Giuseppe Preziosa, fondatore dell’unica fabbrica in Italia di ventilatori polmonari, ha una missione precisa: «Dobbiamo salvare la nazione». Così si legge nel reportage pubblicato da Fanpage.it sulla Siare Engineering, una delle quattro aziende di tutto il mondo (le altre sono una svizzera e due tedesche) specializzate in questi tipi di apparecchiature.
I ventilatori polmonari sono gli unici macchinari medici in grado di salvare le persone colpite da coronavirus nella forma più grave, circa il 10% dei positivi. «Ho fatto un po’ di calcoli: probabilmente da 500 possiamo spingere l’acceleratore e arrivare anche a 650. E cioè 150 in più per ogni mese», spiega Preziosa. In pratica l’azienda bolognese coprirà solo i costi di produzione: i ventilatori verranno ceduti allo Stato italiano al costo di 9mila euro contro il prezzo normale di 17mila. E nei prossimi mesi, come racconta Preziosa anche al Tg5, la produzione non si fermerà quasi mai.
Il compito è stato affidato alla Siare tramite una gara con la Consip, andata ovviamente deserta, vista l’assenza di aziende specializzate dovuta sopratutto al poco mercato interno. «La richiesta mondiale è di 35mila macchine all’anno, che costano fra i 15 e i 20mila euro: a noi ne stanno chiedendo 5mila in pochi mesi, è una cosa impossibile se ci si pensa, però io mi metto comunque a disposizione», chiosa Preziosa. «Personalmente sento il dovere di fare qualcosa, visto il momento incredibile che stiamo vivendo. Avevamo già 300 pezzi pronti per essere spediti in Vietnam, India, Corea e Filippine, ma poi il dottor Borrelli ci ha chiamati e abbiamo bloccato tutto», aggiunge poi. Nelle prossime settimane la Siare Engineering consegnerà 90 ventilatori polmonari agli ospedali lombardi, 174 a quelli dell’Emilia-Romagna e 56 a quelli del Piemonte.
«Il problema è che ce ne vorrebbero mille e non cinquecento, ma se non le facciamo noi, non le fa nessuno», continua il fondatore e presidente dell’azienda. Quello che accade per l’azienda di Valsamoggia, infatti, si ripete anche per le altre gemelle sparse nel mondo, con i governi nazionali pronti a contingentare ed evitare così esportazioni.
Duemila macchinari da consegnare entro luglio è quello che prevede l’accordo, senza tuttavia nessun limite massimo messo a verbale. «Probabilmente si dovrà raddoppiare e continuare a produrne 500 al mese fino a dicembre. In tutto, 5.000 apparecchiature per il territorio italiano potrebbero bastare», sottolinea ancora Preziosa.
La fabbrica bolognese è inoltre presente in 61 Paesi, con 80 persone a libro paga e l’intero indotto delle altre aziende ausiliari che producono pezzi particolari assemblati successivamente dalla Siare Engineering. «In Italia abbiamo sempre lavorato pochissimo, con oltre il 90 per cento della produzione destinata ai mercati esteri. Siamo fornitori ufficiali di General Electric e Philips, fra gli altri, producendo solitamente 220-230 pezzi al mese». Anche per tale motivo, la Protezione Civile ha previsto per lo sforzo richiesto l’invio nel bolognese di 25 o 30 tecnici dell’Esercito come supporto tecnico all’equipe di Preziosa. «In questi mesi non potremmo più fornire la nostra clientela, in quanto il nostro Paese è più importante» aggiunge infine il presidente della Siare.