Sì, viaggiareIl conto dell’hotel? È pagato dall’ospite prima di te

Nel cuore del borgo millenario di Trebiano Magra, nello Spezzino, c’è una struttura ricettiva che si basa sull’economia del dono: paghi il prezzo che ti sembra equo e regali la vacanza al prossimo ospite

C’è stato un tempo in cui viaggiavamo di più, voli e alberghi erano spesso in overbooking e il tempo sembrava non bastare mai. Poi il Covid ha costretto tutti a rallentare e per qualcuno la pausa forzata è diventata occasione per rimettersi in discussione. Luca Palmero, chef ligure e sommelier con in tasca una laurea in Scienze Politiche, ha usato il tempo per mettere a fuoco un’idea che gli girava in testa da un po’.

L’illuminazione è arrivata da uno degli angoli più remoti della Terra, le isole Fogo, a nord del Canada, dove c’è un albergo, il Fogo Island Inn, più volte premiato per i suoi criteri di sostenibilità, che reinveste tutti gli utili nel sostegno e nella difesa dell’ecosistema locale. «A settembre dello scorso anno ho seguito un panel organizzato dal Transformational Travel Council e mi sono letteralmente innamorato di Zita Cobb, che attraverso la fondazione di beneficenza Shorefast ha creato non solo l’albergo ma anche un programma di residenza per artisti che lavorano insieme agli artigiani del luogo».

Così, con le attività chiuse per la pandemia, Palmero ha iniziato a pensare al modo per replicare l’esempio virtuoso di Cobb nel suo boutique hotel OmHom, a Trebiano Magra. L’idea è quella di abbandonare la logica della tariffa fissa e lasciare agli ospiti la libertà di pagare il prezzo che ritengono giusto per il loro soggiorno, pensando al pagamento come a un dono per l’ospite successivo. Un po’ quello che succede con il caffè sospeso a Napoli, dove entrare in un bar e gustarsi un espresso è considerato una questione di dignità e si ritiene giusto pagare oltre al proprio un caffè in più pensando a chi non può permetterselo.

«Credo sia fondamentale recuperare un rapporto umano tra le persone, al di là della mera transazione finanziaria. Mi piacerebbe che i miei ospiti iniziassero a pensare alla vacanza non come una merce da acquistare ma come un’esperienza, uno scambio in grado di appagare emotivamente, psicologicamente e culturalmente entrambi, chi ospita e chi è ospitato».

La formula “paga quanto vuoi” sottintende un messaggio di fondo: scegliendo di pagare ciò che si ritiene equo la transazione economica acquista una dimensione più personale, di confronto con l’altro. «Penso sia necessario tornare a parlarsi e valutare l’esperienza complessiva di una vacanza attraverso nuovi valori: conoscenza, rapporto umano, benessere psicofisico».

Sempre sull’esempio di Cobb, per chi sceglierà la formula del soggiorno sospeso, Palmero adotterà la completa trasparenza nei prezzi per aiutare gli ospiti ad avere una visione chiara dei costi di gestione del suo hotel. In pratica, il prezzo suggerito per una notte, 200 euro, viene scorporato nelle varie voci di spesa: 39% va alla manodopera, 20% alle forniture e ai servizi, il 19% alle utenze, il 17% alla direzione e il 5% al marketing.

L’obiettivo, una volta messo in moto il meccanismo virtuoso, è riuscire a reinvestire gli utili in attività per il territorio. «Quando spiego la mia idea nella migliore delle ipotesi le persone mi dicono che non funzionerà mai, oppure mi prendono per matto». La sosta sospesa ha già destato molta curiosità ma per il momento, complice anche l’assenza dei turisti stranieri, non è decollata. «La gente chiama per sapere come funziona ma – confessa – per il momento nessun ospite ha optato per la formula dono (Palmero ha lasciato la libertà di scegliere l’opzione tariffa fissa, ndr), credo per una forma di pudore. Essendo una cosa nuova le persone hanno paura di sbagliare. Ma resto fiducioso».

Attivo dal 2018, OmHom è un luogo di quiete e rigenerazione (Om come meditazione, Hom come casa), un rifugio di sole due suite, Bed&Cinema e Bed&Vista a poca distanza l’una dall’altra, inserite all’interno di un progetto di ospitalità diffusa in divenire all’interno del borgo. Si dorme tra pareti di pietra a vista, vecchi mobili trasformati e opere di artisti locali chiamati a decorare gli spazi.

La colazione è servita al pian terreno del Bed&Vista accanto alla Spa. È Luca Palmero a selezionare ogni prodotto e a stupire gli ospiti con le sue pentole di coccio e le cotture lente , cucinate sulla fiamma del camino. Si può chiedere un menu classico o una cena fredda da gustare la sera con calma nel cortile interno.

Oltre che albergatore Palmero è anche chef e ha lavorato in diversi ristoranti stellati – con Davide Raschi a Il sogno di Angelo e al San Domenico di Imola – prima di scoprire la sua naturale inclinazione per l’ospitalità. Il suo mantra? «Siamo tutti connessi in uno schema meraviglioso e misterioso e, come in una ragnatela, un piccolo tocco è sufficiente per scuotere tutto; facciamo in modo che sia un tocco gentile».

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