Al termine del discorso sullo stato dell’Unione della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, l’Ufficio del Parlamento europeo in Italia ha indetto una conferenza stampa per raccogliere le reazioni della delegazione italiana in merito.
Carlo Corazza, capo ufficio del Parlamento europeo in Italia, ha introdotto i relatori e ha parlato di un «discorso puntuale e di largo respiro», soffermandosi in particolare sul multilateralismo e la politica estera, dove ha osservato come «il tono con la Cina sia definitivamente cambiato», e ha apprezzato i riferimenti alla Bielorussia e a chi, ha dichiarato, «sta cercando di far risorgere degli imperi fuori dalla storia».
Quindi si sono espressi i delegati dei singoli gruppi.
Massimiliano Salini (Forza Italia/PPE) pensa che la von der Leyen «abbia deciso di non stupire, ma di dire cose che rassicurino gli europei nel momento che stiamo attraversando». «La strategia migliore», secondo Salini, che apprezza l’idea di aver investito in modo massiccio sul piano Next Generation Europe senza tradire i principi cardine della ripartenza dell’Europa, a cominciare da un Green Deal coerente alle necessità dello sviluppo industriale. Riferendosi poi all’obiettivo di ridurre le emissioni al 55 per cento entro il 2030, Salini ha commentato che si tratta di una sfida faticosa ma che bisogna accettare affinché quella della sostenibilità sia una partita giocata da tutti».
«Parole tenui», invece, sul tema dell’immigrazione, dove Salini vede ancora delle ambiguità e auspica di «stringere rispetto al concetto di solidarietà tra Paesi, che vediamo ancora stentata e appena accennata».
Sulla politica estera Salini sposa in pieno le posizioni sulla Turchia, dichiara inaccettabili le provocazioni su Grecia e Cipro e afferma che «quello del mediterraneo orientale è un tema centrale su cui l’Italia non deve lasciare la partita alla Francia». Tuttavia si sarebbe augurato maggiore decisione da parte di Ursula von der Leyen nell’afferma l’Unione come grande potenza sullo scacchiere geopolitico internazionale e si auguri che in futuro maturi un «sussulto ora appena accennato».
Brando Benifei (Partito Democratico/S&D) si augura che l’assertività mostrata in Parlamento da Ursula von der Leyen arrivi ugualmente in Consiglio. In materia economica si dichiara d’accordo con quanto dichiarato dalla Presidente ma si augura che le misure sul debito comune diventino strutturali in forza di una fiscalità europea, approva l’adeguamento delle frontiere del carbonio ma invoca la tassa sulle transazioni finanziarie-speculative e quella sui giganti del web. Pur dichiarando il suo gruppo «fiducioso e cautamente ottimista», si augura che venga accelerato il lavoro legislativo della Commissione.
Polemico Antonio Maria Rinaldi (Lega/ID), per il quale Ursula von der Leyen «non accetta alcun tipo di critica ed è incapace di autocritica, avendo bollato come estremisti di destra tutti quelli che la pensano diversamente da lei». Rinaldi cita quindi il discorso pronunciato da Mario Draghi al meeting di Rimini circa l’inadeguatezza delle regole europee, rispetto alle quali, secondo Rinaldi, nessun passo è stato fatto se non ad opera della Banca Centrale Europea. Mette in guardia sul salario minimo, «che può diventare il salario massimo in quanto i sindacati restano fuori dalla contrattazione». E per quanto riguarda l’immigrazione auspica che l’Europa elabori un piano reale di ridistribuzione dei migranti.
Raffaele Stancanelli (Fratelli d’Italia/ECR) parla di «discorso prettamente ideologico», basato su ragionamenti di buon senso che tuttavia mancano di visione progettuali sulle scelte strategiche per l’Europa. Sulla questione migranti Stancanelli, sulla scorta del predecessore Rinaldi, definisce «una caduta di stile» di Ursula von der Leyen quella di aver dipinto come predicatori d’odio chi manifesta un pensiero divergente, e commenta che la linea attuale «rinuncia al buon senso in favore dell’ideologia immigrazionista». Stancanelli poi obietta sul punto del riconoscimento reciproco delle relazioni familiari nell’Unione europea. Ritiene la maternità surrogata un crimine non menzionato dalla Presidente e la apparenta tout court all’adozione da parte di coppia omosessuale, elementi che ritiene in contrasto con la cultura della civiltà europea. Anche Stancanelli infine, d’accordo con Benifei, invoca la web tax
Laura Ferrara (Movimento 5 Stelle/Non iscritti) abbraccia il Green New Deal e le misure sulla transizione energetica, dichiarando che, in merito alla riduzione delle emissioni, il movimento «si sarebbe aspettato percentuali ancora maggiori». Ritiene importanti la proposta sul salario minimo e si aspetta che venga approvato il nuovo patto europeo sull’immigrazione e l’asilo, sebbene, ammette, «non sono ancora chiari i meccanismi di ridistribuzione dei migranti». Anche Laura Ferrara auspica, insieme al contrasto dei paradisi fiscali, un inasprimento del fisco per i principali attori del web, e sposa invece la causa che riguarda i diritti della comunità Lgbtqi ricordando, senza citarlo espressamente, il recente omicidio di Acerra.
Tira le fila della conferenza stampa il vice presidente del Parlamento europeo Fabio Massimo Castaldo (Movimento 5 Stelle/Non iscritti). «Per troppo tempo si è posto l’accento solo sulla politica monetaria e il quantitative easing» dichiara Castaldo, «servono strumenti nuovi e Next Generation EU lo è: la mutualizzazione dei rischi è una novità e la prospettiva di un nucleo di debito comune europeo indica che c’è un passo nuovo, anche se i tagli a fondi come quelli per Erasmus+ sono un problema. Von der Leyen ha posto l’accento sulla sanità, la prevenzione, la disoccupazione, la previdenza. Vuole mettere al centro dell’azione della Commissione un’economia sociale e umana». Ma ammette: «Avremmo voluto ascoltare qualcosa di più chiaro e vincolante sui paradisi fiscali. Il vulnus del discorso mi sembra sull’argomento della ripresa rispetto al tema delle risorse proprie che è stato trascurato. Temi come la maggioranza qualificata sulla politica estera europea e la cooperazione rafforzata poi sono argomenti che andrebbero rimessi con forza sul tavolo».