Cassa in deroga generalizzata limitata al periodo di emergenza. Rinvio del pagamento dei contributi. Moratoria sui mutui per imprese e famiglie. Ora che tutta Italia è diventata una “grande zona arancione”, con le nuove chiusure imposte a livello nazionale, i 7,5 miliardi di euro annunciati dal governo per la “manovra anti-coronavirus” non sembrano più così tanti. Saranno interventi «vigorosi ma commisurati alle esigenze e limitati nel tempo» per «prevenire danni permanenti al tessuto produttivo dell’economia italiana e all’occupazione», si precisa in una nota del Tesoro.
In via Venti Settembre si lavora a ritmi serrati per stilare gli interventi e approvare il nuovo decreto in tempi brevi, dopo che mercoledì il Parlamento voterà la relazione sullo scostamento di bilancio per 6,3 miliardi di euro. «Abbiamo chiesto al Parlamento uno scostamento del deficit di circa 7 miliardi di euro. Ma il governo è intenzionato a fare tutto quello che servirà per fronteggiare gli effetti del coronavirus», ha detto il viceministro all’Economia Antonio Misiani a Radio 24. Insomma, «se serviranno cifre superiori, chiederemo al Parlamento scostamenti su cifre superiori», ha annunciato.
Ma in un mercato del lavoro come quello italiano, che non prevede ammortizzatori sociali per una grande fetta di lavoratori, estendere il perimetro sembra complesso. Di base, si lavora sugli strumenti già esistenti, ampliandone l’accesso. La prima misura certa sarà l’allargamento della cassa integrazione e del Fondo per l’integrazione salariale anche ai lavoratori e ai settori che oggi non ce l’hanno, e alle imprese che l’hanno esaurita. «Stiamo ragionando a come estendere la cassa in deroga per tutto il territorio nazionale, generalizzata a tutti i lavoratori dipendenti delle imprese che ne facciano richiesta», spiega Marco Leonardi, consigliere del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e professore di Economia all’Università Statale di Milano. «Per gli altri tipi di lavoratori, dagli stagionali del turismo e dello spettacolo ai co.co.co, esistono già strumenti contro la disoccupazione. Stiamo lavorando sulla attivazione di queste misure, come la disoccupazione stagionale».
Più complicato il tema degli autonomi, che in questi giorni di blocco stanno perdendo commesse e fatture. «Il lavoro autonomo potrebbe essere protetto con il rinvio delle scadenze per il pagamento di ritenute e contributi», dice Leonardi. Ma non varrà per tutti gli autonomi. «Le misure saranno applicate per tutta Italia, ma solo per le filiere più colpite. Quindi saranno indirizzati a comparti come turismo, ristorazione, spettacolo, eventi sportivi, trasporti, istruzione, che più stanno soffrendo il blocco dovuto all’emergenza sanitaria». Per il momento l’ipotesi di indennizzo da 500 euro per le partite Iva, come chiesto dai sindacati, sembra improbabile. Mentre, per i lavoratori in somministrazione, sono già scesi in campo Felsa Cisl, Nidil Cgil, UilTemp e Assolavoro, sottoscrivendo un accordo che prevede la possibilità di attivare la cosiddetta Tis (Trattamento integrazione salariale) in deroga, con una dotazione di 10 milioni, erogata dal Fondo di solidarietà delle agenzie per il lavoro, in modo da favorire la continuità occupazione dei lavoratori a tempo determinato, che rischiano di non vedersi rinnovato il contratto in questo momento di crisi.
L’altro grande capitolo della manovra anti-virus riguarderà poi le imprese, con il rafforzamento del Fondo di garanzia per il credito e il rinvio del pagamento dei contributi per i dipendenti. Misiani ha parlato di una «moratoria ampia» per i mutui e della necessità di garantire liquidità agli imprenditori. Richieste che ieri sono state ribadite anche da un appello dei ristoratori milanesi al presidente del Consiglio. Al Mef in queste ore si sta dialogando con Abi e Banca d’Italia per mettere a punto forme di garanzia pubblica di supporto al sistema bancario, che ha già garantito uno stop di un anno sui crediti alle imprese su tutto il territorio nazionale. Mentre Cassa depositi e prestiti ha annunciato che erogherà per le imprese fino a 1 miliardo di euro a tassi calmierati.
Nel capitolo delle famiglie, sul tavolo – come riportato dal Sole 24 Ore – ci sarebbe anche l’ipotesi di sospensione delle rate dei mutui per 18 mesi per chi, con un Isee fino a 30mila euro, abbia subito uno stop dal lavoro o una riduzione delle ore lavorative fino a trenta giorni. A questa misura dovrebbe far fronte il fondo gestito da Consap per contro del Tesoro con una dotazione da 25 milioni di euro.
Ma il nodo che riguarda le famiglie è anche quello della chiusura delle scuole. Per i genitori lavoratori con figli minori a casa, l’ipotesi – più volte sollecitata anche dalla ministra Elena Bonetti – è quella di una «estensione dei giorni di congedo parentale o, in sostituzione, l’utilizzo del voucher baby sitter da 600 euro», spiega Leonardi. Misure che potrebbero essere rese graduali a seconda delle condizioni di reddito.
In ogni caso, precisa il consigliere di Gualtieri, «si tratta di prime misure tampone della crisi. L’ampliamento del deficit è stato chiesto solo per il 2020. Non sono misure a regime».