I premi LUX, istituiti simbolicamente nel 2007 a 50 anni dai Trattati di Roma, premiano ogni anno una produzione cinematografica europea in grado di superare le barriere linguistiche e promuovere i valori europei. In questa edizione per la prima volta i cittadini europei hanno votato insieme agli eurodeputati. Ad aggiudicarsi il riconoscimento è stato il regista romeno Alexander Nanau con il documentario Colectiv (Collective), coproduzione romeno-lussemburghese del 2019, già premiato a Zurigo, proiettato in decine di festival e scelto per rappresentate la Romania ai premi Oscar.
Nanau, nato a Bucarest ma esponente della minoranza sassone della Transilvania, incentra il film sull’incendio nell’omonimo nightclub di Bucarest del 2015, episodio di cronaca divenuto una vera e propria tragedia nazionale, dalle profonde implicazioni sociali e politiche. Nel locale muoiono 27 persone e 180 rimangono ferite, mentre molti altri ustionati, con lievi ferite muoiono nei mesi successivi in modo inspiegabile.
È proprio un medico a denunciare tali fatti ad alcuni giornalisti, che iniziano un’inchiesta difficile che porta a galla, uno dopo l’altro, gravi episodi di frodi e abusi della sanità romena. Ma anche gli ostacoli con cui non solo i giornalisti, ma persino gli esponenti di governo si confrontano nel cercare di migliorare un sistema corrotto. «È un film che celebra cittadini romeni che rischiano la vita e il lavoro in nome dei valori europei, le gole profonde che svelano e denunciano i responsabili. Dopo la tragedia del Colectiv, la società romena è diventata più forte, ha cominciato a finanziare la costruzione di ospedali privati, mentre lo stato non ne ha costruito uno da circa 30 anni», spiega Nanau a Linkiesta.
«I personaggi del film combattono per difendere i loro valori e lottano contro il potere corrotto che calpesta le vite delle persone. Penso che questo rifletta ciò che noi identifichiamo come un “comportamento tipicamente europeo”. La società romena cambia in fretta e sa bene cosa vuole. È la classe politica a rifiutarsi di cambiare allo stesso ritmo», chiarisce Nanau. «Non credo in Europa si sia mai provato ad avere uno spaccato simile dell’attività dei giornalisti, che ci hanno dato libero accesso permettendoci di rappresentare la loro vita, il loro lavoro. Grazie al loro coraggio e alla loro fiducia abbiamo potuto farlo per un lungo periodo di tempo».
Secondo il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, «Colectiv ci mostra quando sia importante il giornalismo d’inchiesta per la libertà di espressione. Di media liberi, di una stampa libera c’è sempre bisogno. La tragedia del Colectiv ha sconvolto l’Europa intera. I giornalisti qui presenti, protagonisti del film, hanno mostrato il coraggio di cittadini che cercano la verità»
A Linkiesta Nanau denuncia che nella stessa Romania ci sono politici che si accordano con i magistrati per mettere a tacere i giornalisti che scrivono su di loro. Lo stesso sta accadendo a Cătălin Tolontan, protagonista del film. Alcuni giornalisti risultano sotto inchiesta per reati di criminalità organizzata poiché scriverebbero in maniera “organizzata” di episodi di corruzione.
Colectiv ha vinto su Corpus Christi del polacco Jan Komasa e Un altro giro del danese Thomas Vinterberg. I film sono stati selezionati dalla European Film Academy a dicembre e sono stati protagonisti di un tour europeo con proiezioni virtuali e dirette con i registi. Tra il 10 e il 16 maggio i cittadini europei hanno potuto visionare e votare i film su numerose piattaforme online. Ai loro voti si sono aggiunti quelli degli eurodeputati che hanno portato al risultato finale.
Il regista romeno non è nuovo ai premi LUX, avendo già ricevuto una nomination nel 2015 per il miglior documentario con Toto e le sue sorelle, il suo terzo lavoro. A Linkiesta spiega quanto sia difficile fare il regista oggi in Romania: «Il Centro Nazionale di Cinematografia (CNC) non emette bandi di finanziamento dal 2019, anche se per legge è tenuto a farlo due volte l’anno. Nessun governo se ne è curato, né ha cercato soluzioni. Non c’è stato un solo intervento a favore del settore culturale indipendente. In un Paese che viene fuori da una dittatura, sembra protrarsi la tendenza a mettere in difficoltà il settore educativo e la arti, perché il modo migliore di controllare un popolo è allontanarlo da istruzione e cultura»
Anche per questo motivo Nanau ha rifiutato la medaglia al valor culturale attribuitagli dal Presidente della Romania. «Ho ritenuto fosse ingiusto verso i miei colleghi far finta che le cose tra la politica e il settore culturale andassero bene, sarei stato un opportunista. Per tutta risposta hanno cercato di diffamarmi dicendo: “guardate quanti fondi ha ricevuto Colectiv!”. Ma senza specificare quando li avesse ricevuti, insinuando che fosse stato finanziato durante la pandemia. È ancora la reazione di uno stato comunista. Quando un cittadino solleva critiche, si cerca di screditarlo».