Rinvio su bar e stataliDraghi media con la Lega, ma va avanti sull’estensione del Green Pass

Il consiglio dei ministri oggi approverà l’obbligo per gli operatori delle mense e delle pulizie nelle Rsa e nelle scuole. Poi si procederà gradualmente con la pubblica amministrazione e le aziende private. Il ministro Bianchi intanto assicura che è tutto pronto per il ritorno sui banchi e che «la Dad è finita»

Cecilia Fabiano/ LaPresse

«Siamo pronti», dice alla Stampa il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, a cinque giorni dalla partenza dell’anno scolastico in quasi tutta Italia. «La ripresa della scuola è una grande sfida, significa rimettere in movimento l’intero Paese», spiega. Ma da lunedì tutto funzionerà al meglio. E, assicura il ministro., «la Dad è finita».

Il consiglio dei ministri convocato per oggi decreterà l’obbligo di Green Pass solo a tutti coloro che lavorano nelle scuole. Sarà il primo step per l’estensione graduale della certificazione verde, che comunque si farà – assicurano dal governo – nonostante il rinvio e la contrarietà della Lega. Dovranno esibirlo per il momento solo operatori delle mense, incaricati delle pulizie, della guardiania, gli addetti alla manutenzione di scuole e residenze per anziani. Per tutti gli altri, da chi lavora nei bar e nei ristoranti agli impiegati pubblici, è tutto rinviato.

Il governo ha deciso di procedere gradualmente. Sia per ragioni di merito, cioè l’urgenza di intervenire a tutela di luoghi sempre delicati come le Rsa e, soprattutto in vista dell’avvio nuovo anno scolastico. Ma anche per ragioni politiche: la trattativa sull’uso più largo del pass, anche per entrare in ufficio, è infatti ancora in corso all’interno della maggioranza.

La cabina di regia non è stata convocata e dovrebbe slittare alla prossima settimana, spiega il Corriere. Ma i punti di vista differenti sono già emersi ieri in aula. Alla Camera la Lega ha votato di nuovo gli emendamenti di Fratelli d’Italia alla legge di conversione del primo decreto sul green pass: bocciati dalla maggioranza, avrebbero limitato l’obbligo ai soli maggiorenni. E non si escludono sorprese per il voto finale di oggi.

Tuttavia quello sul Green Pass esteso è solo un rinvio, non uno stop. Ulteriori estensioni dell’obbligo di pass entreranno in vigore gradualmente: i prossimi a doverlo esibire, con un nuovo provvedimento a metà mese, dovrebbero essere baristi e istruttori sportivi, poi i dipendenti statali e infine quelli delle aziende private.

Intanto, assicura Bianchi, la piattaforma per il controllo del Green Pass di docenti e collaboratori è pronta. «Ci siamo presi una settimana per il collaudo, il 13 sarà operativa ed eviteremo le file all’ingresso proprio quando arrivano gli studenti», spiega. «Ai dirigenti stiamo dando tutte le indicazioni: basteranno pochi clic al computer per esaminare la lista del personale presente ogni giorno, a ciascun nome sarà associato un bollino verde o rosso. Si procederà a una verifica solo per i casi segnalati».

Il Pass, dice il ministro Bianchi, «ormai è uno strumento che tutti hanno interesse ad avere e credo sia sufficiente per arrivare alla necessaria copertura vaccinale. Se così non fosse, valuteremo l’obbligo di vaccinazione». Ma «la Dad come l’abbiamo intesa finora è finita, non ha funzionato l’idea che si possa sostituire la didattica in presenza con una surrogata. Ora dobbiamo tornare in presenza, ma uscendo dalle mura della classe, aprendo la scuola all’esterno: bisogna usare le tecnologie per collegare i ragazzi tra loro, unendo gli studenti siciliani ai lombardi o a quelli di altri Paesi. Una Dad per aprire e non per chiudere, per stare vicini e non lontani».

La posizione del governo, e di Draghi, a favore del Green Pass insomma non cambia. Ma il premier proverà a offrire a Salvini una sponda di mediazione, scrive Repubblica. Oggi, alla Camera, l’esecutivo fornirà parere positivo su sei ordini del giorno del Carroccio. Così facendo, si impegnerà a valutare un’eventuale campagna d’informazione sulla vaccinazione, a indennizzare i soggetti che hanno scontato alcuni effetti dall’assunzione del vaccino, vaglierà l’opzione dell’impiego di anticorpi monoclonali, l’estensione della validità del passaporto vaccinale per chi è guarito dal Covid e l’eventuale validità dei test salivari come criterio per ottenere il Green Pass. Ma manca quella, ben più pesante, sui tamponi gratuiti, che restano esclusi.

Il governo attende oggi risposte conseguenti in Aula. Con un voto favorevole sul decreto d’agosto. E con il via libera alla mini-estensione del pass durante il Consiglio dei ministri (che si terrà senza cabina di regia). E l’impressione è che si abbia a che fare però con due Leghe, quella di Salvini e quella del ministro Giorgetti. Con i governatori regionali come il lombardo Attilio Fontana che sulla Stampa dice che il Green Pass «è uno strumento di libertà».

Da dopodomani, dunque, si tornerà a ragionare dell’estensione del certificato vaccinale. Prima alla pubblica amministrazione, con un decreto che sarà approvato la prossima settimana o comunque nel corso di settembre. E poi ai luoghi di lavoro privati, appena la mediazione con le parti sociali sarà ultimata. Ma, alla fine, si arriverà a metà ottobre con la carta verde necessaria per muoversi, lavorare e vivere le occasioni di socialità.

Metà ottobre non è una data casuale. Sarà allora che Draghi valuterà per davvero la mossa più estrema: l’obbligo vaccinale. Sceglierà insieme a Roberto Speranza in base alle curve del contagio nelle scuole e alla copertura vaccinale. La soglia che va superata è alta, ma raggiungibile: il 90% degli over 12.

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