Water voicesLa startup che pulisce i rifiuti da fiumi e mari

In ottobre ha vinto l’Oceanthon, il primo hackathon italiano digitale per la salvaguardia dell’oceano, grazie al progetto River Cleaner, un impianto che cattura le macroplastiche disperse nei corsi d’acqua. L’idea è di cinque giovani ragazzi che vogliono dare una svolta al problema dell’inquinamento acquatico

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Una start up nata in Toscana a fine 2018 che vuole proporre una soluzione concreta all’inquinamento da plastiche e preservare così l’ecosistema marino e fluviale. Si chiama Blue Eco Line, ed è il progetto di cinque giovani ragazzi che hanno ideato River Cleaner, un impianto ecofriendly che intercetta e raccoglie dai fiumi i rifiuti flottanti, soprattutto le macro-plastiche, «per offrire una soluzione semplice a un problema complesso che affligge tutto il pianeta», come sottolinea Olimpia Rossi, cofondatrice della startup. Basti pensare che di tutta la plastica presente negli oceani – si parla di oltre 150 milioni di tonnellate – solo il 20% proviene da attività marine. L’80% arriva dalla terra e, confluendo nei fiumi, sfocia nel mare.

Blue Eco Line

River Cleaner è un impianto che, posto sull’argine di un fiume, raccoglie le plastiche dal pelo dell’acqua e le porta a livello stradale in un cassone di raccolta. Una volta che quest’ultimo è pieno viene inviata una notifica alla società locale di gestione rifiuti, che si occuperà di sostituirlo. «Per monitorare tutti parametri necessari alla gestione dell’impianto abbiamo creato una dashboard che ci consente di intervenire in caso di necessità e di condividere i dati del sistema con le amministrazioni pubbliche».

Per le sue caratteristiche di sostenibilità economica e ambientale, l’autosufficienza energetica – è a impatto zero, grazie all’attività di una turbina elettrica – e l’integrabilità nel contesto urbano River Cleaner si è aggiudicato lo scorso ottobre lOceanthon, il primo hackathon italiano digitale per la salvaguardia dell’oceano nato dalla collaborazione tra la Commissione Oceanografica Intergovernativa e la Fondazione Cmm – il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici – con il supporto di Hack for Italy.

L’obiettivo dei cinque ragazzi è di installare il primo impianto nel 2021. «Abbiamo avanzato quattro proposte progettuali in Emilia-Romagna, Toscana e Lombardia. Il progetto è già stato testato in vasca con una riproduzione in scala dell’intero impianto stampato in 3D». Le aziende hanno risposto con entusiasmo alla proposta della startup iniziando a sviluppare loro stesse dei piani per la riduzione dell’impatto ambientale (Crs). «Grazie alla vittoria dell’Ocenathon abbiamo l’opportunità di lavorare a stretto contato con il team di E.ON, un’azienda di energia rinnovabile che da diversi anni sostiene iniziative di prevenzione e gestione dei rifiuti, oltre che di tutela delle specie animali e vegetali marine».

Gli ideatori di River Cleaner saranno, così, presto impegnati in un percorso di formazione con il supporto di esperti «con l’obiettivo – sottolinea Rossi – di accelerare la diffusione del progetto, mettendo a disposizione expertise ed esperienze per realizzare 20 impianti full-scale nei prossimi 4 anni».

Secondo la cofondatrice di Blue Eco Line, nonostante il tema ambientale stia riscontrando una forte attenzione mediatica, ciò che può dare una svolta al problema dell’inquinamento è proporre azioni risolutive con un impatto concreto sulla gestione dei rifiuti.

«Riconosciamo l’importanza di una maggiore collaborazione e informazione con i cittadini. Proprio per questo, una volta inaugurato il primo impianto, il nostro obiettivo sarà quello di instaurare con loro un dialogo, spiegando che potranno segnalare eventuali criticità del River Cleaner o anche luoghi in cui sarebbe importante installarne un altro».

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