Saranno una task force e una sorta di commissario ad hoc presso la Ragioneria dello Stato a presiedere l’attuazione del Recovery Plan con i fondi europei. È quanto prevede un articolo del disegno di legge di bilancio, approvato ieri dal governo. Una decisione che sembra rispondere alla richiesta di Bruxelles di una cabina di regia.
Dal 1 gennaio 2021 verrà costruita «presso il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato» del ministero dell’Economia «un’apposita unità di missione con il compito di coordinamento, raccordo e sostegno delle strutture del medesimo dipartimento a vario titolo coinvolte nel processo di attuazione del Pnrr», il Piano nazionale di ripresa e resilienza.
La stessa norma prevede la creazione di «un posto di funzione di livello dirigenziale generale di consulenza, studio e ricerca, di durata triennale rinnovabile una sola volta». Questa struttura presiederà e coordinerà l’erogazione dei fondi che arriveranno da Bruxelles «su due appositi conti correnti infruttiferi aperti presso la Tesoreria centrale dello Stato», uno dedicato ai contributi a fondo perduto e l’altro ai prestiti Ue.
Le risorse saranno poi trasferite a ciascuna amministrazione o organismo titolare die progetti, che sarà anche responsabile della attuazione «nel rispetto dei cronoprogrammi». La Ragioneria, a sua volta, svilupperà un «sistema informatico» per «supportare le attività di gestione, monitoraggio, rendicontazione e controllo del Pnrr». Con un dpcm saranno definite le modalità di monitoraggio di ogni singolo progetto con indicazioni puntuali su obiettivi intermedi e finali. I trasferimenti avverranno sulla base di rendicontazioni bimestrale sullo stato di avanzamento dei lavori. E in caso di inadempimento, verranno revocati e assegnati ad altri progetti.