Sei macro settori (imprese e lavoro, infrastrutture e ambiente, turismo, arte e cultura, Pubblica amministrazione, istruzione, ricerca e competenze, individui e famiglie) e tre paradigmi (rivoluzione verde, parità di genere, digitalizzazione e innovazione) per «un’Italia più forte, resiliente ed equa». È questo il cuore della «strategia per il rilancio dell’Italia» diffusa oggi dalla task force di esperti capeggiata da Vittorio Colao che ha come orizzonte temporale il 2020-2022.
Un piano organico, in cui ad ogni voce corrispondono specifiche fonti di finanziamento, fra “principalmente pubblico”, “principalmente privato” e “no funding” e precise tempistiche di lancio: “attuare subito”, “finalizzare” e “strutturare”.
Fra gli obiettivi relativi a “imprese e lavoro”, tra i primi provvedimenti da adottare si trovano, per esempio, l’esclusione del contagio da Covid-19 dalla responsabilità penale per le aziende non sanitarie e la riduzione temporanea del costo delle misure organizzative anti contagio, il “Rinnovo dei contratti a tempo determinato in scadenza” per il 2020 e il rinvio del pagamento delle imposte sui redditi di giugno-luglio.
È prevista anche una sanatoria come misura per favorire l’emersione del lavoro nero, che si punta a incentivare anche attraverso la riduzione del cuneo fiscale, oltre a un’altra sanatoria per l’emersione e la regolarizzazione del contate derivante da redditi non dichiarati, attraverso il pagamento di un’imposta sostitutiva e l’obbligo di investimento di una parte dell’ammontare (40-60%) per 5 anni in strumenti di supporto del Paese.
Si prevede poi l’incentivo all’utilizzo dei pagamenti elettronici, soprattutto nei servizi e negli esercizi commerciali, attraverso deduzioni e detrazioni Irpef, lotterie e altri strumenti, come la riduzione delle commissioni. Per velocizzare il processo bisognerebbe inoltre inasprire le sanzioni per gli esercizi privi di Pos o con Pos non funzionante. Si dovrebbe poi scoraggiare l’uso del contante per somme rilevanti introducendo maggiori limiti ai pagamenti e disincentivi al ritiro e all’uso dei contanti.
Occorre anche lavorare per colmare il gap digitale in termini di competenze e abilità di problem-solving, che vede l’Italia agli ultimi posti in Europa, lavorando per l’incentivazione di reskilling manageriale e l’assunzione di neolaureati nelle pmi, oltre a misure per la riqualificazione di disoccupati e fruitori di cassa integrazione.
Per il sostegno all’occupazione femminile si propone una riforma dei congedi parentali, con indennizzo almeno al 60%, ed estensione dei congedi di paternità fino a 15 giorni. Sempre relativamente alle misure per le famiglie, si presenta la necessità di lanciare un piano nazionale per l’apertura di asili nido per bambini fra 0 e 3 anni: l’obiettivo è di raggiungere «in 3 anni il 60% dei bambini ed eliminando le differenze territoriali tra Centro, Nord e Mezzogiorno». Fondamentale sarà in questo senso un’organizzazione dei servizi «con orari flessibili e aperture anche nei giorni festivi in modo da garantirne la dovuta flessibilità nell’utilizzo». In ottica familiare bisognerebbe inoltre confermare l’introduzione di un assegno unico variabile a seconda del reddito familiare: questo dovrà assorbire le detrazioni, bonus bebè e assegno al terzo figlio.
Infine, si prevede un “contributo di libertà” per le donne vittime di violenza, ovvero un reddito ad hoc che garantisca supporto alle donne in termini di spese di sussistenza, alloggio, salute, educazione dei figli, corsi professionali e altre finalità di vita autonoma. Si prevedono incentivi anche per la creazione di una rete di imprese contro la violenza.
Per gli operatori turistici, si prevedono agevolazioni e defiscalizzazioni durante il 2020-2021, in modo da incentivare gli operatori a riavviare le proprie attività. L’accesso al turismo, che il piano riconosce come settore in forte difficoltà, dovrebbe essere favorito attraverso investimenti nei collegamenti infrastrutturali verso aree di interesse specifiche oggi isolate, il potenziamento delle linee ferroviarie ad alta velocità (nello specifico fra Bologna e Taranto e l’estensione della dorsale tirrenica fino in Sicilia), i migliori collegamenti tra aeroporti minori e un’attenzione particolare alle città d’arte.
Per la task force di Colao bisogna poi identificare chiaramente quali sono le infrastrutture di interesse strategico, creando le condizioni per rimuovere gli ostacoli alla loro realizzazione, anche attraverso leggi o protocolli nazionali «non opponibili da enti locali».
Le aziende ad alto valore aggiunto dovrebbero essere incentivate a ritornare in Italia, per rafforzare la competitività del Paese. In questo senso si suggerisce di agire tramite la decontribuzione dei lavoratori, gli incentivi agli investimenti produttivi e la maggiorazione fiscale del valore ammortizzabile delle attività rimpatriate. Il piano specifica che tutti i nuovi insediamenti produttivi nel paese dovrebbero beneficiare di queste regole.
In ambito tecnologico, l’accelerazione sullo sviluppo delle reti 5G è un altro dei punti fermi del piano. A questo proposito bisognerà assicurarsi di «adeguare i livelli di emissione elettromagnetica in Italia ai valori europei, oggi circa 3 volte più alti e radicalmente inferiori ai livelli di soglia di rischio».
Le concessioni, infine, dovrebbero essere incentivate ma condizionate ad un piano di investimenti esplicito e vincolante nei settori delle autostrade, del gas, geotermico e idroelettrico, peraltro assicurandosi che siano “coerenti con le macro-direttive del Green Deal europeo”.