Il ritorno della professoressaElsa Fornero spiega che la flessibilità sulle pensioni ora è possibile, ma senza pesare sui giovani

Draghi l’ha nominata nel team di consulenti di Palazzo Chigi guidato da Bruno Tabacci che dovranno suggerire le strategie di politica economica. I leghisti hanno già fatto partire un’interrogazione a Orlando, i Cinque Stelle sono in agitazione. Forse, commenta l’ex ministra, la politica chiama i tecnici perché «è venuto il momento di fare scelte impopolari»

Foto LaPresse - Mourad Balti Touati

È bastato fare il nome di Elsa Fornero e Lega e Cinque Stelle si sono già scatenati. Il presidente del Consiglio Mario Draghi l’ha nominata nel team di consulenti di Palazzo Chigi guidato da Bruno Tabacci che dovranno suggerire le strategie di politica economica. I leghisti hanno fatto partire una interrogazione parlamentare al ministro del Lavoro Andrea Orlando. I Cinque Stelle scalpitano: «Esaurita quota 100 è impensabile un ritorno alla legge Fornero».

«Ci sono dei momenti in cui la politica ci chiama», dice Fornero alla Stampa. «Forse perché sente che è venuto il momento di compiere scelte impopolari».

La professoressa torinese, ministro del Welfare del governo Monti, che con la sua riforma alzò l’età pensionabile a partire dal 1 gennaio del 2012, sul Messaggero precisa però che la commissione in cui è stata nominata «si occuperà di politica economica in senso molto ampio, su tanti argomenti». Quindi non solo pensioni. Ma se le venisse chiesto un parere proprio sul capitolo previdenza, ammette che «ora un po’ di flessibilità si può recuperare, a differenza del 2011, quando c’era la pressione una crisi finanziaria. I tempi sono diversi, non ci sono priorità uguali per tutte le stagioni. Ma la flessibilità non deve andare a scapito delle giovani generazioni, quelle che hanno meno voce in capitolo. Bisogna sempre chiedersi chi paga».

E «Quota 100 nell’insieme non è stata un successo», dice. «Non è servita a creare occupazione e, come ha evidenziato il recente rapporto dell’Inps, è stata usata principalmente da dipendenti pubblici maschi con redditi medio-alti». Invece, dice la professoressa, la flessibilità dovrebbe essere indirizzata «alle categorie più deboli, quindi coloro che hanno perso il lavoro, e a quelli che svolgono mansioni più gravose».

Ma sulla Stampa Fornero racconta di essere rimasta «molto sorpresa» quando è arrivata la telefonata di Tabacci con la richiesta di far parte della commissione di programmazione economica, soprattutto dopo gli attacchi subiti dalla Lega, che arrivò a manifestare sotto casa dei suoi genitori. Ma «come sempre dirò la verità», promette. «La verità è che abbiamo davanti sei anni per spendere bene molti soldi. Ma la verità è anche che se non li spenderemo bene quei soldi diventeranno debito e gli altri Paesi ce ne chiederanno conto, saranno sempre lì, pronti a saltarci addosso».

L’obiettivo principale, secondo Fornero, dovrà essere «combattere la precarietà del lavoro. Solo se riusciremo ad allargare la base di coloro che hanno un lavoro sicuro potremo avere una crescita economica in grado di garantire il welfare. E questo si deve fare innanzitutto puntando sulla scuola e sulla formazione. Poi servirà il sostegno alle imprese e ci vorranno gli investimenti pubblici». Ci riusciremo? «Per la prima volta abbiamo un piano e una scadenza a sei anni per realizzarlo. Per la prima volta i governi che si succederanno nei prossimi anni (spero che non accada, per la verità) sanno che cosa devono fare in modo preciso».

Fornero o meno, il tema delle pensioni è comunque all’ordine del giorno. A fine anno scade «Quota 100» voluta dalla Lega. Il Recovery Plan non impone una riforma della previdenza all’Italia, ma il tema è nell’agenda del governo. Tant’è che il ministro del Lavoro Orlando ha convocato per il 27 luglio un vertice con i sindacati.

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