Prima o poi apparirà nel nostro paese lo scrittore capace di raccontare come merita, dall’inizio alla fine, la straziante storia delle ripetute illusioni e delle immancabili delusioni che costellano la relazione tossica tra la sinistra italiana e il Movimento 5 stelle, o quel che ne resta (di entrambi, s’intende).
Nessuno dei luoghi comuni del genere ci è stato finora risparmiato: il partner più fragile che prima nega l’evidenza di stare con un bullo, quindi s’illude di poterlo riscattare. L’altro che ogni volta lo lascia credere, quando gli fa comodo, e ogni volta ricomincia da capo, peggio di prima.
Sensibili come siamo diventati agli stereotipi di genere, ci può consolare che almeno in questo caso nel ruolo del partner più debole ci sia un uomo, Enrico Letta, e nella parte del bullo una donna, Paola Taverna, che ieri a Repubblica ha chiarito, ancora una volta, che dello ius soli il Movimento 5 stelle proprio non vuole sentir parlare. Come del resto tutti i suoi principali esponenti, a cominciare da Luigi Di Maio, ripetono da anni. E davvero non si capisce di cosa dovremmo stupirci, essendo questa la posizione di tutti i partiti populisti d’Europa e del mondo, dalle Alpi alle Ande, dall’Atlantico agli Urali, da Bibbona a Bibbiano.
Insomma, verrebbe quasi voglia di difenderli dall’insistito e molesto stalking non solo degli alleati del Pd, ma soprattutto di tanti intellettuali progressisti, se solo per una volta non ci mettessero le abituali, massicce, stucchevoli dosi di ipocrisia e truffa ideologica.
Dice infatti Taverna nella suddetta intervista, in risposta alla semplice domanda «lei cosa pensa» (dello ius soli): «Se legge la Carta dei valori del nuovo Movimento vedrà che al centro c’è l’individuo, c’è la persona. Penso che con il presidente Conte sapremo trovare una sintesi che tenga conto sia del multiculturalismo, sia di corrette politiche di integrazione e del diffuso bisogno di sicurezza, ma questo argomento ogni tanto è usato in maniera pretestuosa e credo che nell’attuale situazione politica ci siano altre priorità».
Cosa c’entri lo ius soli con il bisogno di sicurezza chiedetelo a Matteo Salvini (o meglio ancora a Letta). Se invece siete curiosi di sapere quali siano le altre priorità, ebbene, si tratta di «un lavoro enorme che ci aspetta per la lotta alla pandemia e per la ripresa». Cioè esattamente quei problemi che Beppe Grillo e i cinquestelle hanno maggiormente contribuito ad aggravare in questi anni, diffondendo e praticando, anche dal governo, teorie antiscientifiche e antieconomiche, no vax, no tav e no tap, a favore della decrescita, della palla di plastica per fare il bucato senza detersivi e di ogni altra palla reperibile al mercatino delle idee usate, tanto per fare casino.
Davvero c’è ancora qualcuno disposto a credere che si possa costruire un nuovo centrosinistra su queste basi?