Il decreto “sostegni 1” da 32 miliardi, dopo il via libera della Camera, da oggi diventerà legge dello Stato. Mentre il governo si appresta a varare il provvedimento bis da 40 miliardi, con il consiglio dei ministri atteso tra mercoledì 19 e giovedì 20 maggio. Con la dote dei ristori destinati alle imprese danneggiate dal Covid che cresce a 18 miliardi, 4 in più del previsto. E 5 miliardi che andranno al lavoro, dopo che il 30 giugno cadrà il blocco generalizzato dei licenziamenti.
Come racconta La Stampa, ieri il ministro dell’Economia Daniele Franco ha fatto il punto coi rappresentanti della maggioranza di governo per sistemare gli ultimi dettagli del decreto, anche alla luce delle nuove riaperture decise lunedì sera dal consiglio dei ministri. Rispetto alle richieste aggiuntive arrivate dai partiti, Franco ha assicurato che il Parlamento, anche questa volta, avrà a disposizione un fondo da circa 800 milioni per introdurre migliorie e aggiungere altre misure.
Ai contributi a fondo perduto per imprese e partite Iva che hanno subito perdite di fatturato a causa del Covid verranno quindi destinati 18 miliardi, con un sistema in due tempi, che prevede la richiesta di un conguaglio in base agli utili a fine anno. Vengono poi rafforzati i sostegni alle famiglie.
Il reddito di emergenza viene prorogato fino a settembre. E per accompagnare il passaggio tra la fine del blocco dei licenziamenti e la ripresa economica prende corpo il pacchetto di misure a favore del lavoro proposto dal ministro Orlando che dovrebbe valere all’incirca 4-5 miliardi di euro. Con altri due mesi di indennità per stagionali e lavoratori del turismo e dello spettacolo e lo stop al decalage della Naspi. Si prevedono poi strumenti come la decontribuzione per sei mesi fino a 6mila euro per i contratti di ri-occupazione per favorire il rientro dei disoccupati nel mercato del lavoro. E sarebbero anche allo studio – si legge sul Corriere – contratti a tempo indeterminato legati alla formazione, che beneficerebbero di uno sgravio del 100% sui contributi, oltre ai contratti di solidarietà in parte pagati dallo Stato e contratti di espansione (con la soglia che scende dai 250 ai 100 dipendenti)
Tra le altre misure destinate alle imprese, viene confermato il pacchetto di proroghe per le moratorie sui prestiti e le garanzie sulla liquidità. Ancora in forse invece lo slittamento a giugno della moratoria che sino ad oggi ha tenuto ferme 35 milioni di cartelle esattoriali, per ora garantita fino al 31 maggio. Il rinvio al 2022 della plastic tax è invece confermato.
Ci sono poi nuovi aiuti ai Comuni, compresi quelli per evitare il default di 800 amministrazioni, mentre nel campo della sanità e della lotta alla pandemia vengono stanziati 500 milioni di euro per ridurre le liste di attesa negli ospedali. Con un altro miliardo e mezzo di euro messo a disposizione del commissario straordinario Francesco Figliuolo per vaccini e spese legate alla logistica.
Tra gli ultimi nodi da sciogliere nelle prossime ore, però, ci sono ancora i fondi (forse 800 milioni) per garantire l’operatività di Alitalia, in attesa che Bruxelles dia l’ok al decollo della nuova Ita, oltre che gli incentivi a favore delle fusioni bancarie. Nulla da fare, invece, per il «superbonus» per le aziende legato alla possibilità di cedere il credito di imposta 4.0. Su questa misura, inserita e poi stralciata dal sostegni 1 per l’impatto sui conti pubblici, è infatti ancora in corso il confronto con l’Ue. E, nonostante il pressing dei Cinque Stelle, Stelle non entrerà nel nuovo decreto.