Limitazioni agli eventi pubblici, misure anti-movida sui locali e scaglionamento di ingressi e uscite al lavoro per evitare assembramenti sui mezzi pubblici. E in più, la possibilità in mano alle Regioni di procedere con lockdown mirati, che vuol dire nuove mini zone rosse. Il governo segue con preoccupazione la curva dei dati e si è dato una settimana di tempo per decidere fino a che punto “stringere” le nuove misure contenute nel Dpcm del prossimo 15 ottobre.
I 4.458 casi di ieri contro i 3.668 del giorno prima allarmano però gli scienziati. In un’intervista al Corriere, Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’istituto Spallanzani e componente del comitato tecnico scientifico (Cts), dice: «Non ci aspettavamo i dati di giovedì. Quasi mille in più rispetto al giorno precedente a fronte di 5mila tamponi in più sono tanti». la situazione è in rapida evoluzione, il virus circola in maniera sostenuta e i dati «sono fonte di preoccupazione»
Il monitoraggio settimanale effettuato dalla cabina di regia Ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità analizza il livello di ospedalizzazione e di occupazione delle terapie intensive. «Al momento questo livello è controllato in tutte le regioni, purtroppo non è escluso che possa salire», dice Ippolito. «Quello che è certo è che non bisogna abbassare il livello di attenzione, anzi dovremmo alzarlo»
E «se i dati dovessero continuare a crescere, potrebbe essere necessario considerare anche la possibilità di misure ulteriori. In attesa del vaccino e di terapie che blocchino la progressione della malattia verso forme severe o critiche, non ci sono altre strade».
Ieri nel Lazio è stato ordinato il lockdown alla provincia di Latina, dove dal 4 ottobre i casi sono aumentati del 155%. Preoccupano ora due appuntamenti del fine settimana: la Marcia della Pace di domenica e ancora di più la manifestazione dei negazionisti a Roma. Si prevedono numeri bassi, ma i questori hanno ricevuto l’indicazione di procedere con le multe per costringerli a usare le mascherine.
Nel frattempo, l’ordinanza pubblicata in Gazzetta Ufficiale conferma il tampone obbligatorio per chi viene da Belgio, Paesi Bassi, Regno Unito, Irlanda del Nord, Repubblica Ceca, Spagna, e anche per tutta la Francia.
Sul trasporto pubblico locale per ora non sembra essere prevista alcuna modifica sull’80% della capienza, nonostante sia ben chiaro al governo il pericolo del pendolarismo da o verso grandi città come Napoli, Milano e Roma. Non si esclude, infatti, che a livello regionale i governatori potranno decidere una stretta maggiore.