Dobbiamo smetterla di scrivere, dire e fare cose online senza pensare a chi le vede e le ascolta. Questa cosa finisce con il compromettere un’attività e i suoi lavoratori o, non meno grave, ferire i sentimenti di qualcuno.
Questa è la premessa per raccontare quanto è successo al Crazy Cat Cafè di Milano, un piccolo locale in zona Stazione Centrale che ha la peculiarità di offrire un servizio di caffetteria in un contesto dove i clienti condividono gli spazi con tanti bei gatti, pacati e affettuosi.
Proprio qui, qualche giorno fa, uno streamer piuttosto seguito ha deciso di organizzare all’interno del locale una live su Twich (una piattaforma di live streaming in cui è possibile monetizzare attraverso i followers). La diretta era di disturbo per la clientela per via del volume troppo elevato della cassa e questo ha generato una serie di eventi che la proprietaria del locale ha riassunto in un post sui social:
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Una situazione davvero esecrabile, che appare come l’estremizzazione di una serie di atteggiamenti capaci di generare seri problemi a un locale pubblico.
Dopo questo post, abbiamo deciso di recarci direttamente al café a chiedere alla proprietaria maggiori dettagli sulla vicenda. Lei ci ha accolto raccontandoci: «Il ragazzo è venuto a scusarsi». Bene. Ma lo avrà fatto anche online? Avrà avuto l’accortezza di spiegare ai propri follower che certe cose non devono mai più accadere? Controlliamo il suo profilo Instagram e troviamo dodici stories con lunghi testi (chissà se i suoi followers li avranno letti fino in fondo) in cui l’autore spiega sì che certe trovate non dovrebbero passare dall’immaginazione alla realtà, ma poi in un qualche modo declina ogni responsabilità e, in dodici contenuti che entro ventiquattr’ore saranno spariti per sempre, si dimentica di chiedere scusa anche pubblicamente.
Nel frattempo, il Crazy Cat Café dovrà fare i conti con decine di commenti negativi postati su Google, che non scompariranno affatto e potrebbero comprometterne l’attività, dissuadendo nuovi avventori ad avvicinarsi al locale tormentato da una pessima fama online.
C’è qualcosa che non va nel sistema, quindi.
A bar, locali e ristoranti è richiesto di diventare, sempre di più, creature digitali: comunicare sui social, accettare prenotazioni online, per mail e attraverso piattaforme dedicate. Devono essere sul pezzo e rispondere a ogni richiesta sul web perché, se non lo fai, ti dicono che non funzioni, che non esisti.
D’altra parte, internet è popolato da utenti che ogni giorno si sentono liberi di muovere critiche verso i ristoranti, ma anche gli hotel o altre attività commerciali.
Certe volte ridiamo per le recensioni imbarazzanti e prive di senso che ritroviamo su molte piattaforme, altre volte veniamo influenzati da commenti di cui, effettivamente, non conosciamo la fonte. Le piattaforme che ospitano tutto questo circo, intanto, non si preoccupano di regolamentare i propri utenti con policy più stringenti e i ristoranti sono obbligati ad accettare le regole di un gioco di cui spesso sono più vittime che protagonisti, dato che non sono liberi di tirarsene fuori.
Un ristoratore non ha scelta: è obbligato a stare dove dicono gli utenti, veri o falsi che siano. Non esiste una specie di diritto all’oblio per le attività commerciali e anche se esistesse, sarebbe ugualmente letale.
Quello che è successo in un locale di Milano accade, in piccolo, a molti ristoranti che si ritrovano a fare i conti, ogni giorno, con gli effetti incontrollabili del web. È un tema che riguarda tutti noi: da chi crea e produce contenuto a chi lo legge, passando da chi lo ospita.
Per fortuna il Crazy Cat Café, attraverso il suo post-denuncia sui social, ha incontrato l’onda buona della rete che ha subito sostenuto il locale nelle parole e nei fatti. Recensioni positive (che tuttavia contribuiscono a rendere poco realistica l’immagine online del locale, nonostante la buona volontà), tanti like e un locale pieno, anche più del solito. La proprietaria e i suoi colleghi hanno aggiunto che non avrebbero mai voluto esporsi così tanto, ma questo affetto così evidente ha spazzato via in un attimo tutta la negatività che si era generata dalla vicenda. Anche se qualche prenotazione fimta e alcune recensioni fasulle continuano ancora ad arrivare.
E comunque anche questa volta, i gatti si confermano i protagonisti assoluti del web.