Il dibattito no, o sì
Gli psicologi dilettanti, i conduttori radiofonici progressisti, tutti quelli affaticati dal rumoroso tramonto trumpiano osservano Donald Trump e si chiedono perché lo fa. L’ipotesi ora di moda – specie per il chi ha letto il bestseller su di lui della nipote Mary – è che stia facendo di tutto per perdere. Che in questa fase stia mostrando il masochismo sottotraccia di certi uomini violenti.
Per dire, non fa che aiutare Biden. Dopo aver pasticciato col Covid politicamente e personalmente, dopo aver bloccato gli aiuti per gli americani in pandemia, dopo aver approvato uno spot in cui Anthony Fauci è preso fuori contesto e sembra elogiarlo e Fauci lo ha subito smentito, fa il matto anche sui dibattiti. Quello del 15 ottobre è stato cancellato anche se ora Trump dice che è guarito e lo può fare. Biden è già d’accordo per una town hall televisiva a distanza. Trump era contrario perché non vuole gli chiudano il microfono mentre parla Biden.
Poi la sua campagna ha chiesto di fare il dibattito, perché Trump secondo lui è guarito. Poi la campagna di Biden ha dubitato. «Se Trump vuole prendersi il pallone e tornare a casa, peggio per lui», ha detto un consigliere di Biden a Politico. Altri però sono tentati da un altro dibattito, dopo il primo Biden è decollato nei contributi e nei sondaggi. Intanto Biden ha detto che dibatterà di persona solo dopo aver visto un test negativo di Trump, quindi non ci sarà dibattito (segue).
Trump va in giro
Avendo deciso di essere immune dal virus, Trump è partito per un giro di Covid-comizi. Ha iniziato a Sanford, Florida, dove la popolazione era terrorizzata, per ottimi motivi. Nei prossimi giorni dovrebbe andare a Des Moines, Iowa, dove il sindaco è preoccupatissimo. E a Johnstown, Pennsylvania, e a Greenville, North Carolina. Per entrare ai comizi bisogna firmare online una liberatoria in cui ci si assume ogni responsabilità in caso di contagio da Covid.
New York Times, Wall Street Journal Washington Post e altre testate non hanno mandato giornalisti, non ci sono minime garanzie sanitarie.
A Sanford c’era Jim Acosta della Cnn, e hanno fatto cori “Cnn sucks”. I trumpiani erano stretti stretti e senza mascherine.Trump ha detto che sta benissimo e che avrebbe voluto baciare tutti. Quando è salito sul palco ha lanciato una mascherina sul pubblico con gesto da spogliarellista.
Il tour di Stati in bilico che avrebbero dovuto essere repubblicani è visto come un estremo tentativo di riprenderne almeno uno. Almeno la Florida, senza la quale Trump non vince. O la Pennsylvania, che bloccherebbe Biden. Per poi scivolare in un’elezione contesa. John Harwood, sempre della Cnn, non è d’accordo, e durante il comizio di Sanford ha detto: «Penso voglia uscire e crogiolarsi nell’adulazione della gente che va a questi rally, e non si preoccupa delle conseguenze per sé e per i suoi sostenitori. Penso ne abbia bisogno emotivamente e psicologicamente».
Barrett e le ancelle
Bella e con una mise conservatrice-distopica (giro di perle che strozza, abito accollato color vinaccia, maschera nera uso bavaglio), Amy Coney Barrett è stata ascoltata dalla commissione giustizia del Senato.
Fuori c’erano gruppi di dimostranti pro e contro la giudice nominata da Trump alla Corte Suprema. Molte donne erano vestite come nell’Handmaid’s Tale, Margaret Atwood si era ispirata alla setta cristiana di cui fa parte Coney Barrett. Ma data la situazione non si capiva se fossero dimostranti o altre ancelle, portate in trasferta per l’audizione.
Kamala vs. Barrett
Kamala Harris, che è senatrice della California, ha partecipato all’audizione in collegamento video. Ha parlato in giacca blu tra due bandiere americane, senza mascherina perché non era in aula. Coney Barrett la guardava con gli occhi spalancati e la mascherina tipo ostaggio. La Cnn ha lasciato lo split-screen durante tutto l’intervento di Harris, giustamente perché è una doppia immagine che passerà alla storia, delle femmine e non (Kamala ha fatto un bel comizio, dicendo che erano in gioco il diritto alla salute, i diritti riproduttivi, e molto altro).
Il giovane Eric
Da giorni si fanno ipotesi sulle condizioni di Trump, e i suoi cari aumentano la confusione. Intervistato dalla rete Abc, il terzogenito Eric ha spiegato che suo padre ha preso un vaccino che lo ha aiutato a guarire (Trump non ha preso vaccini, non è guarito, sul povero Eric si fanno battute perché non è sveglio).
L’eroico bambino
Per chi vuole commuoversi, per chi non riesce a tifare Biden e pensa che i democratici potevano trovare di meglio, c’è il suo spot con Brayden Harrington: il tredicenne incontrato da Biden durante le primarie, da lui aiutato a distanza a superare la balbuzie (Biden è balbuziente). Brayden dice cose belle di Biden, invita a votarlo, Biden dice che lo vuole invitare alla Casa Bianca perché è un great kid (Brayden è già stato la star della convention democratica, lo si aspetta all’inaugurazione di Biden se vince, e per la campagna elettorale è ormai a metà tra un portafortuna e “l’eroico bambino” del “Vigile” con Alberto Sordi; però guardate il video, proverete buoni sentimenti e vi farà bene).
Jill a El Paso
In pochi si aspettavano che il candidato democratico investisse più di sei milioni di dollari, nelle ultime settimane, in pubblicità in Texas, in inglese e spagnolo. In pochi, tuttora, pensano che Biden vincerà (sempre Nate Silver dà al 69 per cento Trump vincente). Però la campagna continua a impegnarsi, e domani manda Jill Biden a El Paso, Dallas e Houston, a fare campagna insieme a Beto O’Rourke e alla deputata Veronica Escobar. Il marito di Kamala Harris, Doug Emhoff, è andato a San Antonio, Dallas e sul confine col Messico. E già prima delle visite dei coniugi, Trump ha prodotto tweet nervosi sul “Lone Star State“. Come ad esempio «Biden è contro il petrolio, le armi e la religione, una combinazione molto cattiva per combattere nel grande stato del Texas», e in effetti.
Florida Biden
I sondaggi sono sempre buoni per i democratici. Ora, secondo il modello di Nate Silver per Five Thirty Eight, Biden ha 83 probabilità su 100 di vincere la presidenza, Trump 13. La forbice si allarga, qualche analista ottimista pensa che Biden possa arrivare ai 270 voti necessari già nella notte tra il 3 e il 4.
Prima dei risultati nei tre stati che hanno fatto perdere Hillary Clinton: Wisconsin, Michigan e Pennsylvania. Biden è avanti in tutti e tre. In tutti e tre le schede postali, che quest’anno per il Covid sono tantissime, verranno contate nei giorni dopo il 3 novembre, quindi ci sarà da aspettare per i risultati e in caso per sapere il vincitore.
E anche stavolta si finisce in Florida. Se Biden fosse abbastanza in vantaggio nello stato (dove le schede postali si contano da subito, e si sa prima, in teoria), Trump non ce la potrebbe più fare. A quel punto, Biden avrebbe bisogno di 15 voti elettorali, che potrebbero arrivare dall’Arizona più Iowa o dal North Carolina o dall’Ohio; due Stati dati per persi dove ora Biden è in vantaggio, grazie soprattutto all’attivismo di Trump.