Liudmila Kadatskaja, 46 anni, di San Pietroburgo, in Italia da vent’anni, medico al Servizio emergenze 118 della Asl di Chieti, coordinatrice per l’Italia dei Medici Russofoni, racconta la fatica di tanti medici stranieri: «Mi sono laureata in medicina con specializzazione in Pediatria nel 1996 in Russia. Nel 2008 mi sono dovuta iscrivere alla Sapienza di Roma e ripetere tutto il sesto anno. Ho dovuto ridare otto esami, scrivere la tesi di laurea e passare l’abilitazione. Ho la laurea italiana, posso lavorare in tutta la Ue, ma non è stata riconosciuta la mia specializzazione. Ci vorrebbe un passo in avanti di Italia e Russia. Siamo medici laureati, la differenza è solo il passaporto».
20 Gennaio 2020