La ricercaA Bergamo i morti per coronavirus sarebbero 4.500, il doppio delle stime ufficiali

Lo dice uno studio condotto da InTwig insieme all’Eco di Bergamo che dà ragione agli allarmi lanciati dai sindaci della provincia da qualche settimana. I contagi potrebbero essere almeno 288mila, forse di più

Piero Cruciatti / AFP
Serina, provincia di Bergamo (Piero Cruciatti / AFP)

Numeri che vanno corretti al rialzo: le vittime nella bergamasca nel mese di marzo non sarebbero 2.060, come viene rilevato dalle cifre ufficiali. Secondo uno studio condotto dal giornale locale, l’Eco di Bergamo, insieme a InTwig, il dato più corretto si aggira intorno alle 4.500 (su un totale di 5.400). è più del doppio e sei volte di più rispetto all’anno passato. Lo fa rilevare su Twitter anche il sindaco della città Giorgio Gori, che indica anche una stima dei contagiati reali: almeno 288mila, il 26% della popolazione. «Io temo di più».

A differenza dei decessi certificati questi 2.500 aggiuntivi sono persone di cui si sa poco o nulla: non si conosce l’età, sintomi, malattie preesistenti. Per le analisi statistiche, ma anche per i rilievi epidemiologici, utili per studiare la malattia e immaginare nuove forme di prevenzione, non portano informazioni. In generale, però, si tratta di persone anziane, morte in casa o in ospizio, che non hanno mai ricevuto la diagnosi di Covid-19. Il verdetto finale è un laconico «polmonite interstiziale».

Per i sindaci della provincia, che hanno fornito i dati alla ricerca, non è certo una novità. Lo ribadiscono almeno da metà marzo, con una lettera comune inviata al giornate locale e rivolta a tutto il Paese.«I numeri diffusi sono solo la punta dell’iceberg».

Ora arriva la conferma della ricerca di InTwig: «Abbiamo confrontato i numeri dei decessi dei primi tre mesi di quest’anno con la cifra media degli ultimi tre, in modo da verificare l’aumento della mortalità nel territorio della bergamasca», spiega Aldo Cristadoro, fondatore di InTwig e professore all’Università di Bergamo. «La nostra analisi, portava avanti con grande precisione attraverso i dati forniti da ogni amministrazione locale, ci rivela che durante il solo mese di marzo sono morte più di 5.400 persone, e con approssimazione si può dire che 4.500 di queste sono da ricondurre dal coronavirus». Nel marzo 2019 il numero totale dei morti era di 900.

«L’allarme che avevo lanciato insieme agli altri sindaci era fondato», spiega Gori. Il sindaco si augura poi che questi numeri vengano utilizzati per calcolare la portata esatta dell’infezione, oltre che per mettere in atto politiche di contenimento adeguate. Conoscere i dati, spiega, è fondamentale per capire come riprendersi da questa emergenza. E magari per evitarne anche altre.

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