L’inaugurazione dell’anno bellissimoI vertici della magistratura sbriciolano il Conte uno, mentre il Conte due si gira dall’altra parte

La riforma sulla prescrizione manderà in tilt i tribunali e i decreti sicurezza sono criminogeni, dicono le massime autorità giudiziarie della Repubblica. Bonafede insiste, Conte pensa al virus, il Pd chissà

Ieri è successa una cosa formidabile, anzi una doppia cosa formidabile: in un contesto solenne e davanti a tutte le massime autorità della Repubblica, i vertici della magistratura italiana hanno sbriciolato la legge grillino-leghista sulla prescrizione e i decreti leghisti-grillini sulla sicurezza. Questa è la prima cosa formidabile. La seconda cosa formidabile è che il governo ha fatto finta di niente: di fronte alla denuncia delle più alte cariche della magistratura inquirente e giudicante nei confronti di provvedimenti che riguardano la libertà e la sicurezza dei cittadini italiani e dei migranti stranieri la reazione è stata… be’, non c’è stata.

Ricominciamo dall’inizio. All’inaugurazione dell’anno giudiziario, davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il presidente della Suprema Corte di Cassazione Giovanni Mammone ha spiegato al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, detto Fofò Dj, che la sua legge sulla fine della prescrizione, approvata ai tempi magici di Luigi Di Maio & Matteo Salvini a Palazzo Chigi con il cameo del «punto fortissimo di riferimento di tutte le forze progressiste» Giuseppe Conte, provocherà numerosi disastri ai tribunali, ai cittadini e allo stato di diritto. Più o meno la stessa cosa ha detto il procuratore generale della Corte di Cassazione Giovanni Salvi.

Con il tradizionale piglio grillino, sempre a metà tra lo stolto e il fanatico, il Guardasigilli di Mazara del Vallo (TP) ha ribadito invece che si tratta di «una conquista di civiltà», probabilmente riferendosi all’immaginifica civiltà del Pianeta Gaia, come da leggendaria pirlata del Casaleggio senior, il quale suggeriva a dei fessacchiotti che poi sono finiti nelle stanze dei bottoni di rinchiudere i corrotti in apposite gabbie da piazzare agli ingressi delle tangenziali. Il procuratore generale Salvi ha spiegato anche «l’effetto criminogeno» dei decreti sicurezza, «l’effetto criminogeno» non noccioline, che è l’altro capolavoro politico del governo Conte uno che il governo Conte due da settimane cerca di trovare il modo di non affrontare per evitare scontri interni alla maggioranza e che l’improvvisa emergenza del Coronavirus ha consentito di rimandare sine die.

Non tutti hanno avuto bisogno dell’inaugurazione dell’anno giudiziario per rendersi conto che la legge sulla prescrizione intaserà i tribunali, oltre a tutto il resto, e che i decreti sicurezza assieme al rinnovo automatico del memorandum con i libici faranno aumentare i reati in Italia e le torture in Libia, ma il punto è capire dove siano finiti coloro che hanno motivato e sostenuto il governo Conte due in virtù di una cosiddetta discontinuità rispetto al Conte uno esattamente su questi temi. Come scriviamo da giorni, allegando prova video e un contatore dei giorni, sono passati 76 giorni dalla roboante promessa di Nicola Zingaretti di cambiare i decreti sicurezza e di fare lo ius culturae, mentre contro la legge sulla prescrizione il suo partito si è battuto in modo serio e compatto fino a quando, pochi mesi fa, era all’opposizione. Poi stop. «Ovvio che rivedremo i decreti Salvini sulla sicurezza», ha promesso ma non ancora mantenuto Zingaretti. Attendiamo fiduciosi, anche se sempre meno fiduciosi.