Oggi il consiglio dei ministri dovrebbe decidere un primo intervento, con una dotazione che potrebbe arrivare a 3 miliardi di euro, per calmierare l’aumento delle bollette di luce e gas, che dal prossimo ottobre rischiano di salire fino al 40%. È per questo motivo che nella mattinata è stato convocato un vertice a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio Mario Draghi, il ministro dell’Economia Daniele Franco e quello della Transizione ecologica Roberto Cingolani.
L’intervento molto probabilmente non sarà un taglio dell’Iva, come chiesto dal leader della Lega, Matteo Salvini. Come già avvenuto per gli aumenti, più contenuti, di tre mesi fa – +9.9% per l’elettricità, +15,4% per il gas – il governo interverrà con uno stanziamento straordinario per coprire la componente degli oneri di sistema delle bollette destinata allo sviluppo delle energie rinnovabili. Un tesoretto che – come spiega Il Sole 24 Ore – deriverebbe anche dalle aste delle quote di C02, che permettono alle aziende di pagare per poter emettere emissioni oltre soglia.
Ma se a fine giugno furono impegnati circa 1,2 miliardi, ora ne serviranno molti di più. Si parla di una cifra attorno ai 3 miliardi, che limiterà solo in parte l’impatto degli aumenti, causati da un mix di fattori, tra cui anche il rincaro delle quote delle emissioni in Europa.
Il governo, inoltre, sta lavorando a un secondo provvedimento per le prossime settimane – spiega Repubblica. La legge di bilancio prevederà una voce apposita con cui verranno spostati una parte dei cosiddetti oneri impropri, che non hanno niente a che fare sulla produzione di energia come gli inventivi alle rinnovabili, sulla fiscalità generale.
Il problema non è solo italiano. E riguarda tutti i paesi europei. La Spagna è già al secondo decreto a sostegno dei consumatori: il governo di Madrid è arrivato persino a mettere un limite alle tariffe in favore dei produttori, che ha causato un calo di tutte le utility nelle Borse europee. In Francia è stato varato un “assegno energia”, per ammortizzare i costi delle famiglie. Mentre in Grecia i sussidi statali coprono i primi 300 chilowattora consumati nell’ultimo trimestre dell’anno.