Olimpiadi estive tra i ghiacciLa disperata provocazione del sindaco della località più fredda della Lapponia

Aumento delle temperature, estati prolungate e inverni che sembrano primavere. Il primo cittadino di Salla, Erkki Parkkinen, ha escogitato un modo per attirare l’attenzione di media e politica riguardo gli effetti del cambiamento climatico sulla città che amministra

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Prendi la città più fredda della Lapponia, Salla, e trattala male: fai salire le sue temperature, sciogliere i suoi ghiacci, assomigliare i suoi inverni a primavere un po’ rigide, e prolunga le sue estati per la maggior parte dell’anno.

Cosa otterrai? Una città spaventata dal cambiamento climatico, che avvertirà non come un vago allarme, ma come un pericolo concreto, vicino, evidente. Così, quella piccola città (87 abitanti appena) che un tempo si vantava di essere uno dei posti più freddi del mondo alla fine sarà spaventata dal sole e confusa dalla scomparsa del mondo per come lo conosce. In una parola, disperata. E così, gli abitanti di Salla, disperati, faranno quello che fanno le persone disperate: cose altrettanto disperate.

Per esempio, cercare di attirare l’attenzione del mondo, altrimenti distratto, candidandosi a organizzare le Olimpiadi estive del 2032. E a chi obietta che non è possibile ospitare un evento del genere in un luogo tanto freddo, il sindaco di Salla Erkki Parkkinen risponde, disperato ma lucido, che andando avanti di questo passo, l’idea che Salla possa trasformarsi in una località di vacanza estiva non è poi così remota.

«Gli inverni arrivano più tardi di prima e il tempo è diventato più imprevedibile – ha detto Parkkinen alla stampa – Ci sono volte in cui abbiamo -30° C e, due giorni dopo, siamo sopra lo zero, in modo del tutto insolito e imprevedibile. Le nostre estati stanno diventando sempre più calde, i nostri inverni si stanno accorciando sempre di più. Se non faremo niente per fermare il riscaldamento climatico, la città smetterà di esistere per quello che è e diventerà un’altra cosa. Il giorno in cui una città come Salla dovesse davvero ospitare le olimpiadi estive sarebbe un giorno molto triste, perché vorrebbe dire che la temperatura ha continuato a salire e che l’uomo non è riuscito a riparare i danni fatti all’ambiente».

La proposta, sia chiaro, per ora non è una cosa seria: esistono, certo, un logo, un video promozionale e un’idea, ma nessuno ha ancora avuto il coraggio di parlare al Comitato Olimpico di una cosa del genere.

Quella di Salla e del suo sindaco è (solo) una provocazione, un’iniziativa pensata e concepita per attirare l’attenzione di più persone e di più giornali possibile (incluso il nostro, che infatti ne sta parlando) sul problema grave del riscaldamento climatico.

L’intera proposta, provocatoria ma ben articolata di Salla Olympics 2032 è tutta impostata sul paradosso e sulla gravità dell’allarme che, la sola idea, rappresenta.

La mascotte dei giochi, per esempio, è una renna esausta; il logo della ipotetica manifestazione rappresenta un paesaggio montano in rovina e i cerchi olimpici sono disegnati come cinque soli che bruciano e inaridiscono tutto quello che trovano; lo slogan è “Save Salla, Save the Planet”; il video di promozione mostra un ragazzo che, sulla riva di un lago ghiacciato, aspetta con una tavola da surf che il ghiaccio scompaia, una donna che gira in maniche corte tra le distese di neve dicendo «Ho sentito parlare del caldo, presto saprò cos’è» e alcuni anziani che si preparano a prendere la tintarella.

Il claim è chiaro ed efficace “Heat is coming”, e i toni sono paradossali e comici. La storia, però, non lo è per niente. Anzi, mentre scriviamo a Salla la temperatura è di -13 gradi. Nello stesso periodo, nel 1980, era di -40.

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