Cassa integrazione universale, ammortizzatori per le partite Iva, congedi e bonus per i genitori lavoratori. «Nessuno deve sentirsi abbandonato», ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte dopo l’approvazione del “decreto cura Italia”. Dei 25 miliardi di risorse stanziate, 10 miliardi sono destinati al sostegno delle buste paga dei 5 milioni di lavoratori costretti al fermo forzato o a una riduzione dei carichi di lavoro, ma anche a mamme e papà con figli a casa dopo la chiusura delle scuole.
Norma anti-licenziamento. Il Titolo II del decreto è dedicato alla “Misure a sostegno del lavoro”. Dalla data di entrata in vigore del decreto sono vietati i licenziamenti per 60 giorni e nello stesso periodo sono sospese le procedure pendenti avviate dopo il 23 febbraio 2020. Il datore di lavoro, indipendentemente dal numero dei dipendenti, non può recedere dal contratto per giustificato motivo oggettivo.
Cassa integrazione per tutti. I datori di lavoro che sospendono o riducono l’attività lavorativa per eventi riconducibili all’emergenza epidemiologica, possono presentare domanda di concessione del trattamento ordinario di integrazione salariale o di accesso all’assegno ordinario con causale “emergenza COVID-19”, per periodi decorrenti dal 23 febbraio 2020, per una durata massima di nove settimane fino al 31 agosto. La domanda deve essere presentata all’Inps entro la fine del quarto mese successivo a quello in cui ha avuto inizio il periodo di sospensione o di riduzione dell’attività lavorativa e non è soggetta alla verifica dei requisiti di legge.
Alla cassa viene affiancato il Fondo di integrazione salariale (Fis), ma senza l’applicazione del tetto aziendale previsto dal decreto del 2015 (dieci volte l’ammontare dei contributi dovuti dal datore di lavoro). L’assegno ordinario è concesso anche ai lavoratori dipendenti presso datori di lavoro iscritti al fondo che occupano più di cinque dipendenti. Il Fis viene rafforzato con una dotazione di 1,3 miliardi: oltre questa soglia, l’Inps non prende in considerazione ulteriori domande.
Entro il limite di spesa di 338,2 milioni, possono chiedere accesso alla cassa integrazione ordinaria anche le aziende che hanno in corso un trattamento di integrazione salariale straordinario. La concessione del trattamento ordinario sospende e sostituisce i trattamenti già in corso. Maglie aperte anche a chi sta usufruendo già di assegni di solidarietà.
Cassa in deroga. L’articolo 21 è dedicato all’allargamento della cassa integrazione in deroga, con un finanziamento di 3,3 miliardi, destinata alle imprese non coperte dalla cassa ordinaria, anche quelle con un solo dipendente. Possono accedervi tutti i lavoratori del settore privato, inclusi quelli agricoli, della pesca e del terzo settore, compresi gli enti religiosi civilmente riconosciuti. Resta escluso il lavoro domestico di colf, badanti e baby sitter. Regioni e province autonome, titolari della misura, a fronte dell’emanazione di un decreto possono concedere la cassa in deroga previo accordo – che può essere concluso anche in via telematica – con le associazioni di categoria dei datori di lavoro, fatta eccezione per le imprese fino a cinque dipendenti. La durata del trattamento equivale alla sospensione del rapporto di lavoro, e comunque non può superare le nove settimane. Le risorse saranno ripartite tra le regioni con uno o più decreti del ministro del Lavoro di concerto con il ministro dell’Economia. Le domande vanno presentate alle regioni, che inviano la lista dei beneficiari all’Inps, che a sua volta provvede all’erogazione delle prestazioni.
Congedi e bonus. A partire dal 5 marzo, giorno di chiusura delle scuole, mamme e papà con figli fino a 12 anni possono usufruire di un congedo di 15 giorni, per il quale è riconosciuta una indennità pari al 50% della retribuzione. La misura è estesa anche ai lavoratori autonomi ed è riconosciuta alternativamente a uno dei due genitori, anche affidatari. In caso di figli disabili, non si applica il limite d’età di 12 anni. Se si hanno figli tra 12 e 16 anni si può chiedere il congedo di 15 giorni, ma non retribuito. Le domande per accedere al congedo vanno presentate all’Inps, entro il limite di spesa di 1,2 miliardi, oltre il quale non verranno accettate altre domande.
In alternativa al congedo, si può scegliere di usufruire di un bonus baby sitter da 600 euro, riconosciuto anche ai lavoratori autonomi. La cifra del bonus sale a 1.000 euro per gli operatori sanitari e i dipendenti della Polizia di Stato, impegnati nella gestione dell’emergenza. Per ottenere il voucher, si presenta domanda telematica all’Inps, indicando l’importo che si vuole utilizzare. Qui il limite di spesa previsto è di 30 milioni di euro.
Autonomi, collaboratori e stagionali. Per il sostegno agli atipici, il governo ha stanziato circa 3 miliardi di euro. Alle partite Iva e ai lavoratori cococo è riconosciuta una indennità per il mese di marzo pari a 600 euro, che non concorre alla formazione del reddito. L’indennità è erogata dall’Inps, previa domanda. Secondo le stime, la platea di potenziali beneficiari prevista è di circa 339mila soggetti, per una spesa complessiva di circa 203,4 milioni di euro. La stessa indennità verrà riconosciuta agli autonomi artigiani e commercianti iscritti alle gestioni speciali Ago: una platea di oltre 3 milioni di beneficiari, pari a una spesa di 2,1 miliardi. Usufruiranno dell’indennità anche gli oltre 170mila stagionali del turismo e degli stabilimenti termali, i 660mila operai agricoli a tempo determinato (con almeno 50 giorni di lavoro nel 2019) e i circa 81mila lavoratori iscritti al Fondo pensioni Lavoratori dello spettacolo.
È istituito inoltre un “Fondo di ultima istanza”, con una dotazione di 300 milioni di euro, come fondo residuale per coprire tutti gli esclusi dall’indennizzo di 600 euro, compresi i professionisti iscritti agli ordini, che hanno un reddito basso.
Viene prorogata al 1 giugno la data per la presentazione delle domande di disoccupazione agricola. Per Naspi e Dis-coll i termini di presentazione sono ampliati da 68 a 128 giorni. Per gli incentivi all’autoimprenditorialità si slitta di ulteriori 60 giorni.
Premi ai lavoratori dipendenti. Ai dipendenti con un reddito complessivo non superiore a 40.000 euro spetta un premio, per il mese di marzo 2020, che non concorre alla formazione del reddito, pari a 100 euro da rapportare al numero di giorni di lavoro svolti nella propria sede di lavoro.
Lavoro sicuro. Dopo la firma del patto tra sindacati e Confindustria, allo scopo di sostenere la continuità, in sicurezza, dei processi produttivi delle imprese, l’Inail entro provvede entro il 30 aprile 2020 a trasferire a Invitalia l’importo di 50 milioni di euro da erogare alle imprese per l’acquisto di dispositivi ed altri strumenti di protezione individuale.
Permessi retribuiti. Oltre ai tre giorni permessi retribuiti previsti dalla legge 104, ne vengono aggiunti ulteriori 12, di cui si può usufruire tra marzo e parile. Con una spesa complessiva stimata in 590,5 milioni di euro.
Quarantena come la malattia. Il periodo trascorso in quarantena con sorveglianza attiva o in permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva è equiparato a malattia. La quarantena deve essere certificata dal medico curante. Sono validi i certificati già trasmessi prima del decreto legge. Per i lavoratori con disabilità gravi, immunodepressi o con patologie oncologiche, il periodo di assenza prescritto dalle autorità sanitarie è equiparato al ricovero ospedaliero. Il limite di spesa previsto è di 130 milioni, oltre il quale gli enti previdenziali prenderanno comunque in considerazione ulteriori domande.
Reddito di cittadinanza. Sono sospesi per due mesi dall’entrata in vigore del decreto gli obblighi connessi alla fruizione del reddito di cittadinanza.
Contributi sospesi per le colf. I versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali e i premi per l’assicurazione obbligatoria dei collaboratori domestici sono sospesi fino al 31 maggio.