Caos indennitàSito Inps in tilt nel giorno dei 600 euro, poi la chiusura

Chi ha provato ad accedere al modulo di richiesta del bonus si è ritrovato in profili di altri utenti, poi la piattaforma è stata messa offline perché incapace di gestire le troppe domande. «Siamo stati attaccati da hacker», dice il presidente Tridico

Con la partenza dal 1 aprile delle domande per chiedere l’indennità da 600 euro, il sito web dell’Inps è andato in tilt. Prima il down, poi chi ha provato ad accedere al modulo di richiesta del bonus si è ritrovato addirittura loggato a sorpresa negli account privati My Inps di altri contribuenti. Con buona pace per la privacy. A fine mattinata, l’Inps ha deciso di mettere offline il sito e scaglionare gli accessi: «Al fine di consentire una migliore e più efficace canalizzazione delle richieste di servizio, il sito è temporaneamente non disponibile. Si assicura che tutti gli aventi diritto potranno utilmente presentare la domanda per l’ottenimento delle prestazioni».

«Il sito è stato chiuso a seguito degli attacchi hacker ricevuti che hanno provocato “disfunzioni” e sarà riaperto con orari diversi per chiedere le prestazioni per patronati e consulenti e per i cittadini», ha spiegato il presidente dell’Inps Pasquale Tridico. «Lo riapriremo dalle 8 alle 16 per patronati e consulenti e dalle 16 per i cittadini».

Se non è stato un click day, insomma, ci si è arrivati vicino. Scattata la mezzanotte, già il sito non reggeva. Una piccola breccia si è aperta intorno alle 3, per chi è riuscito a restare sveglio. E poi al mattino il banner che rimanda al modulo di domanda non rispondeva di nuovo. E, cosa più grave, ogni volta che si ricaricava la pagina, si entrava nell’account e nella posizione privata di qualcuno: Giorgio, Massimo, Stefano, Luciano ecc. Sui social ormai si sono rincorsi gli screenshot e le segnalazioni di chi si è trovato dentro la posizione di qualcun altro, con accesso all’intero parterre di dati personali, contributivi e fiscali.

«Dall’una di notte alle 8.30 circa, abbiamo ricevuto 300mila domande regolari. Adesso stiamo ricevendo 100 domande al secondo. Una cosa mai vista sui sistemi dell’Inps che stanno reggendo, sebbene gli intasamenti sono inevitabili con questi numeri», si è giustificato Tridico. Ma il caos sui profili ha costretto a intervenire anche il Garante per la Privacy Antonello Soro: «Siamo molto preoccupati per questo gravissimo data breach. Abbiamo immediatamente preso contatto con l’Inps e avvieremo i primi accertamenti per verificare se possa essersi trattato di un problema legato alla progettazione del sistema o se si tratti invece di una problematica di portata più ampia. Intanto è di assoluta urgenza che l’Inps chiuda la falla e metta in sicurezza i dati».

A favorire la corsa alle domande è stata la confusione creata dallo stesso istituto, che il giorno prima ha pubblicato una comunicazione in cui si diceva che l’accettazione delle domande sarebbe stata in ordine cronologico in assenza di un criterio di riparto dei fondi, qualora non bastassero per tutti. La comunicazione poi è stata cancellata. Tridico è corso ai ripari: «Non c’è fretta. Le domande possono essere fatte per tutto il periodo della crisi, anche perché il Governo sta varando un nuovo provvedimento sia per rifinanziare le attuali misure sia per altre». Ma il caos è stato inevitabile.

Tanti, commercialisti compresi, hanno trascorso la notte facendo refresh del sito. E il bilancio della prima giornata, stando ai numeri forniti da Tridico, parla di di 339mila domande ricevute per l’indennità dei lavoratori autonomi. Nel frattempo, il sito dell’Inps è tornato di nuovo accessibile, ma nessuna delle sezioni per presentare le domande indennità e bonus funziona.

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