Al Teatro Parenti, dalle 14.30 alle 16.30 (e sui canali social de Linkiesta), va in scena un incontro con i responsabili nazionali e milanesi di Azione, Italia Viva, Più Europa e Base e i civici che hanno aderito all’appello per partecipare insieme alle prossime elezioni comunali. All’iniziativa parteciperà il Sindaco Beppe Sala e ci sarà anche Giorgio Gori, in una chiacchierata moderata da Christian Rocca.
Interverranno anche Marco Bentivogli (Base Italia), Elena Bonetti (Italia Viva), Benedetto Della Vedova (+Europa), Marco Ghetti (Per l’Italia con l’Europa), Gianfranco Librandi (Lavoriamo per Milano), Matteo Richetti (Azione), Sergio Scalpelli (Base Milano), Laura Specchio (Alleanza Civica), Bruno Tabacci (Centro Democratico). A seguire sono previsti altri interventi dei presenti.
«Finalmente benvenuti in questo progetto che Italia Viva ha coltivato dall’inizio. Noi crediamo molto in questa iniziativa: anche per scongiurare un frammentazione in liste di quest’area. E da Milano può partire questo movimento, fatto di persone, ambiente e idee politiche», battezza così Alessia Cappello di Italia Viva l’evento “Riformisti al lavoro” di scena al Teatro Parenti.
È poi la volta di Marco Ghetti (Per l’Italia con l’Europa): «Il compito inizia oggi, partendo da uno spirito meneghino da sempre fondato sulla condivisione e sulla collaborazione possiamo ripensare a questa città dopo questo periodo davvero difficile», spiega l’esponente.
Non solo. Milano, si sa, è da sempre un laboratorio politico. Il consigliere comunale di Alleanza civica Franco D’Alfonso, tra i primi a proporre un’aggregazione ampia delle forze civiche e riformiste a sostegno di Sala, è convinto che il “laboratorio Milano’’ possa partorire un esperimento politico capace anche di guardare oltre i confini meneghini.
Simona Viola di +Europa invece pensa che «il sindaco Sala ha reso Milano una città aperta, come i sindaci di Londra e Parigi. E noi siamo qua oggi perché crediamo in una società aperta: una società di persone e di cittadini. Noi crediamo nell’individuo come portatore di diritti, come centro dei valori sociali etici e politici. Questa è una condizione centrale per fare politica».
«Il vostro è un progetto politico al quale desideriamo di unirci. Perché una Milano intesa nella formula riformista è un treno culturale e politico, con una sua riconoscibilità volto a superare la sbornia populista», continua Viola.
Interviene poi Gianfranco Librandi di Italia Viva: «Oggi è un giorno importante per Milano e per l’Italia. È il giorno della responsabilità. Unire i nostri sforzi per costruire una casa comune. Noi tutti riformatori dobbiamo contribuire ai successi del sindaco Sala».
Il protagonista della scena diventa poi Beppe Sala: «Sono tempi di grande opportunità. Si può trasformare il Paese. Qui servono idee e competenze. E voi qui state facendo una manovra straordinaria: sarebbe davvero un sogno per noi milanesi vedere nascere a Milano un fronte del genere».
Per questo, quella di Sala, è una candidatura di un insieme. «È veramente una scelta di tanti. Non sarà facilissimo, ma invito tutti a non cedere. È il momento di andare oltre: c’è bisogno di un annuncio formale per essere, ripeto, la candidatura di molti». Sala poi svela: «Quando verrà ufficializzata la lista, io farò convocare il tavolo con le coalizioni per dare delle regole e per intenderci. Il tema non è il valore teorico di una lista, ma si basa su quanti voti prende. Quando costruirò la lista mi baserò sulle competenze, ma anche sui voti».
Questa nuova formazione avrà quindi una formula diversa. Che si basa su un punto fondamentale: «Parlare con tutti, non come spesso fa la sinistra, che si rivolge solo a chi gli è favorevole. Questa lista ha uno spazio aperto per interpretare una necessità di riforme che devono essere fatte in questo momento», specifica Sala.
«Io direi che deve essere un centrosinistra molto largo. Io lo vedo su Milano: c’è mobilità all’interno del centrodestra in termini di potenziale consenso. Ma è mobilità nel centrodestra. In realtà il centrodestra è forte, è inutile negarlo. Per cui anche il centrosinistra deve organizzarsi bene. Io parlo di Milano, ma nel 2023 ci saranno politiche e anche regionali in Lombardia», continua il sindaco milanese.
Bruno Tabacci, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio del Governo Draghi, invece ha le idee chiare: «Mi sembra che l’iniziativa sia molto valida, e necessaria. Si può e si deve fare questo progetto liberaldemocratico e riformista, perché è nelle corde della città di Milano. La cosa da evitare e di fare liste non politiche. Evitiamo di buttare la palla in tribuna».
La parola passa poi alla ministra Elena Bonetti (Italia Viva), che risponde alla domanda del direttore de Linkiesta Christian Rocca sulla possibilità di dare una rappresentanza politica al governo Draghi: «Penso che non solo ci sia la possibilità, ma il dovere del Paese di portare a termine una scelta di maturità civile e politica come quella del governo Draghi».
«Se uno oggi ascolta Milano e l’Italia fa quello che stiamo facendo qua dentro», esordisce invece Matteo Richetti (Azione). «Tutte le persone che hanno attivato il processo con il quale Draghi è al governo hanno acceso un moto di recupero della funzione della politica. Milano e l’Italia meritano una scelta di coraggio: è inaccettabile lo sfarfallare del populismo».
«La differenza tra un riformista e un populista è che il riformista ha il coraggio dell’impopolarità» dice invece Marco Bentivoglio di Base Italia. «Siamo in un Paese dove regna il bipopulismo. E perciò questo spazio politico e sociale del Paese è tutto da costruire. E il lavoro deve essere il centro del lavoro dei riformisti: il lavoro deve essere il centro delle nostre proposte o lasceremo sempre spazio a chi crede che un sussidio abbia lo stesso valore del lavoro», continua Bentivogli.
«Il lavoro di mediazione di questi giorni è stato difficile ma è un modello politico da esportare contro la sbornia della menzogna populista», conclude Bentivogli.
A delineare poi il pensiero di +Europa a livello nazionale ci pensa Benedetto Della Vedova, segretario nazionale di +Europa e sottosegretario di Stato per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale nel Governo Draghi: «Il progetto che dobbiamo costruire deve essere comune, e deve avere sostanza e valore politico. Un progetto di tipo federativo, che deve trasformare la politica anche nei suoi obiettivi. Grazie anche all’appoggio dell’Ue».
Ultimi, ma non per importanza, intervengo Laura Specchio (Alleanza Civica) e il sindaco di Bergamo Giorgio Gori. «Riconoscere i problemi», spiega Specchio. «È una dimensione che serve per dare quelle risposte concrete che deve dare la politica, per riuscire a governare i processi della società».
«Sono qua perché avevo l’impressione che oggi a Milano, e in Italia, potesse succedere un qualcosa di molto rilevante», esorta Gori. «È fondamentale che il Pd coltivi i rapporti con quest’area. È auspicabile una federazione: l’area democratica e l’area riformista devono convivere e mantenere la linea politica avviata da Mario Draghi».