La riforma entro luglioMeno tasse per chi guadagna fino a 55mila euro

Le proposte delle forze politiche convergono sulla riduzione del prelievo Irpef sui ceti medi, ma restano ancora grandi distanze. Ora i presidenti delle commissioni Finanze di Camera e Senato dovranno fare la sintesi. Poi il governo presenterà il disegno di legge delega

(LaPresse)

Le commissioni Finanze di Camera e Senato hanno svolto 61 audizioni tra esperti del settore, istituzioni nazionali e internazionali e ora si avviano a terminare i lavori sulle riforma del fisco. E infatti il ministro dell’Economia, Daniele Franco, in audizione alla Camera, ha confermato che il governo presenterà entro la fine di luglio il disegno di legge delega, ispirandosi alle proposte che arrivano dal Parlamento.

Ciascun partito ha depositato le sue proposte, a partire dai quali i presidenti delle due commissioni, Luigi Marattin (Italia viva) e Luciano D’Alfonso (Pd), cercheranno di arrivare a un documento conclusivo di sintesi che possa raccogliere il consenso della maggioranza. Un lavoro complicato per una coalizione che va dalla Lega a Liberi e Uguali.

Dopo aver letto i documenti presentati da tutti i gruppi – scrive il Corriere – viene da concludere che il successo o meno dell’operazione dipenderà dalle scelte politiche dei partiti, in particolare Lega e Cinque Stelle, più che dalle distanze sui contenuti, che pure sono forti. «Se la scelta sarà di mandare avanti il governo Draghi e di fargli fare un salto di qualità con una riforma storica, si potrebbe arrivare a una legge che ruoti intorno al ridisegno delle aliquote e degli scaglioni dell’Irpef per alleggerire il prelievo sui ceti medi (28-55mila euro), volontà che si ritrova in tutti i documenti, sia pure declinata in modo diverso, e che è nel programma dello stesso governo. Se invece le tensioni nella maggioranza saliranno, sarà facile far prevalere gli elementi di scontro, perché resta comunque il fatto che nei documenti ciascun partito ha confermato le proprie scelte identitarie. La Lega con l’obietivo della flat tax, il Pd con l’aumento delle tasse di successione, LeU con la patrimoniale sui più ricchi e così via. C’è poi un problemino di non poco conto: tagliare le tasse costa e tanto. Molti documenti tralasciano questo punto. Ma non potrà fare altrettanto il governo».

Irpef
Partendo dal centrosinistra, il Pd punta a ridurre l’Irpef sui primi tre scaglioni di reddito, cioè fino a 55mila euro, tagliando il differenziale di aliquota (dal 27% al 38%) tra il secondo (15-28mila euro) e il terzo (28-55mila), ma senza dire di quanto. In alternativa, c’è il modello tedesco su cui puntava l’ex ministro Roberto Gualtieri con la «funzione matematica continua» di prelievo commisurata al reddito.

I Cinque Stelle propongono di ridurre le aliquote da cinque a tre: 23% fino a 25mila euro, 33% da 25mila a 55mila, 43% oltre. Anche Italia viva prospetta la modifica delle aliquote per i redditi tra 28mila e 55mila euro. LeU invece è per il modello tedesco: con 40mila euro di reddito si risparmierebbero 2.245 euro di Irpef.

Nel centrodestra, la Lega conferma l’obiettivo della flat tax, ma propone anche la «flat tax incrementale»: un prelievo del 15% sui redditi in più dichiarati sull’anno precedente e di attenuare lo scalone tra seconda e terza aliquota (27-38%). Proposta, questa, sostenuta anche da Forza Italia e Fratelli d’Italia. Forza Italia propone tre aliquote (15-23 e 33%) con quella del 23% tra 25mila e 65mila euro come fase di passaggio verso la flat tax. Anche Fratelli d’Italia è per tre aliquote, estendendo quella del 27% ai redditi fino a 55mila.

Imprese
Per le imprese il Pd propone l’entrata in vigore dell’Iri, con un’aliquota unica del 24%. Per le partite Iva di passare dal sistema del saldo e acconto all’autoliquidazione mensile per cassa. I Cinque Stelle indicano un sistema di tassazione opzionale sostitutiva con aliquota pari a quella dell’Ires (24%) e sulle partite Iva il mantenimento della flat tax del 15% abbassando però il tetto dei ricavi da 65mila a 55mila euro. Passando al centrodestra, anche la Lega è per sostituire l’Irap con un’addizionale Ires. Propone inoltre una nuova flat tax anche per le partite Iva oltre 65mila euro (fino a 100mila) con aliquota del 20% e il superamento del sistema saldo-acconto. Anche Forza Italia è per l’abolizione dell’Irap e chiede, come principio generale della riforma del fisco, l’introduzione in Costituzione di «un tetto massimo alla pressione fiscale». Fratelli d’Italia vuole invece una «riforma della tassazione sulle imprese basata sul principio: più assumi meno paghi».

Tassa di successione
Il Pd conferma la proposta Letta sulle tasse di successione: prelievo del 20% (ora è il 4%) sulle eredità superiori a 5 milioni «mantenendo la franchigia di 1 milione per ogni beneficiario». Il gettito finanzierebbe una dote di 10mila euro per i 18enni di famiglie «a reddito basso e medio». All’estremo opposto troviamo Forza Italia che chiede l’«eliminazione delle tasse di successione e donazione». Mentre il Pd si dice contrario alla patrimoniale, LeU propone invece «un’imposta progressiva sui beni patrimoniali mobiliari e immobiliari», al netto dei mutui e della prima casa, con «un’aliquota massima dell’1% o poco più», abolendo però tutti i prelievi che gravano sui patrimoni e capitali, Imu compresa. La Lega invece «si oppone all’introduzione o all’inasprimento di qualsiasi forma di imposta patrimoniale» e propone di togliere l’Imu nei comuni con meno di 3mila abitanti, sugli immobili commerciali sfitti, quelli inagibili e quelli occupati. Anche Forza Italia dice «no a patrimoniali sui capitali privati» e a «qualsiasi forma di reintroduzione dell’Imu sulla prima casa». Fratelli d’Italia propone di togliere le tasse sui canoni non percepiti per morosità.

Lotta all’evasione
Su lotta all’evasione e fisco semplice a parole sono tutti d’accordo. Ma le proposte sono molto diverse. Il Pd chiede un Codice tributario unico, l’abolizione delle microtasse che costano più di quanto incassano, e suggerisce l’istituzione di un sistema premiale per i contribuenti leali. Scontato il sostegno di tutti alle proposte internazionali di tassazione minima delle multinazionali e dei giganti del web. I Cinque Stelle insistono molto sulla digitalizzazione del fisco. La Lega, invece, chiede l’abolizione dello split payment e del reverse charge (meccanismi per contrastare l’evasione Iva). Italia viva è per la cancellazione delle cartelle ormai inesigibili per concentrarsi meglio sui crediti esigibili. LeU chiede di generalizzare l’obbligo dei pagamenti tracciati e il pieno incrocio dell’anagrafe dei conti finanziari con le altre banche dati.

Ora bisognerà trovare la sintesi.