Le tensioni al vertice di Unicredit alla fine hanno convinto Jean-Pierre Mustier a dire addio: ieri sera, dopo il cda straordinario, il banchiere francese ha annunciato che «si ritirerà alla fine del mandato nell’aprile 2021» o «fino alla nomina di un successore per garantire una transizione ordinata». Ecco la sua motivazione: «Nel corso degli ultimi mesi è emerso che la strategia del Piano Team 23 e i suoi pilastri fondanti non sono più in linea con l’attuale visione del cda», ha dichiarato Mustier.
Ora, l’opzione Mps ispirata dal Tesoro, che ha alimentato le tensioni interne per la contrarietà di Mustier, sembra avere la strada spianata. A imprimere l’accelerazione della rottura tra il banchiere e il board di Unicredit – racconta Milano Finanza – sarebbe stato proprio l’impasse del Montepaschi, che avrebbe guastato anche i rapporti tra il ceo e il governo.
Le tensioni partono in realtà da lontano. Il blitz di Intesa Sanpaolo su Ubi nel febbraio scorso aveva portato all’attenzione degli amministratori l’opportunità di effettuare operazioni straordinarie per rafforzare la banca nel Paese. Una strategia verso la quale Mustier si è dimostrato freddo. E nemmeno le condizioni favorevoli poste dal governo per un intervento in Mps hanno scaldato il banchiere francese. Senza dimenticare l’attrito sul suo progetto di scissione degli asset stranieri da quelli italiani attraverso una subholding, che a diversi amministratori era parso come il prologo per l’allontanamento di Unicredit dal mercato italiano.
Se il passo indietro di Mustier ora è destinato ad abbassare il livello di tensione al vertice di Unicredit, resta da capire che implicazioni avrà questa mossa sulle strategia e la fase due della banca. È ragionevole aspettarsi che il suo successore, magari gradito al Tesoro, prenda in mano l’integrazione con Mps. Via XX Settembre, che possiede il 68% della banca senese, avrebbe accolto con favore il ribaltone di piazza Gae Aulenti. Gualtieri ha preferito non commentare. Ma anche per i Cinque Stelle, secondo quanto riporta La Stampa, l’addio sarebbe una «ottima notizia».
E ora si apre la caccia al successore di Mustier. Si fanno già diversi nomi graditi a Pier Carlo Padoan, che arriverà alla presidenza la prossima primavera (proprio in contemporanea all’addio del ceo) e avrà l’incarico di designare il nuovo nome insieme al cda.
Mentre ieri il titolo della banca ha perso un miliardo per via delle indiscrezioni sul deflagrare delle tensioni interne.