto Agromafie – sono solo alcuni degli esempi cui mi riferisco. Queste modalità mi portano a sollecitare, per rispetto personale e professionale, nonché per chiarezza dei rapporti (anche umani), di portare a termine il procedimento disciplinare entro e non oltre, simbolicamente, l’anniversario della votazione in Senato del primo dl sicurezza ovvero l’8 novembre 2019. A tal proposito non avendo ricevuto comunicazione scritta da parte dei probiviri non conosco i termini esatti della contestazione e, avendo proposto al decreto sicurezza degli emendamenti corrispondenti ai rilievi del Presidente Mattarella oggi utilizzati per la modifica, credo di meritare anche scuse pubbliche per aver anticipato interventi imprescindibili.

Ritengo condizione inderogabile per la chiusura del procedimento, darne notizia pubblica sul blog delle stelle per garantire una rilevanza pari all’annuncio della sua apertura.

Qualora non ricevessi riscontro a questa mia e in difetto comunque della definizione del procedimento, in ordine al quale mi riservo in ogni caso le tutele giudiziarie, valuterò l’opportunità dell’allontanamento dal gruppo parlamentare, in cui, come ho detto, il cordone sanitario “disciplinare” è di impedimento concreto ad una corretta collaborazione con i colleghi Senatori.

Altresì con la presente a richiedere diversi chiarimenti in nome della trasparenza e dell’onestà che caratterizzano il Movimento, richieste da me avanzate in diversi contesti durante la presente legislatura purtroppo senza riscontro:

Bilancio dettagliato del gruppo parlamentare con elenco fornitori al Senato.

Lo stato del conto intestato al capo politico Di Maio e ai due capigruppo di Camera e Senato sul quale vengono versate le eccedenze dei parlamentari.

L’elenco delle spese sostenute per la piattaforma Rousseau e i suoi fornitori.

Le deliberazioni, se esistono, sulle attività che dovrebbero essere svolte da Rousseau coi soldi dei parlamentari.

Sapere quale regime fiscale utilizza Rousseau sui soldi che vengono versati dai parlamentari.

Roma lì In fede

08/10/2019 Sen. Elena Fattori

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