Sos ItaliaTasse congelate, mutui sospesi, voucher alle famiglie, soldi per i lavoratori: ecco il decreto anti coronavirus

Il provvedimento potrebbe avere una dotazione più alta fino a 15 miliardi. La cassa integrazione diventerà universale, ci saranno misure per gli autonomi. Stop al pagamento di Iva, Irpef e contributi Inps per le imprese più colpite

Maggiori risorse per sanità, protezione civile e forze armate. Sostegno al lavoro con un raddoppio dei fondi a 5 miliardi. Liquidità per famiglie e imprese. Sospensione di tasse, affitti e bollette. La dotazione del decreto anti coronavirus, che dovrebbe essere approvato oggi dal consiglio dei ministri salvo slittamenti, potrebbe salire a 15 miliardi rispetto ai 12 previsti inizialmente. Un puzzle complicato di interventi a cui i tecnici del Tesoro stanno lavorando per tracciare la platea dei destinatari, seguendo le indicazioni del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri: essere «estremamente rigorosi» nella definizione dei beneficiari, per garantire pieno sostegno a tutti coloro che sono stati effettivamente colpiti dalle conseguenze della pandemia.

Ieri è proseguito il confronto tra il ministro, i viceministri e i rappresentanti dell’opposizione per limare e definire i dettagli. Ma molti aggiustamenti potrebbero arrivare in fase di conversione in legge. La difficoltà del governo, come ha ammesso lo stesso sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, è quella di doversi concentrare nello stesso momento sia sulla parte sanitaria che su quella economica.

Risorse per la sanità
La prima casella del decreto sarà quella destinata al rafforzamento del sistema sanitario in affanno, con uno stanziamento di circa 2 miliardi, tra macchinari e assunzioni a tempo. Nel decreto del 9 marzo, era già stato disposto il reclutamento straordinario di specializzandi, laureati abilitati e medici dall’estero. Arriveranno in soccorso anche 120 medici e 200 infermieri militari. È previsto poi un aumento del 50% dei posti letto in terapia intensiva e del 100% nelle unità di pneumologia e malattie infettive. Invitalia del neo supercommissario Domenico Arcuri gestirà la produzione nazionale della strumentazione sanitaria necessaria, incluse mascherine e ventilatori. In aggiunta, la protezione civile potrà «requisire» beni immobili, compresi gli alberghi e le strutture sanitarie private, per ospitare le persone in isolamento.

Sostegno al lavoro
A seguire, il pacchetto lavoro, con uno stanziamento di 5 miliardi, raddoppiato rispetto a quello iniziale di 2,5 miliardi, come annunciato dalla ministra del Lavoro Nunzia Catalfo. I sindacati e i consulenti del lavoro hanno chiesto una vera e propria “norma anti-licenziamento”. Il governo di fatto allargherà a livello nazionale molte delle misure concesse nelle prime zone rosse lombarde e venete. Ma sarà complicato far stare insieme tutti i tasselli del frammentato mercato del lavoro, dai dipendenti ai collaboratori fino agli autonomi.

La cassa integrazione sarà resa universale. Ci sarà una estensione di quella in deroga a tutti i settori non coperti da ammortizzatori sociali e in tutta Italia per tre mesi prorogabili. Verrà ampliata anche quella ordinaria, con la possibilità di accesso anche alle imprese che l’hanno esaurita. Queste misure serviranno a proteggere tutti i lavoratori dipendenti di negozi, bar, palestre, centri estetici che hanno abbassato le serrande – anche per le attività con un solo dipendente – garantendo quindi l’80% dello stipendio, con un tetto massimo di 900 netti per chi ha uno stipendio fino a 2.100 euro e di 1.000 euro per chi guadagna di più (secondo i parametri della cassa 2020). La cassa integrazione sarà affiancata da un finanziamento da 500 milioni del Fondo di integrazione salariale per le imprese da 5 a 15 dipendenti.

Per tutti i lavoratori che non sono coperti dalla cassa, la dote ipotizzata in partenza è di 500 milioni, ma si potrebbe anche salire. Per gli stagionali del turismo, potrebbe essere prevista l’estensione della Naspi, al di là dei requisiti previsti finora. Capitolo a parte quello degli autonomi. Secondo un sondaggio di ProntoPro tra 3mila idraulici, avvocati, imbianchini e personal trainer, negli ultimi giorni l’83% ha visto un vertiginoso calo del fatturato. Pagamenti previdenziali e assistenziali saranno sospesi, con un’indennità di 500-600 euro una tantum. Ma non per tutti: la platea sarà nazionale, ma probabilmente parametrata al calo di fatturato e limitata sotto una certa soglia reddito, e soprattutto circoscritta alle partite Iva dei settori più colpiti. Quindi turismo, spettacolo, fiere, trasporti, cultura e servizi educativi. Sarà previsto anche l’intervento delle casse di previdenza dei professionisti, con un aumento della quota da destinare al welfare o detassando gli investimenti destinati ai servizi.

Altri 700 milioni dovrebbero essere destinati a mamme e papà con i figli a casa, per via della chiusura delle scuole, che potranno scegliere un voucher baby sitter da 600 euro o un congedo da 12 a 15 giorni. Inizialmente la misura era indirizzata a genitori con figli fino a 12 anni (nessun limite se disabili), ma l’età potrebbe salire a 14. L’indennità dovrebbe essere intorno al 30% dello stipendio per i redditi più alti e tra l’80 e il 100% per quelli medio bassi. Percentuali che i sindacati hanno provato fino alla fine a innalzare per evitare una eccessiva riduzione dei redditi.

Liquidità per famiglie e imprese
Il sostegno alle famiglie arriva anche con la sospensione del pagamento delle rate dei mutui della prima casa per un periodo massimo di 18 mesi, ma solo in caso di forte riduzione del lavoro a causa dell’emergenza, attingendo al fondo di solidarietà Gasparrini, che nel 2012 ha consentito la sospensione di circa 6mila mutui. Il ministro Gualtieri, in ogni caso, ha assicurato che non ci saranno limiti di reddito. La stessa misura varrà per lo stop al pagamento degli affitti delle case, riservato a chi è stato effettivamente colpito dalla crisi. E in parallelo dovrebbe essere prevista la sospensione del pagamento delle imposte sui canoni di locazione per i proprietari che subiscono il mancato introito. Il provvedimento sarà esteso anche agli affitti commerciali per i negozianti costretti a chiudere.

Un capitolo importante riguarderà le imprese colpite dal blocco delle attività. La priorità sarà il sostegno alla liquidità. Il fondo centrale di garanzia che sostiene le piccole e medie imprese già oggi fornisce finanziamenti bancari per 40 miliardi, sarà potenziato con oltre un miliardo. Sarà previsto anche l’accesso gratuito su tutto il territorio nazionale, il prolungamento delle garanzie e un aumento delle percentuali di garanzia per le filiere che più hanno subito i contraccolpi del virus.

Fisco
Per effetto del coronavirus, si ferma anche il Fisco. Versamenti dell’Iva, ritenute Irpef, contributi Inps, affitti e rate della rottamazione dovrebbero essere posticipati per chi ha subito un calo di fatturato intorno al 25% (qui, per tracciare il perimetro, potrebbero venire in aiuto i dati della fatturazione elettronica), «anche in previsione di un futuro parziale ristoro», come aveva spiegato Gualtieri. Tradotto: una parte dei soldi in futuro, a emergenza finita, potrebbe essere chiesta indietro dallo Stato. La prima ipotesi è che la soglia per beneficiare dello stop sia quella di chi fattura meno di 400mila euro nel settore dei servizi e 700mila nella cessione di beni (commercianti e artigiani). Saranno sospesi inoltre l’invio di cartelle da parte dell’Agenzia delle entrate e i pignoramenti.

Saranno introdotte misure per rafforzare i bilanci delle banche, sempre nell’ottica di garantire ossigeno a imprese e famiglie. In arrivo anche 600 milioni per il settore agricolo, che nell’emergenza sarà chiamato a garantire l’approvvigionamento alimentare. Forse resterà un po’ di spazio per accelerare gli investimenti pubblici già programmati, seguendo il cosiddetto “modello Genova”, con la nomina di nuovi commissari straordinari, e snellendo le procedure amministrative anche in deroga al codice degli appalti.

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