Fine quarantena maiI no-vax sono vivi e vegeti e pensano che il coronavirus sia un complotto di Bill Gates

Sui social i gruppi contro i vaccini sono ancora molto attivi e festeggiano una presunta conferma delle loro ragioni, invocando teorie del complotto strampalate e cospirazioni delle lobby farmaceutiche

JOHN THYS / AFP

«Qualche anno fa tutti discutevamo dei no-vax, adesso sono scomparsi tutti». «Fortunatamente esistono i vaccini e non esistono più i no-vax. Se questa tragica vicenda ha un risvolto positivo è questo». «Desidererei che si trovasse immediatamente un vaccino contro il coronavirus per due motivi. Il primo perché salverebbe tante vite umane, il secondo per il piacere di vedere gli antivaccinisti implorare la vaccinazione in ginocchio sui ceci». A parlare, rispettivamente, l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, il deputato di Italia Viva Luciano Nobili e il virologo Roberto Burioni. Il riferimento è all’insolito “silenzio” che, in tempi di emergenza coronavirus, caratterizzerebbe il variegato popolo no-vax e free-vax. Ma è proprio così? Il virus cinese ha fatto davvero tabula rasa di chi si oppone alla profilassi vaccinale?

In effetti, navigando su Facebook in questi giorni, non è raro imbattersi in utenti che festeggiano la presunta resa, sull’onda del timore per la nuova epidemia, di chi si contrappone ai vaccini sulla base di teorie antiscientifiche. Qualcuno li punzecchia persino nei loro gruppi online, a colpi di post e meme in cui ironicamente ci si chiede che fine abbiano fatto tutti, o si ipotizza una “conversione di massa” nel caso venisse trovato un vaccino per il COVID-19. Eppure, bazzicando proprio per quei gruppi, ci si rende conto che gli anti-vaccinisti sono tutt’altro che scomparsi. Sono forse meno visibili, ma non si esimono dal dire la loro sul coronavirus e sul dibattito martellante e a tratti ossessivo che lo circonda. Lo spiega bene, sul suo sito e su Facebook, il Coordinamento Regionale Veneto per la Libertà delle Vaccinazioni (Corvelva): «Dove sono finiti i no-vax? Tranquilli», rassicurano sarcasticamente, «sono tutti qui, a guardarvi sprofondare nel ridicolo. In pochi giorni tutti coloro che dovevano sentirsi rassicurati dalla trionfante battaglia per rendere obbligatori 10 vaccini, si sono ritrovati inermi, scoprendo che oltre alla varicella e al morbillo esistono (mioddio!) altri virus».

Una rivendicazione simile è contenuta anche nel post, pubblicato in risposta a un articolo di Simone Canettieri su Il Messaggero, del Comitato per la libertà di scelta vaccinale CLi.Va Toscana, associazione di genitori free-vax nata nella regione nel gennaio 2017. «Consigliamo al Sig. Canettieri di smetterla di auto convincersi che i no-vax siano scomparsi e che siamo tutti in attesa del vaccino per il coronavirus», si legge. «Noi siamo COERENTI, rimaniamo per la libertà di scelta e non ci facciamo certo condizionare dai titoloni ad effetto dei giornali italiani».

Nello stesso post, il Comitato toscano rilancia peraltro le dichiarazioni anti-allarmiste di Maria Rita Gismondo, direttrice del laboratorio di analisi dell’Ospedale Sacco di Milano, e di Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e presidente della Sita (Società Italiana di Terapia Anti-infettiva). Entrambi, nei giorni scorsi, hanno cercato di ridimensionare la portata dell’allarme, rassicurando, tra le altre cose, sulla bassa mortalità del virus cinese.

E non è un caso che posizioni come queste, espresse da illustri membri della comunità scientifica nazionale, siano popolari anche tra i no-vax. Perché vengono utilizzate per supportare la loro teoria di fondo: in soldoni, che l’ingiustificato allarmismo imperante sia stato “montato ad arte” per gli interessi di pochi nel limitare le nostre libertà e favorire la “rincorsa al vaccino”, rimpolpando così i portafogli delle grandi case farmaceutiche. Naturalmente, a discapito della salute dei cittadini. Una tesi non certo nuova, che riemerge ciclicamente, e che viene tratteggiata in post, articoli e comunicati, direttamente o indirettamente. E tra le tante bufale che popolano il web in questi giorni, c’è persino chi sostiene che il coronavirus sia stato messo a punto dalle lobby farmaceutiche finanziate da Bill Gates.

Lungi dal restare in silenzio sul virus cinese, sul tema ha detto la sua anche il Movimento 3V (cioè “Vaccini Vogliamo Verità”), balzato all’onore delle cronache per essersi presentato alle elezioni regionali in Emilia Romagna e per aver raccolto quasi 11mila preferenze. A preoccupare il Movimento, in particolare, uno degli emendamenti del Decreto Legge sull’emergenza che, affermano, «Intende conferire alle forze armate impiegate per l’isolamento delle zone focolaio la qualifica di agente di pubblica sicurezza». «Con la campagna mediatica terroristica cui tutti abbiamo assistito si è creato nelle persone uno stato di panico […] e ora si intende giustificare l’imposizione di regole che limitano fortemente la libertà individuale che ci portano alla memoria trame di inquietanti film di fantascienza», tuonano i 3V, paventando l’instaurazione di «uno Stato di polizia».

«Perché, qual è la vera intenzione, il reale interesse di tanto allarmismo? Lo scopriremo, non c’è dubbio, a breve sarà evidente», scrive in un altro contributo pubblicato sul sito Magda Piacentini, Consigliere nazionale del Movimento. Tra le altre cose, Piacentini accusa Beatrice Lorenzin, ex ministra della Salute che promosse una legge per aumentare la copertura vaccinale in Italia, di aver diffuso «balle» su «inesistenti morti da morbillo», e tutto il sistema mediatico di aver silenziato i pareri dei virologi meno allarmisti, per dare spazio al “vero mostro”: «Il virus velenoso che ci ha già instupidito oltre misura è la propaganda, è l’informazione distorta».

Analisi come queste, che mettono in relazione gli ultimi avvenimenti con casi considerati simili degli anni passati, sono decisamente frequenti nell’universo no-vax e free-vax. Corvelva, sul social di Mark Zuckerberg, cita ad esempio un passo considerato profetico scritto nel 2009 da Marcello Foa a proposito della “finta pandemia di suina”: «L’operazione richiede: primo, un committente, che resta sempre nell’ombra. Secondo, specialisti della comunicazione che sanno usare a proprio vantaggio le dinamiche della moderna società dell’informazione. Terzo, una prova, vera o apparente: qualche morte sospetta, alcuni contagiati. Quarto, un angosciante mistero: la malattia sconosciuta e capace di evocare paure ataviche come quella dell’influenza spagnola”. Il tutto, per suscitare “una paura che a qualcuno giova e tanto. Per ragioni che noi, ancora, non sappiamo”» E sotto il post, c’è chi parla di «copione», chi ironizza sull’arrivo del vaccino («Pazientate, tra poco arriva il vaccino che tutti salverà»), e chi esprime il timore «che ti costringano davvero a farlo», visto che «sono riusciti nell’intento di spaventare il mondo intero».

Il dottor Stefano Montanari, noto per le sue battaglie, combattute insieme alla moglie Maria Antonietta Gatti, contro le sostanze contaminanti nei vaccini, traccia invece un parallelismo con l’epidemia di morbillo per la quale anche l’OMS, nell’agosto 2018, aveva espresso preoccupazione: «Strani questi virologi: quando si trattava di morbillo ed è morta una persona in un anno, paziente oncologica, si trattava della più grande epidemia del secolo. Io vi spiegavo che la persona era morta “col morbillo” non “di morbillo”, ma l’epidemia era tale che si è dovuti ricorrere alla vaccinazione coatta per proteggere i nostri pargoli», scrive in un post rilanciato da diversi utenti. Oggi, spiega poi, alcuni virologi hanno effettuato la medesima distinzione per il coronavirus: «Un soggetto può morire per coronavirus (ovvero il virus ha contribuito direttamente alla sua morte) o con il coronavirus (il virus è presente ma il suo ruolo non primario nella morte)’». E si domanda: «Chissà se la versione cambierà quando ci sarà un vaccino?».

«È chiaro che tanta scena è creata ad hoc per distogliere l’attenzione da altre problematiche ben più gravi», scrive poi Diego Tomassone – medico sospeso per 6 mesi dall’Ordine per affermazioni considerate antiscientifiche sui vaccini – in un lungo post ricondiviso da diversi profili no-vax o free-vax. A suo avviso, anziché optare per una ricetta basata su «una sana igiene di vita e di alimentazione non tossica, giusta integrazione (ad es. basterebbero aglio, peperoncino e timo come ‘preventivi’, e non a caso la medicina ayurvedica come tutte le medicine tradizionali puntano su ciò!), e arginare la paura!», si sarebbe scelto l’approccio che “rende” di più, e attraverso il quale «si possono brevettare mezzi come i vaccini».

Ma non è finita qui: a essere rilanciate dai gruppi no-vax, anche tesi decisamente complottistiche sull’origine del coronavirus. Tra queste, quella secondo cui il virus proverrebbe dal laboratorio canadese di Winnipeg, e sarebbe stato “rubato” dalla Cina o incautamente messo in circolazione dagli stessi canadesi. Una storia – sviscerata dal sito autismovaccini.org – che sembrerebbe essere apparsa per la prima volta sull’account Twitter di un consulente finanziario texano, e da lì diffusa sui due lati dell’oceano. Secondo factcheck.org, la “bufala” sarebbe stata originata da un mix confuso di notizie di stampa interpretate in maniera distorta.

Altro che scomparsi, insomma: i no-vax sono vivi e vegeti. E, con buona pace di chi li vorrebbe convertiti sulla via di Damasco, neppure il coronavirus sembra esser stato capace di far cambiare loro opinione.

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