Il razzismo può passare anche attraverso il cibo? Pare proprio di sì, soprattutto quando partiamo da una visione eurocentrica e biancocentrica del mondo, chiamando ‘etnico’ o ‘esotico’ tutto ciò che noi – per tradizione o per storia – non siamo abituati a mangiare. Come per tutte le questioni lessicali, essere oltranzisti da un lato e dall’altro della barricata è un attimo, e non intendiamo cadere nella retorica. Ma pensare bene a che cosa diciamo e come può essere il primo passo per una diversa consapevolezza rispetto al cibo. È lo stesso problema di quando pensiamo che mangiare le cavallette sia uno schifo: e perché mai? Ciò che è “esotico” per me non è “esotico” per il mio vicino, potrebbe non essere “esotico” per mia madre e probabilmente non sarebbe “esotico” per la mia migliore amica. Daniela Galarza sul Whashington Post lo spiega nel dettaglio: tra l’altro, la sua newsletter è sempre foriera di spunti di riflessione intriganti.
Altro tema caldo, altra necessaria riflessione: può lo Stato obbligarci, anche solo moralmente, a fare determinate scelte in campo alimentare? Parliamo di Green Pass per accedere ai luoghi del gusto, per esempio, ma anche di quanta carne mangiare. In Spagna il ministro del Consumo del governo, Alberto Garzón, ha pubblicato un video in cui invita i cittadini spagnoli a mangiare meno carne per ragioni di salute e di sostenibilità ambientale. Polemica aperta, anche nel suo stesso governo. Ma il tema è da affrontare: perché se in Cina hanno già varato un piano per impedire alle persone di mangiare troppo, forse è il momento di fermarci a riflettere sulla questione da un punto di vista più generale. Nella lotta contro il cambiamento climatico possiamo contare solo sulla buona volontà e sul senso civico delle persone, o dobbiamo affidarci alle coercizioni più o meno blande dei governi? Se lo sta chiedendo anche la Merkel, che sul Green Pass al ristorante sembra non voler seguire le orme di Macron, ma la sua scelta forse dipende più dalle elezioni ormai prossime, che non dall’effettiva necessità di correre ai ripari. Reducetariani si diventa, ma se ce lo impone qualcuno, magari lo diventeremo prima. Sui vaccini però possiamo fare più in fretta? Grazie.
Chissà se durante i viaggi spaziali serviranno carne? Come ce li immaginiamo i pasti a bordo delle navicelle che stanno iniziando a portare i super ricchi a fare un giro suborbitale? Gli astronauti mangiano così ma non ci risulta che Richard Branson e compagnia durante il primo viaggio spaziale per privati della storia abbiano avuto uno snack a bordo. Ma è solo questione di tempo, e scommettiamo che nelle vaschette monoporzione ci saranno menu … stellati.
Mentre ci prepariamo per la spiaggia vi lasciamo qualche link per una rassegna stampa di settore, tra tutela ambientale e sostenibilità.
Ebbene sì, abbiamo vinto gli Europei. E qualcuno di molto previdente ne ha già fatto un docu-film, ottimamente prodotto dalla Rai, che se siete tifosi o sensibili vi consigliamo di guardare. Ci si commuove molto. In redazione invece abbiamo rosicato parecchio quando abbiamo visto questo reportage, che i colleghi francesi hanno pensato e realizzato e noi no, mannaggia. I campionati europei visti dalle cucine dei cuochi italiani in Francia. Tra una comanda e un sauté, i connazionali all’estero hanno trovato il modo di guardare le partite durante il servizio, e di gioire insieme a noi dell’avanzata della Nazionale. Per i Mondiali ci organizziamo, promesso.
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