La legge di bilancio ha ottenuto il primo sì con la fiducia alla Camera, con 315 voti favorevoli, 230 contrari e due astenuti. Dopo la pausa di Natale, arriverà in Senato praticamente blindata per essere approvata entro fine anno. Ma non è detto che andrà così liscia.
Perché, come scrive oggi Repubblica, la manovra – prima di arrivare a Palazzo Madama – deve superare il passaggio della cosiddetta “nota di variazione” che deve essere approvata dal consiglio dei ministri, presumibilmente la sera del 27 o la mattina del 28 dicembre. Il compito di istruire la pratica spetta alla Ragioneria dello Stato perché lo scopo della nota è quello di travasare i costi delle nuove norme nelle tabelle dei saldi.
Questioni tecniche, finora ritenute formali, che dovrebbero servire a fare un collaudo di metà cammino della legge di bilancio per evidenziare con chiarezza il peso dell’intervento parlamentare sul testo dopo l’assalto alla diligenza e la pioggia di minisussidi inseriti da ogni forza politica di maggioranza e opposizione. Ma del resto non è solo la Ragioneria ad aver mostrato qualche contrarietà rispetto alle mini norme settoriali su cuochi, presepi, mobili e rubinetti inseriti nel bilancio dello Stato.
Ammesso che l’approvazione della “nota di variazione” passi liscia, senza sorprese che allunghino i tempi, la legge di bilancio arriverà comunque in Senato nella mattina del 28 dicembre. A soli tre giorni dall’esercizio provvisorio.
Il passaggio in commissione Bilancio richiederà comunque due giorni. L’approvazione in aula avverrà quindi, è inutile dirlo, con la fiducia e senza conferire mandato al relatore presumibilmente il 30 dicembre. Il Senato quindi non potrà intervenire in nessun modo e si dovrà limitare a vidimare le scelte fatte dai deputati.
Lo scorso anno il governo gialloverde Conte 1 fu accusato di aver compresso l’esame della manovra proprio da un ricorso del Pd alla Corte Costituzionale. E non è escluso che qualcuno si alzi con la stessa richiesta e faccia quindi slittare i tempi in avanti. Fratelli d’Italia è il principale indiziato. E qui si aprirebbe l’esercizio provvisorio, con il blocco delle spese.