La nuova leadership della Linke, la sinistra radicale tedesca, è tutta femminile, e rende chiare tanto le difficoltà del partito quanto la direzione che intende prendere. Questo weekend, in un congresso tenutosi online come aveva già fatto la CDU poche settimane fa, i delegati hanno eletto il nuovo duo alla guida del partito: Susanne Hennig-Wellsow e Janine Wissler. Le due segretarie sono figure molto diverse, e la loro capacità di lavorare insieme potrà determinare il futuro di un partito che negli ultimi anni è apparso abbastanza marginale.
Henning-Wellson, 43 anni, ha un profilo moderato e governista. Viene dalla Turingia, l’unico Land dove la Linke governa (in coalizione con Verdi e SPD), ed è perfettamente in linea con il presidente Bodo Ramelow, famoso per il suo approccio di sinistra ma pragmatico. Durante il congresso, Henning-Wellson ha detto chiaramente che l’obbiettivo deve essere il governo nazionale: “se il prossimo governo sarà nero-verde o rosso-rosso-verde dipenderà anche da noi”, ha affermato dal palco facendo riferimento alla necessità di fermare l’ipotesi di un governo Verdi-CDU grazie a una coalizione Spd-Verdi-Linke. La sua storia, in questo senso, parla chiaro: nel 2014 Hennig-Wellsow ha avuto un ruolo fondamentale nel far nascere l’alleanza che ha portato Ramelow alla guida del Land.
Janine Wissler, quarantanovenne capogruppo al Parlamento dell’Assia, ha iniziato a fare politica nei movimenti anti globalizzazione e rappresenta l’altra anima del partito: quella radicale e d’opposizione. Famosa per la sua abilità oratoria e argomentativa, nel suo discorso ha indicato il neoliberismo come principale avversario da combattere per migliorare le condizioni dei lavoratori, rivendicando la piattaforma politica anticapitalista del partito.
Con l’elezione delle due segretarie si apre una nuova fase per la Linke. Dopo la leadership di Katja Kipping e Bernd Riexinger, iniziata nel 2012, le due nuove segretarie dovranno bilanciare l’anima movimentata e radicale del partito con la voglia, presente in una fetta consistente della base, di inserirsi nelle dinamiche nazionali per provare ad arrivare al governo in coalizione con Verdi e SPD.
Se questo riuscirà, però, non dipenderà solo da Henning-Wellson e Wissler: attualmente i principali sondaggi danno la Linke attorno all’8%. Alle elezioni di settembre sarà quindi importante vedere i risultati di Verdi e SPD per capire i margini di fattibilità di una coalizione di sinistra. A complicare il quadro, si aggiunge il fatto che non si conosce ancora il candidato dei cristiano-democratici, variabile che potrebbe avere un certo peso nel fare pendere alcuni elettori verso la CDU o i Verdi.
Tanto nella formulazione delle proposte per la campagna elettorale che nelle eventuali trattative con gli altri partiti, inoltre, sarà necessario non strappare con l’ala radicale. Al tempo stesso, però, una Linke più governista potrebbe tentare qualche elettore socialdemocratico.
Dalla nuova Linke, quindi, potrebbero venire una serie di novità a sinistra: quanto queste modificheranno il quadro complessivo dipenderà anche dalla capacità di tenere insieme diverse anime di un partito di lotta, che oggi vuole essere anche di governo.