Per uscire dall’angolo, la grillina beccata l’altro giorno a postare vignette antisemite ha fatto ricorso all’argomento classico del razzista che fa la battuta sui negri o di quello che dà di gomito indicando il frocio: che figurarsi, lui ha un sacco di amici di colore; che per carità, lui aveva un compagno di classe omosessuale e gli stava pure simpatico.
Ma qui sopra ho detto male: perché questa Monica Amore, consigliera comunale Cinque Stelle che diffonde disegnini degli ebrei con nasone incurvo e mani insanguinate, nell’angolo non l’ha messa proprio nessuno.
Tanto meno i vertici del suo movimento che, giudiziosamente, hanno «preso le distanze» dalla bella iniziativa dichiarandosi tuttavia soddisfatti perché la giovanotta, obtorto collo, ha chiesto scusa: senza dimettersi e senza che alcuno dei suoi capoccia le abbia intimato di farlo, ma non senza lagnarsi della strumentalizzazione (una cospirazione giudaica, immaginiamo) di cui sarebbe stata vittima per la sua innocua propaganda neonazista.
È bellissimo che, «per battere le destre», il Partito democratico rivendichi i meriti democratici dell’alleanza strategica con il partito di Casaleggio Jr e dell’ex sottosegretario Buffagni, quelli dell’Europa sottoposta al giogo usuraio del Mercante di Venezia.
È rassicurante assistere alle fatiche di manutenzione del profilo democratico del Paese che si apre alla grande angolatura politica del consorzio con il movimento dell’onestà del senatore Elio Lannutti, quello che via social fa volantinaggio dell’opera eccelsa sui Protocolli dei Savi di Sion.
E conforta la protezione offerta dal bastione progressista eretto in joint venture con gente come questa qui, la consigliera che scrive «interessante» accanto alla raffigurazione del giudeo che tira i fili del monopolio dell’informazione uniformata al verbo apolide della finanza che rema contro il modello italiano.
E naturalmente tutto questo avviene nel Paese che celebra il Giorno della Memoria e si nobilita nella giustapposizione retorica delle commissioni parlamentari intitolate alla senatrice ebrea: roba santa che giustifica e compensa tutto, a cominciare dall’ennesimo esempio dell’antisemitismo grillino liquidato al rango dell’episodico inciampo del compagno che sbaglia.
La sinistra inclusiva, diciamo.