Il padrone di casa che stappa la bottiglia per poi versare il vino ai commensali? Antico. Oggi il vino si beve in lattina. O almeno, anche in lattina. Quella che si annuncia come una nuova tendenza per questa estate è una scelta che ha ragioni di diversa natura, e che spera di incontrare un mercato giovane e un panorama di occasioni decisamente estive. Perché la lattina è comoda, maneggevole, pratica, leggera, può essere trasportata con facilità, e inoltre contiene un quantitativo minore di vino, adatto a bere (responsabilmente) con moderazione e senza sprechi. Inoltre è una scelta green: l’alluminio è riciclabile all’infinito, e comporta un minor consumo di CO2.
Qualità che vengono evidenziate dal Gruppo Meregalli, che inserisce a listino le lattine di vino di Francis Ford Coppola Winery, cantina californiana che produce vini di qualità. No, non è un curioso caso di omonimia: l’azienda è di proprietà del famoso regista, e la bontà dei suoi vini è nota da tempo. Una proposta dal respiro internazionale, come evidenzia Corrado Mapelli direttore Generale – Member of board di Gruppo Meregalli, che spiega: «A livello mondiale si stima che entro il 2027 il volume d’affari del vino in lattina (a livello mondiale) supererà quota 155 milioni di dollari con un tasso di crescita composto del 10,4%. Negli USA oggi la quota di mercato delle lattine supera il 35%».
E del resto anche in Italia i vini in lattina non sono una novità. «In Italia, cosi come in generale nel Vecchio continente – puntualizza Mapelli – i vini in lattina ci sono, sono presenti da molti anni: basti pensare che il vino in lattina nasce proprio nel Belpaese, alla fine degli anni ’70 e precisamente in Emilia; il permesso poi, da parte del Ministero, di usare contenitori alternativi arriva nel 1982. Altra curiosità è che in provincia di Bologna si trova oggi una cantina che produce ogni anno circa 12 milioni di lattine, la cantina è tra i principali produttori di vino in lattina in Europa». E se la Cantina Giacobazzi è nella storia per la produzione di vini in lattina, altre realtà si profilano nel panorama contemporaneo, come la giovanissima Zai.
Una proposta sicuramente giovane, quella del vino in lattina, che si rivolge a un pubblico vasto: «A chi cerca un prodotto di qualità più fruibile, che possa essere sorseggiato a un pic-nic, durante i festival musicali, oppure in barca, o comunque in gita, ma che piace anche a chi è attento alle questioni “green”, o in generale a chi cerca il vino come un momento non di meditazione, ma di convivialità, socialità, spensieratezza, senza necessità di analisi sensoriali o di ritualità obbligate; insomma, a chi ama il vino e non vuole rinunciarvi».
È ancora Mapelli a parlare, sottolineando che «la versatilità è una delle caratteristiche principali di questo modo di “conservare” il vino, e in un’epoca in cui si sottolinea l’importanza del bere responsabilmente, la lattina permette una maggiore consapevolezza e controllo delle quantità senza sprechi. Può essere bevuto come ognuno di noi vuole, preferisce o la circostanza permette».
Dal punto di vista della qualità, poi, si può andare sul sicuro: se chiediamo a Mapelli se ci sono tecnicamente differenze tra lattina e bottiglia: «Possiamo dire con certezza di no – risponde – al di là dei nostri assaggi comparativi (che potrebbero risultare di parte in questo contesto) alcuni recenti studi sui vini in lattina confrontati con quelli imbottigliati hanno dimostrato che non esiste una differenza significativa nella valutazione del consumatore. Le lattine non hanno modificato i vini in alcun modo per chi li beve. È il vino che conta. La lattina è solo un contenitore. Lo speciale rivestimento interno è la chiave del successo della lattina. La lattina è un ottimo conduttore di temperatura, salvaguarda aromi e sapori e, inoltre, garantisce una buona protezione dai raggi solari e luce in genere. La lattina è ecologicamente molto efficiente, può essere totalmente riciclata così come il vetro ma con tempistiche ridotte e costi inferiori».
Ovviamente a fare la differenza è il contenuto: «In generale possiamo dire che c’è un vino per tutti i palati e per tutti i momenti. È certo che i grandi vini, non potranno mai finire in lattina ma questo non significa che la lattina implichi bassa qualità, anzi in questo caso con Coppola troviamo addirittura la Diamond Collection, dunque vini più freschi, immediati e di pronta beva». E della Diamond Collection fanno parte un Pinot Noir, uno Chardonnay e un Sauvignon Blanc, mentre Sofia Brut Rosé è uno spumante brillante ed effervescente. Spazio anche alla varietà, dunque, a conferma della trasversalità di una proposta che si annuncia come ampia e versatile. Conquisterà i palati e i calici degli italiani? Non resta che assaggiare.