Playlist per la quarantenaDieci canzoni italiane che spaccano

Da “Rosa e Olindo” di Colapesce e Di Martino a “Anche se non voglio” di Dente. Ci sono Francesca Michielin, Peter White, Giovanni Truppi e Adelasia

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Qui la playlist completa

“Controcorrente” di Adelasia
Adelasia (fu il nome della terza moglie di Ruggero I di Sicilia nel 1100) è di Lucca, ha 25 anni e tre singoli all’attivo. Ha una voce pure e sottile che ricorda quella di Elisabeth Fraser dei Cocteau Twins. “Controcorrente” è un ricamo esile e composto, che potrebbe introdurre future sorprese.

“Duemilacredici“ di Caterina
Caterina Cropelli da Trentino, in arte Caterina, fu finalista di X-Factor 2016 (eoni fa…) nella squadra di Fedez. Quattro anni dopo arriva al primo album e il singolo di lancio e una graziosa ballata sullo stress digitale e ae promesse mancate, con una padronanza vocale troppo diligente, ma tutta da liberare.

“Monolocale” di Francesca Michelin
Uno dei più limpidi talenti emersi da X-Factor, Francesca arriverà a consacrazione con “Stato di Natura”, nuovo album fatto di collaborazioni illustri. Quella con Fabri Fibra in “Monolocale” è un futuro hit e “Ho visto la tua foto dentro un centro commerciale / una volta vivevamo dentro un monolocale” sono versetti da appuntarsi.

“Poker” di Peter White
Peter White si chiama Pietro Bianchi, romano, in circolazione da un po’ nella scena super-indie della Capitale, emblematico del filone di ironica indolenza che ha in Carl Brave e Franco 126 i suoi profeti. Con “Poker” centro finalmente il pezzo pop compiuto, capace di andare oltre le giaculatorie sul tempo perso.

“Conoscersi in una situazione di difficoltà” di Giovanni Truppi
Stagionato cantautore napoletano giunto a una dimensione compiuta ed efficace della sua espressività, anche grazie a felici collaborazioni come questa con Niccolò Fabi, che dà vita a un felice incontro di voci diverse e a due ragguardevoli performance. Il pezzo è ricco e ambizioso e Giovanni guida il gruppo dei neoclassici del 2020.

“Anche se non voglio” di Dente
Tratto dal nuovo sorprendente album che segna la seconda vita di Dente, con un notevole adattamento ai canoni stilisti del momento e un riuso ben padroneggiato dell’elettronica fine eighties. Il bello è che in questo nuovo contesto le piccole parabole personali dell’autore si calano a meraviglia.

”Rosa e Olindo” di Colapesce e Di Martino
“Due cuori e una condanna / fine pena mai”: Colapesce ci ha abituato a notevoli bizzarrie, quasi sempre ben motivate. Questa lirica rivisitazione dell’epopea dei killer non confermati di Erba, tiene conto di Morgan e di Umberto Bindi, ha un arrangiamento visionario, uno strano melodramma e un risultato notevole e sorprendente.

“Valori aggiunti” di Tutti Fenomeni
Tutti Fenomeni è uno dei nomi nuovissimi più interessanti tra quelli spuntati alle viste. Con l’album “Merce Funebre”, che merita un discorso a parte, rende omaggio all’ultimo Lucio Battisti, quello di Pasquale Panella e dell’elettronica elementare. “Valori aggiunti” è il pezzo più compiuto, smunto, minimale e parecchio geniale.

“Mappe” di Mameli e Meli
“Come si fa a stare svegli 7 sulle tue labbra / senza la mappa”: qualsiasi sia l’esoterico significato di questi versi, “Mappa” è un buon esemplare dell’itPop delineatosi nell’ultimo anno, di cui entrano a far parte i catanesi Mario Castiglione (Mameli), e Alessio Meli, e nel quale Gazelle e Calcutta sono i Venditti e De Gregori del secolo scorso.

“Bando” di Anna
Straight from La Spezia, l’improbabile ma indiscutibile regina del momento: Anna, grrrl che si è autoprodotte per un momento e poi è stata subito assorbita da una major (la Virgin). Che succederà? Cometa o Lady Gaga? Quale che sarà il suo destino, “Bando” resta un gioiello situazionista, emblematico di tempi incomprensibili. “Do you know what I’m sayin’?”

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