Il risiko di SienaIl Tesoro lavora al nuovo piano per Mps, con più capitale e tagli al personale

Nei prossimi giorni partirà la lettera ufficiale alla Direzione Concorrenza della Ue guidata da Margrethe Vestager per negoziare una proroga sui tempi di uscita dello Stato. Non sarà solo una questioni di proroghe, ma anche di soldi e «misure compensative» per rafforzare l’istituto

Chiusa la trattativa con Unicredit, al Tesoro apriranno quella con Bruxelles per sistemare la partita del Monte dei Paschi di Siena. Nei prossimi giorni partirà la lettera ufficiale alla Direzione Concorrenza (DgComp) guidata da Margrethe Vestager per negoziare una proroga sui tempi di uscita dello Stato da Mps, visto che il termine attuale di fine anno è ormai impossibile da rispettare. Non sarà solo però questione di tempi, ma di soldi e «misure compensative», cioè risparmi e tagli di personale.

Il Tesoro – racconta Il Messaggero – già da ieri ha iniziato formalmente le negoziazione. Il ministro dell’Economia Daniele Franco dovrà riferire al Parlamento sulle trattative interrotte con Gae Aulenti e sul futuro del Montepaschi: oggi alle 13 incontrerà i presidenti delle Commissioni finanza di Camera (Luigi Marattin) e Senato (Luciano D’Alfonso).

Da Roma, spiegano che la bussola che ha guidato il Tesoro in questi tre mesi di tavolo con Unicredit è stata la ricerca della migliore prospettiva industriale per la banca senese. L’aggregazione con Unicredit poteva esserlo ma non a ogni costo. L’impegno di capitale che chiedeva il ceo Andrea Orcel, pari a 6,3 miliardi, e la valorizzazione di 1,3 miliardi della parte sana che avrebbe acquistato – considerata «troppo bassa» dal venditore Tesoro – faceva diventare l’operazione come «non di mercato», è la spiegazione per la rottura del tavolo.

Il nuovo piano potrebbe però essere diverso da quello del luglio 2017 perché non darà luogo a una ricapitalizzazione precauzionale con il burden sharing, cioè il taglio di valore a carico degli 1,75 miliardi bond subordinati. Questa volta prevederà un aumento di capitale sul mercato dove il Tesoro (64%) farà la sua parte e sarà accompagnato da misure compensative per rafforzare l’istituto. Imperniate su miglioramento dei rischi di credito (vendita di sofferenze), riduzione dei contenziosi (6,2 miliardi lordi), contenimento dei costi, a partire da quello del personale (7-8 mila esuberi), e cessione degli attivi, come la vendita di almeno 300 filiali.

I tempi per il decollo della quarta vita di Siena dipendono ora da alcune variabili come il confronto con Bruxelles sulla ristrutturazione, le determinazioni della Bce anche alla luce dell’esito negativo degli stress test e la trimestrale del 4 novembre, che dovrebbe però accertare una situazione di ripresa. Gli uomini del Tesoro puntano a costruire un piano con una struttura flessibile, senza termini perentori per la privatizzazione, come quello attuale di fine 2021, e con una formula basata su criteri che rendono la tempistica elastica fino a 24 mesi. Poi potrebbe esserci un cambio manageriale. La ricapitalizzazione si dovrebbe attestare su 2,5-3 miliardi, stando alle previsioni della Vigilanza europea.

La ristrutturazione fatta in casa dovrebbe rendere Mps più appetibile sul mercato, almeno questa è l’attesa in via XX Settembre. Dal punto di vista operativo la banca è in miglioramento: a giugno ha chiuso con 200 milioni di utile e i numeri della terza trimestrale dovrebbero essere positivi e il deficit di capitale inferiore ai 500 milioni attuali.

Ieri in Borsa i titoli coinvolti sono partiti con il segno negativo (-3,5% Unicredit, -9,5% Mps dopo la sospensione per eccesso di ribasso) mentre ha messo le ali Banco Bpm (+3,5%) che secondo la speculazione potrebbe diventare il prossimo obiettivo di Orcel. Unicredit ha poi concluso a -1,7% a 11,33 euro e Siena a -2,3% a 1,04 euro.

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