«Ci sono molte più persone che stanno esaminando i casi sospetti di quelle decedute. La situazione viene seguita con la massima attenzione dall’Ema e dell’Aifa». Armando Genazzani, professore ordinario di Farmacologia all’Università del Piemonte Orientale e rappresentante italiano nel comitato per l’approvazione dei farmaci dell’Ema, spiega sulla Stampa il perché della sospensione del vaccino AstraZeneca. «Viviamo una campagna storica e vaccinando tante persone può succedere che qualcuno non stia bene per motivi casuali. Non dimentichiamo che i decessi sospetti sono pochi, mentre per il Covid solo ieri sono morte 354 persone».
L’Italia ha deciso di muoversi all’unisono con gli altri Paesi europei dopo che Germania e Francia hanno fermato le somministrazioni in attesa del verdetto dell’Ema. Come avevano già fatto anche Olanda e Spagna. Una decisione sofferta del governo, che solo poche ore prima aveva annunciato una accelerazione sul piano vaccinale.
«È stata una scelta di tipo politico», spiega a Repubblica Nicola Magrini, direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). «Raccoglieremo tutti i dati possibili in due-tre giorni, poi aspetteremo la decisione dell’Ema che dovrebbe arrivare mercoledì o giovedì. La Francia ha detto che lo stop durerà 24 ore, l’Olanda due settimane. Sarà una finestra temporale che ci consentirà, chiariti i dubbi, di proseguire con maggior speditezza di prima».
Lo conferma anche Genazzani dell’Ema: «È un’azione congiunta di Italia, Francia e Germania a scopo precauzionale per non ledere la fiducia nella campagna. Se Paesi e Regioni si muovono in ordine sparso il cittadino non sa più a chi dare ascolto. L’Ema sta raccogliendo tutti i dati e si pronuncerà una volta per tutti».
AstraZeneca parla di 15 trombosi e 22 embolie su 17 milioni di vaccinati. I numeri sono bassi, dunque. Ma «sono segnali da non sottovalutare», dice il farmacologo dell’Ema. «La farmacovigilanza si occupa di valutare se tali eventi siano correlati alla vaccinazione. Gli studi svolti fin qui e l’uso in Inghilterra suggeriscono che non ci sia nesso, ma ogni evento avverso va approfondito».
Il blocco, inoltre, «serve anche per valutare se questo vaccino sia più problematico di altri». Ma chi si è vaccinato con AstraZeneca non deve temere conseguenze: «L’eventuale correlazione sarebbe rara e il rapporto rischi-benefici resterebbe positivo».
Il rischio, però, è di un ennesimo ritardo nella campagna vaccinale. «Il rischio esiste, così come di lasciare scoperte le persone», dice Genazzani. «La speranza è che si chiarisca tutto e aumentino i rifornimenti, così da vaccinare entro settembre il 70% degli italiani».
Ma ci sono anche altri vaccini in arrivo. L’Ema ha appena approvato Janssen di Johnson&Johnson, che «è in una dose, il che agevola la logistica» – spiega – «anche se per ora i dati dimostrano una protezione di alcuni mesi per cui potrebbe servirne una seconda». Non si sa ancora infatti quanto durerà la copertura: «I vaccini proteggono in modo simile e hanno tutti grande efficacia contro la malattia grave. Quanto duri questa protezione però si scoprirà col tempo. La tecnologia di Johnson&Johnson è pensata per funzionare con una dose, ma non è detto che non se ne renda necessaria una seconda».
In rampa di lancio poi ci sono anche Curevac, Novavax e Sputnik, che hanno iniziato a sottomettere i dati all’Ema e potrebbero venire approvati entro maggio. Ma non è da escludere l’ipotesi di fare una seconda dose con un altro vaccino. «Non ci sono controindicazioni, ma gli studi sono in corso e per ora i vaccini sono autorizzati con la seconda dose della stessa casa», dice Genazzani.
Intanto, come racconta il Corriere, il governo starebbe già studiando una campagna di comunicazione per evitare la sfiducia dei cittadini verso i vaccini. «Qualunque sia la decisione finale di Ema, la campagna vaccinale proseguirà con rinnovata intensità», aveva assicurato Mario Draghi sabato scorso dall’hub di Fiumicino.