Nel 2014, il primo sondaggio a livello UE sulla violenza contro le donne, condotto dalla EU Agency for Fundamental Rights (FRA), ha rivelato che “una donna su 5 ha subito violenza fisica e sessuale dal proprio partner attuale o precedente”. Se si spinge l’acceleratore fino ad arrivare al 2020, con un nuovo decennio alle porte, la situazione non è migliorata: violenze, femminicidi, molestie fisiche e psicologiche.
Tuttavia, quello che realmente è cambiato è la centralità dell’argomento. Secondo il caporedattore di VoxEurope, Catherine André, «le cose sono cambiate dopo il movimento #MeToo». Inoltre, negli ultimi anni è stata usata una parola relativamente nuova per definire l’assassinio di donne: “femminicidio”. La Convenzione di Istanbul è il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante che crea un quadro giuridico globale e un approccio per combattere la violenza contro le donne. Si tratta di una convenzione del Consiglio d’Europa contro la violenza sulle donne e la violenza domestica, approvata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa il 7 aprile 2011 ed aperta alla firma l’11 maggio 2011 a Istanbul. Il trattato si propone di prevenire la violenza, favorire la protezione delle vittime ed impedire l’impunità dei colpevoli. In un parere del maggio 2019 sulle questioni relative all’uguaglianza di genere, il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha invitato i paesi dell’UE che non hanno ancora ratificato la Convenzione diIstanbul a riconsiderare la loro posizione al più presto.
Marina Škrabalo, membro del gruppo Diversity Europe nel CESE e direttrice della Fondazione per i diritti umani Solidarna, spiega cosa rende così importante la Convenzione diIstanbul: «La violenza di genere ha radici estremamente forti nell’intero codice culturale patriarcale che caratterizza la nostra civiltà da migliaia di anni».
All’inizio di un nuovo decennio, la prima presidente donna della Commissione europea Ursula von Der Leyen ha annunciato come la lotta alla violenza sulle donne sia una delle priorità e l’urgenza per i sette stati dell’Unione che ancora non hanno firmato la Convezione di Istanbul di procedere in questa direzione.
Sia Catherine André che Marina Škrabalo sono ospiti dell’ultimo episodio di The Grassroots View, il podcast che fa parte del network “EuroPod”, insieme a Jelena Veljača, co-fondatrice della campagna di social network non governativa croata e iniziativa dei cittadini contro la violenza domestica e sessuale, #Spasime (“Salvami”).